La benzina è ufficialmente finita, così come lavventura in eurolega. Ora anche i più accaniti statistici non diranno che ci sono ancora possibilità per una squadra che non merita neanche la partecipazione alla massima competizione europea.
Limpressione è che sia tornata lArmani Jeans vuota, inetta e svogliata dellinizio di stagione, Watson non si capisce dove voglia arrivare con un atteggiamento da taglio immediato, Booker ha terminato ormai da un paio di settimane le energie cui ha dato fondo in questi mesi di tour de force, Vukcevic è il più efficace ma è investito di troppe responsabilità offensive e non riesce a capire quando anche la sua tecnica e il talento non sono sufficienti per colmare le lacune offensive della squadra.
Questo è un pessimo momento anche per Gallinari, che anche questa sera ha litigato con il ferro (e ci può stare), ma è risultato scarico e spesso poco concentrato in difesa, dove gli sono sfuggiti quasi tutti gli avversari che ha marcato. Caja lo ha lasciato in campo comunque 31 minuti anche quando era in debito di ossigeno, spremendolo ulteriormente in una partita nella quale già solo la “folta” presenza di pubblico poteva far immaginarne limportanza.
Giorgio Armani è rientrato dalle vacanze ed era al Forum a vedere lo scempio messo in mostra dai suoi dipendenti e ha avuto parole piuttosto piccate riguardo al pubblico, affermando che è troppo facile seguire la squadra solo quando va bene ed essere in 500 quando le cose vanno male, ma a Milano (non da oggi) la squadra di basket è come il viola che va di moda questanno.finchè va lo si segue, se poi la moda cambia lo si lascia senza troppi patemi.
Ovviamente chi deve invogliare il pubblico a venire al palazzetto è la società e la squadra che devono cercare di ritrovare un po di quella serietà e competenza, completamente smarrita sotto la gestione Corbelli-Natali. La stagione è di transizione, la zona rossa è stata per ora lasciata in campionato, ma non ci si deve adagiare perché questo roster è pronto a subire unimbarcata di sconfitte se non verranno posti dei rimedi (pur palliativi) per allungarlo.
Il Cibona è arrivato al Forum conscio di trovarsi davanti una squadra in difficoltà e giocando allo sfinimento dellavversario per poi scappare via nel finale, infatti per circa tre quarti i mini-parziali ospiti sono stati sanati dai padroni di casa, ma quando un super Chris Warren (27 punti, 10 rimbalzi e 30 di valutazione) ha deciso di mettere la freccia e sorpassare in quinta marcia gli avversari a suon di triple dal palleggio (ben tre tutte uguali) non ce ne è stato più per nessuno.
Anche Ayuso non ha lesinato le solite zingarate portoricane, la mira non sempre è precisa (daltra parte le percentuali non sono mai state il suo forte) ma sicuramente la difesa contro di lui aveva le mani piene; anche Andric ha giocato la sua onesta partita, alterando tanti tiri in vernice e stoppandone due, anche se linesistenza di Watson lo ha aiutato a far bella figura.
Il primo tempo offre dei ritmi molto lenti e compassati, che dovrebbero giovare ai milanesi che partono con un atipico quintetto con Katelynas ed Aradori, con lex Imola sulle piste di Ayuso.
Quando il Cibona, soprattutto con Kelley riesce ad andare dentro il pitturato crea tantissimi comodi canestri per i propri lunghi, ma la manovra non sempre è cosi efficace e quindi Milano nonostante la sparacchiata a salve di Gallinari (4-15 dal campo) riesce a tenere botta giovandosi di un discreto impatto di Sesay nonostante la febbre mattutina che sciorina due stoppate ad altezze proibitive. Prima della sirena di metà partita arriva il canestro da 9 metri di Ayuso con una tabellata daltri tempi per fissare il risultato sul 2 per gli ospiti.
Nel terzo quarto Milano non la mette nella più classica delle vasche da bagno, costruisce anche dei buoni tiri con Booker e Gallinari, soprattutto dalla distanza, ma ha una mira decisamente scentrata e lallegra difesa degli uomini di Sunara non paga pegno.
La frazione finale è la degna conclusione di una partita scarica e senza verve, infatti Milano offre un basket inguardabile, senza voglia, intensità e lucidità; Warren martella la retina, Kelley penetra a piacimento, mentre dallaltra parte cè il “Vukcevic contro tutti” che porta tante palle perse e tanta frustrazione.
Senza assolutamente strafare e cavalcando la buona mira di Warren il Cibona porta a casa la parte buona del referto senza il suo lungo di riferimento Hoskin, mantenendo più che accese le speranze di classificarsi alle top 16 come miglior sesta e proseguire unavventura che,vista letà e linesperienza del gruppo, sembrava perlomeno proibitiva a bocce ferme.
In sala stampa, curiosa anche l’uscita di Attilio Caja che si è detto contento dell’intensità e della grinta mostrata dai suoi giocatori, ma probabilmente ha visto un’altra partita.