[b]Armani Jeans Milano – Le Mans Sarthè 63-83 (18-16, 20-27, 20-22, 15-18)[/b]
[b][i]Quintetti:[/i][/b]
[u]Armani Jeans:[/u] Giovacchini, Vukcevic, Aradori, Katelynas, Watson.
[u]Le Mans:[/u] Bokolo, Bogavac, Batum, Koffi, Ricci.
I tifosi di Milano dopo la partita di domenica contro Pesaro, pensavano di arrivare al Forum e vedere Danilo Gallinari e Drake Diener con la stessa maglia per dare un pizzico di significato ad una partita senza troppo senso.
A tarpare le ali di quel pochissimo entusiasmo presente, la telenovela Diener è ancora in piena attuazione, con l’impressione che il tira e molla fatto da Capo d’Orlando si risolverà positivamente per Milano dopo la partita di domenica tra le due squadre, mentre Gallinari è stato fermato da una distorsione al ginocchio che con tutta probabilità lo terrà lontano dal campo anche per la sfida di domenica.
Allora l’imperativo è: preserviamo i titolari. Il quintetto base di Milano è chiaramente verso questa via, ma purtroppo Vukcevic si è fermato per un blocco alla schiena e, anche lui, è altamente in dubbio per la trasferta in Sicilia.
Pochissime note positive per Milano che termina la sua eurolega nel modo peggiore, prendendo 20 punti (e potrebbero esser stati anche di più) da una squadra in sicura forma fisica, ma di non eccelso talento. La città di Milano ha avvilito la partecipazione allla prestigiosa vetrina europea con una cornice di pubblico al limite del ridicolo, mentre la squadra l’ha vissuta come un intralcio al recupero in campionato dopo il paludoso e tenebro inizio. La figura fornita è il chiaro emblema di come il movimento del basket italiano sia in palese difficoltà, non solo finanziaria ma anche di cervelli pensanti e ricordare l’Olimpia che dominava in Italia e in Europa, rapportata ad una squadra senza attributi e connotati propri, fa ancor più rabbrividire.
Riguardo alla partita c’è ben poco da dire, i francesi continuano la loro buona striscia di partite che tra campionato e coppa hanno fruttato quattro vittorie, giocano un basket fisico, semplice e concreto, trovandosi davanti cinque giocatori con la stessa maglia che forse non sanno nemmeno di essere compagni di squadra. L’emblema di questo pensiero è un azione del secondo quarto dove Vukcevic e Watson sono lanciati in contropiede davanti ad un difensore francese, il serbo-greco sbaglia (volontariamente? bah) un layup da solo di sinistro, ma Watson raccoglie indisturbato e appoggia di mano destra sul primo ferro; i francesi non credono ai loro occhi, raccolgono la palla e tornano in attacco in superiorità numerica.
Non fraintendano le cifre (vedi il 33 di valutazione di Watson ndr.) e le dichiarazioni post partita di Caja che ha parlato di una squadra che ha dato ciò che poteva, una squadra come Milano NON PUO’ E NON DEVE fare queste figuracce indecenti e nascondersi dietro all’assenza di un giocatore per giustificare una prestazione e un approccio vergognoso. Giova ricordare che anche gli avversari erano privi del loro miglior giocatore (Clancy).
Forse giudicare l’avventura in eurolega sulla scia di questa prestazione sarebbe perlomeno superficiale, ma il bollettino è impietoso e se sommiamo le vittorie (solo tre) con le prestazioni fornite arriviamo ad un solo risultato: un disastro.
Ora rimane solo il campionato e il dovere di rincorrere quei playoffs che potrebbero portare una magra consolazione ad una squadra in attesa dell’ennesima rivoluzione in estate. D’ora in poi, con un solo obiettivo e magari, da lunedì, con un Diener in più, non ci sono più scusanti, servono risultati convincenti e il cuore biancorosso, perchè questa è e rimarrà sempre l’Olimpia Milano.
[b]Play of the game:[/b] Nel nulla di questa partita sottolineamo un grande alley-oop di Limonad che da metà campo alza una palla al bacio per Koffi che schiaccia imperiosamente.