[b]Il ritorno in campo di TJ Ford coincide con una facile vittoria di Toronto in casa dei derelitti Heats[/b], ancora privi di ONeal. Finisce 114-82 e il playmaker ex Texas gioca appena 18, un discreto minutaggio considerando che coach Sam Mitchell ha dovuto fare a meno di lui per quasi un mese. Ora si riunisce una delle coppie di playmakers più forte della lega.
[b]Calderon[/b], play di riserva, ha dovuto fare gli straordinari durante lassenza del suo compagno, ma ha mostrato sul campo di poter aspirare anche al quintetto base; [b]è migliorato in molti aspetti del gioco, si prende molti più tiri a partita, gestisce meglio la squadra[/b]. Le cifre sono tutte dalla sua parte: ad una media di 12.7 punti a gara, terzo in squadra, aggiunge anche 8.7 assist, che spesso vanno a finire nelle mani di Chris Bosh e Bargnani.
[b]Il Mago sembra aver superato finalmente il momento difficile di inizio stagione[/b], una flessione psico-fisica comune per i sophomores, mettendo insieme contro Miami [b]22 punti (7/10 da 2, 2/4 da tre, 2/2 ai liberi), 5 rimbalzi e 3 assist[/b]. Per quanto valga questa partita, già in garbage time alla fine del primo quarto con i Raptors a +23, continua londa positiva iniziata contro Washington e che va avanti da tre partite. [b]Bargnani sembra più convinto dei suoi mezzi, attacca maggiormente il canestro, non limitandosi solamente al gioco perimetrale, a tratti mette maggiore intensità difensiva sugli avversari[/b]. Se saprà giocare con continuità e determinazione come contro i Lakers, migliore dei suoi con 28 punti, Andrea potrà sfondare definitivamente nellNBA.
[b]Ad oggi il record dei Raptors è 26-21[/b], secondi nell Atlantic Division, dietro ovviamente agli inarrestabili Celtics di Allen, Pierce e Garnett. Devono migliorare in trasferta, 50% di vittorie, ma se continueranno di questo passo si qualificheranno ai playoffs anche questanno.
Ma che cosa manca alla squadra per fare il salto di qualità? Probabilmente un centro che sposti gli equilibri, come Shaq o Bynum. Nesterovic e Baston, entrambi con un passato in Italia, sono buoni giocatori, ma non sono centri di peso come gli altri due loro colleghi.
[b]Il gioco di Toronto è troppo perimetrale e legato alle percentuali di tiro[/b]; è per questo che Sam Mitchell spinge i suoi, soprattutto Bargnani, ad attaccare continuamente il canestro nel pitturato. Per di più la pericolosità al tiro di Kapono, ma anche di Parker, creano spazi nellarea che devono essere finalizzati al meglio.
Altro fattore su cui lavorare è la difesa, spesso troppo molle, e si sa, senza difesa nei playoffs non si va molto lontano.
Tra i tanti lati positivi cè soprattutto il fatto che Toronto, a differenza di Boston, [b]sia una squadra giovane, futuribile, che cresce passo per passo[/b]. Di sicuro non giocherà per il titolo questanno, ma se non stravolge il roster e innesta alcuni giocatori importanti, nulla vieta che possa recitare un ruolo da protagonista nelle prossime stagioni. I Celtics, invece, hanno allestito una squadra pensando al presente: o vincono lanello nel giro di un paio danni massimo o saranno costretti a ricostruire da zero.
Intanto anche per i Raptors si avvicina la sosta dell All Star Game; alla partita delle stelle prenderà parte ovviamente Bosh, anche se qualche addetto ai lavori avrebbe voluto vedere pure Calderon, per i motivi elencati precedentemente. Inoltre, Jamario Moon, il rookie venuto dal nulla, parteciperà alla gara delle schiacciate.
Infine, per quanto riguarda il mercato, per ora non rimbalza dall Air Canada Center nessuna importante trattativa che possa spostare gli equilibri ad Est, ma verso fine mese (deadline il 21 febbraio) ne sapremo di più.