[I]”Va bene, siamo a carnevale.
Ma certi scherzi sono veramente poco credibili.”
“Dite che non è uno scherzo ? Ah, Shaq è andato [B]davvero[/B] a Phoenix ?”[/I]
Questo più o meno è lo standard dei discorsi e dei commenti che viaggiavano in rete ieri sera, quando c’è stata l’ufficializzazione del [B]passaggio del Diesel da Miami a Phoenix[/B].
E in effetti tutto questo stupore è assolutamente giustificato. Non tanto per l’entità dello scambio, che vede andare [B]in Florida Shawn Marion e Marcus Banks[/B], quanto più per l’aspetto puramente tecnico delle nuove formazioni.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire se lo scambio sta in piedi dal punto di vista delle condizioni extra cestistiche.
Di sicuro da questo punto di vista ci guadagnano entrambe le squadre. Se da un lato Miami rinuncia a uno Shaq fuori condizione, che ha [B]una delle peggiori stagioni della sua carriera e con problemi fisici sempre in agguato[/B], guadagna un ala piccola come Shawn Marion capace di essere un ottimo difensore sugli esterni, cosa che mancava nella franchigia di Wade, e con una propensione fuori dal comune per i rimbalzi. E guadagna un play di riserva che gioca prevalentemente guardia e può cambiare sia Williams che lo stesso Wade, forse a un prezzo un po’ altino, soprattutto se rapportato alla durata del contratto, che chiama ancora i prossimi 3 anni.
Se guardiamo però il lato economico dello scambio, forse troviamo il punto in cui [B]Miami ci guadagna[/B] di più, perchè scarica dal cap 20 milioni di Shaq che, se non si ritirasse alla fine del prossimo campionato, avrebbero rinchiuso Miami in una gabbia economica fino alla stagione 2009-2010 compresa. In cambio prende un contratto di 16 milioni circa di Marion, che scade quest’anno, con Player Option per l’anno prossimo. Opzione che il buon [B]Shawn ha già fatto capire di non voler esercitare perchè meritevole del massimo salariale[/B], considerazione che non trova particolarmente d’accorso chi scrive, ma son dettagli poco importanti.
Di contro, Phoenix si prende il contrattone di Shaq, la cui durata è un’incognita per via delle intenzioni ancora dubbie sull’anno del ritiro del giocatore (ricordiamo che in caso di ritiro, il contratto grava sul cap della società solo per il 25%, quindi in caso di ritiro l’ultima stagione sarebbero 5 milioni), ma dà via Banks, che non ha mai convinto del tutto lo staff dei soli, e Marion, che sarebbe potuto essere un giocatore determinante per Phoenix se non desse i problemi che dà nello spogliatoio, con le sue manie di persecuzione che lo fanno sentire il miglior giocatore del lotto ma snobbato dallo staff e dalla critica. Cosa che non lo ha messo sicuramente in buona luce nei confronti dei suoi compagni e che, quest’anno più che mai, ha minato seriamente la serenità dell’ambiente.
Però la disamina più interessante è quella tecnica.
Qui la bilancia è palesemente dalla parte di Miami, che scambia un giocatore che è stato dominante per tanti anni, ma che pare in [B]parabola discendente abbastanza pronunciata[/B], per un giocatore elettrico e di sostanza come Matrix. I numeri, ma anche l’impatto tecnico vedendo le partite giocate quest’anno dimostrano come Shaq non sia più per Miami quel giocatore da cavalcare nei momenti caldi della gara, probabilmente anche per il gioco davvero di basso livello che mostrano gli Heat. E questo O’Neal deve averlo patito parecchio, saltando diverse gare per infortunio, quanto diplomatici fossero questi infortuni è tutto da stabilire.
E probabilmente proprio sull’aspetto della voglia hanno puntato in Arizona, vedendo in Shaq un giocatore che [B]se sufficientemente motivato può ancora dominare nelle partite più importanti, soprattutto nei Playoff[/B]. Certo c’è da capire come si cercherà di incastrare un centro come Shaq nel run & gun di D’Antoni, e a dirla tutta questa sembra essere una [B]sonora bocciatura del “metodo” D’Antoni[/B], ma questo lo scopriremo solo quando The Diesel inizierà a scendere in campo in Arizona.
Di sicuro, con questo scambio, con l’arrivo in estate di Grant Hill, a Phoenix hanno deciso che questo è l’anno decisivo. O si vince o si rifonda. E probabilmente una rifondazione, vista la sopracitata rinnegazione del run & gun, sarà fatta senza Mike.
Ma anche qui, lo si vedrà solo a fine stagione.
Detto di Phoenix che se Shaq si dimostra voglioso di arrivare all’anello guadagna un’arma importante in un ovest che sta ridisegnando la situazione dei lunghi nelle formazioni di punta (Gasol ai Lakers), mantenendo comunque un paracadute dal nome di Boris Diaw, vediamo come può essere il prosieguo della stagione per Miami.
Sotto il sole della Florida, pare che tutti stiano pensando più alle spiagge bianche del litorale e ai locali notturni che offre Miami Beach (e vi assicuro che siamo a livelli altissimi in ambo gli aspetti). Almeno questo a giudicare dalle partite di Wade e compagnia, e anche dalla scarsa presenza di pubblico sugli spalti, che appena appena le cose vanno male, cambia i propri piani per riversarsi sulle sopracitate beaches.
E se anche un guerriero come [B]Dwyane ammaina la bandiera e dimostra come nelle ultime partite che ritiene la stagione ormai andata[/B], c’è modo di credere che Miami ambisca a un posto in [B]lotteria[/B] per assicurarsi una delle prime chiamate al draft. Per prendere un play, di cui pare aver bisogno, o per scambiarla per un lungo che possa far al caso loro.
Cambierà qualcosa adesso con l’arrivo di Marion e Banks?
Difficile a dirsi. [B]Marion[/B] potrebbe essere un’addizione importante che può risollevare le sorti della squadra, ma nulla che possa permettere agli Heat di raggiungere gli agognati playoff. E c’è anche da capire se lo stesso Shawn vede Miami come la sua prossima franchigia o solo una [B]tappa di un anno dove poter aumentare le proprie statistiche propedeuticamente all’atteso massimo salariale[/B], che Riley non ha la minima intenzione di dargli.
Stagione quindi ancora a perdere per Miami ? Probabilmente si.
Poi, la decisione di Shawn di esercitare o meno l’opzione per la prossima stagione sarà la [B]chiave di volta per Pat e compagnia[/B]. In caso Marion decidesse di restare, probabilmente si useranno i contratti in scadenza di Williams e Ricky Davis per acquisire qualche giocatore funzionale alla coppia Wade-Marion, ma con un limitato margine salariale su cui muoversi.
In caso contrario, tanti saluti a Shawn e [B]assalto a qualcuno dei free agent estivi[/B]. E qui, [B]l’obiettivo dichiarato è Elton Brand[/B], che può uscire dal contratto con i Clips e andare alla corte di Riley. E una possibile ossatura con un play arrivato dal draft, come Rose, Wade e Brand può essere una buona base di partenza per una ricostruzione veloce.
In questa pazza settimana di mercato dove sono stati ufficializzati scambi che non erano inizialmente nemmeno ipotizzati, le gerarchie sono cambiate, l’est si è ulteriormente indebolito e basta poco per avere una stagione da playoff. E vedremo come saranno le varie ricostruzioni in corso.
Uniamoci allora ai tifosi di Miami che hanno tempestato il sito della squadra di ringraziamenti all’MDE per le gioie di questi anni, e godiamoci le conseguenze di questi terremoti di mercato, che promettono di rendere il finale di stagione sempre più incerto.