Chi lavrebbe mai detto? Ok, in molti consideravano NH una pretendente credibile ai playoff, sfiorati lo scorso anno ad est, anche in una stagione falcidiata dagli infortuni, ma in quanti aveva pronosticato gli Hornets in cima allovest? Pochi, forse nessuno. Eppure è quello che sta succedendo, perché, grazie ad un mese di gennaio da 12 vittorie e 2 sconfitte (e 9 W in fila), la squadra allenata da coach Byron Scott si è issata in cima alla Western Conference, battagliano coi Suns per averne il controllo. Inutile dire che il segreto di pulcinella si chiama Chris Paul. Il playmaker proveniente da Wake Forrest (che nellultima decade ha dato alla Lega oltre che TD anche Josh Howard), è il motore dellattacco degli Hornets, che basano il loro gioco totalmente sulle invenzioni di CP3, un giocatore in grado di creare per se e per gli altri, come dimostrano le cifre: oltre 20 punti e 10 assist di media. Ma sarebbe riduttivo fermarsi al pur strabiliante apporto di Paul.
Il quintetto di NH è di buonissimo livello, specialmente se si considera lesplosione vera e propria di David West, che ha incrementato le sue cifre sia nei punti che a rimbalzo, ma soprattutto ha raddoppiato il dato nelle stoppate, segno di un atletismo maggiore, visibile anche a vista docchio. Passi da gigante sono stati fatti anche Tyson Chandler, che è diventato molto più affidabile nella metà campo offensiva dove, oltre alle solite conclusioni sugli scarichi di Paul, può essere servito in post basso senza per questo creare panico e imbarazzo nei suoi compagni di squadra. In difesa lex Chicago Bulls è ulteriormente migliorato, specialmente nella difesa in post basso, fondamentale che lo vede svantaggiato per la mancanza di kg, che in questinizio di stagione è sopperita da una forza fisica non indifferente.
Come detto, è tutto il quintetto di NH ad essere di primissimo livello, anche nei due tiratori, Mo Peterson e Peja Stojakovic, il primo bravo a ritagliarsi un ruolo in una squadra importante, dopo essere stato uno dei principali realizzatori in una realtà perdente (Toronto), il secondo, dato per finito troppo presto, si è ripreso dai suoi infortuni tornando ad essere quel cecchino infallibile visto a Sacramento. Ovviamente si è dovuto adattare al nuovo modo di giocare, visto che passare da Webber e Divac a Chandler e West non deve essere stato troppo facile, ed anche per giocare con Paul, serve un periodo dadattamento, perché se è vero che una volta capito i movimenti del compagno si tira quasi sempre coi piedi per terra, è altrettanto vero che non sempre si entra in ritmo senza toccare la palla per tre quattro azioni di seguito. Il record del mese di gennaio è frutto anche delle grandi prestazioni di Peja, che nel primo mese dellanno, ha segnato oltre 17 di media col 51% al tiro da 3, numeri che nelle 4 partite di febbraio sono cresciuti ancora, arrivando a 22.3 punti per gara con un discreto 54% da fuori.
Capitolo Scott. Lex Head Coach di NJ allenerà lall-star game in casa, una soddisfazione non da poco, soprattutto se si pensa a quale sia la nomea di Byron nella Lega, ovvero: un allenatore che delega molti dei suoi compiti agli assistenti, senza fantasia e che affida buona parte delle decisioni al suo miglior giocatore, che in maglia Nets rispondeva al nome di Kidd, mentre ora si chiama Paul.
Ora, è ovvio che se il tuo miglior giocatore è un play, è normale affidarsi a lui in modo quasi totale. DAntoni fa lo stesso con Nash, idem Brown con LBJ. Il problema è che, effettivamente lex guardia dei Lakers sta facendo dei suoi NH una squadra vincente ma non propriamente scintillante, almeno dal punto di vista del gioco. E altresì vero, che con una squadra molto corta (ci torneremo) è in cima allovest. La verità sta nel mezzo, per fare una valutazione completa, bisogna tener conto che in una Player League comè lNBA, avere un allenatore che ha feeling con i propri giocatori è già un bel passo avanti.
Squadra corta dicevamo. Effettivamente la profondità non è la prima caratteristica che viene in mente pensando agli Hornets, che se con gli esterni sono più o meno coperti, nel settore lunghi non sono messi propriamente bene. Bobby Jackson e Jamero Pargo stanno dando il loro contributo, che non si limita solo ad energia e difesa, ma è anche offensivo, ed anche Rasual Butler si sta confermando un comprimario ideale per squadre di vertice. I maggiori dubbi, come detto, arrivano dai lunghi. Hilton Armstrong non sta mantenendo fede al suo status di prima scelta, mentre Ely e Bowen sono nientaltro che dei mestieranti delle aree NBA, e non possono assolutamente essere i primi cambi di una squadra che ambisce alla prima posizione ad Ovest. La stagione degli Hornets può cambiare in caso di qualche problema (anche non grave) di qualcuno degli starter. Limpressione è che una volta arrivati ai playoff potrebbero essere schiacciati dalla pressione e dal livello, anche se scommettere contro Paul sembra alquanto controproducente.
Stefano Manuto