Torna, dopo un mese di assenza, il grande basket al Palascapriano. Ospite di turno la Solsonica Rieti di Lino Lardo e degli ex Hurd e Rizzo. Ancora una volta si registra il tutto esaurito a Teramo con una nutrita rappresentanza ospite. L’inizio è piuttosto deludente: le due squadre si fronteggiano senza riuscire a prevalere l’una sull’altra. Rieti apre subito ma Poeta e Powell rispondono da par loro. Il primo quarto scivola via senza troppi sussulti, anche se Teramo deve recriminare sulle numerose palle perse per eccessiva disattenzione. Nella seconda frazione di gioco i biancorossi tentano l’allungo e concretizzano il loro massimo vantaggio allo scadere con una tripla di Carra che chiude i primi venti minuti sul 40-32. Al ritorno in campo dall’intervallo lungo la partita si anima. Teramo allunga fino al +12, ma gli ospiti con una grande prova di carattere rientrano fino ad agguantare il primo vantaggio sul 69-70. Bianchi capisce che la partita sta per sfuggire e chiama time-out. Da allora la squadra difende in maniera adeguata, cercando di non far più ragionare quel Finley, delizia della tifoseria reatina e disperazione della difesa della Siviglia Wear Teramo. Poeta rientra in campo dopo aver rimuginato sufficientemente a lungo su alcune palle buttate al vento e insieme a Brandon Brown e al nuovo arrivato Devin Green piazza il break decisivo per la vittoria dei padroni di casa che chiudono 91-82 andando anche a superare la differenza canestri dell’andata (94-86).
Sicuramente positivo l’esordio del nuovo arrivato Devin Green che ha sostituito nel roster, ma non nei compiti, Clay Tucker volato al Khimky già prima dell’incontro con Varese. Per lui, oltre ai 16 punti, 7 rimbalzi e 6 assist tanta sostanza sotto le plance, dove ha fatto vedere di sapere anche difendere in maniera egregica come testimoniano le due stoppate a referto. Ancora una volta un encomiabile Brandon Brown che lotta come un leone, recupera palloni, smista assist, facendosi trovare pronto dopo alcune partite un pochino (ma non troppo) in ombra. Doppia doppia meritata per lui con 14 punti e 11 rimbalzi. Poeta continua con il suo rendimento alterno: alcune giocate sono davvero degne di un grande campione, ma le palle perse sono piuttosto banali ed evitabili. Ci sta che un play perda 4-5 palloni a partita visto l’alto numeri dei possessi che deve gestire, ma il modo in cui ciò avviene è piuttosto discutibile. Sempre meglio il Reverendo Powell (19p. 8r.) che sta trovando la via del canestro con costanza e continuità mentre Yango e Migliori (peccato per quel tecnico) danno una grande mano insieme al capitano Gianluca Lulli. Tskitishvili sembra anche lui sulla via del recupero nonostante un pò sottotono a cavallo del secondo e terzo quarto, ma gravato di quattro falli. Dal lato Solsonica, solita grande prova di Finley, top scorer con 30 punti e bene anche Hurd (15p. 8r.) che non può certo arrivare lucido al finale di partita se deve stare in campo trentanove minuti. Tutti gli altri ci sono sembrati al di sotto dei loro standard abituali.
Arriva perciò la undicesima vittoria in campionato per la squadra di coach Bianchi e del Presidente Antonetti che non può che essere contento della vittoria, un pò meno del gioco espresso che a tratti ha lasciato piuttosto a desiderare. Il cambio di Green con Tucker ha portato certamente meno punti in dote, ma sicuramente più difesa. E’ troppo presto per dire se l’acquisto è stato azzeccato o no, ma le premesse sono tutte a suo favore con una mezza idea che la Siviglia Wear, con il cambio, ci abbia più guadagnato che perso. Adesso, però, c’è un’altra partita tra le mura amiche, contro la Cantù dell’ex Dalmonte. Dovessero arrivare altri due punti la strada per la salvezza sarebbe sicuramente in discesa e si potrebbe cominciare a lavorare con maggiore serenità togliendosi magari qualche soddisfazione. Non resta che aspettare la prossima settimana per avere più indizi su Green e sul Teramo Basket. Uno nota di demerito ad entrambe le tifoserie:dopo essersi rispettati per tutta la partita, che bisogno cera di scambiarsi reciproche offese? Non era certo necessario, chiunque abbia iniziato!