BENETTON TREVISO – ARMANI JEANS MILANO: 73-98
1Q: 26-31 / 2Q: 39-52 / 3Q: 60-80 / 4Q: 73-98
Il titolo del pezzo è il coro con cui l’intero Palaverde ha accolto la Benetton all’inizio dell’ultimo, inutile, quarto. La pazienza si è esaurita da tempo, da questa sera se n’è andata anche quella timida speranza di vedere finalmente una svolta. Niente da fare: l’ennesima figuraccia ha sancito ormai definitivamente che la Benetton quest’anno non c’è. La prova di Austin (uno che doveva spostare…) è stata raccapricciante, impalpabili (eufemismo) quelle di Pops, Soragna, Lucas e Atsur; Gaines (17) e Chalmers (19), partiti bene, hanno portato punti e null’altro. Ma è stata soprattutto la squadra (e che azzardo parlare di squadra!) a mancare: ancora una volta, alle prime difficoltà è calato il buio.
Gli evidenti demeriti dei padroni di casa non devono però sminuire l’ottima prestazione di Milano, che ha confermato di essere in un buon momento (Siena è troppo per molti quest’anno…) e di aver trovato la sua identità. Gli uomini di Caja hanno messo aggressività in difesa e la giusta pazienza in attacco: le alte percentuali (56% e 12/23 dall’arco) ne sono state la logica conseguenza.
Partono bene gli ospiti: 5-0 con il canestro di Watson e la tripla di Sesay. Treviso, con Austin a fare danni, si affida a Chalmers e Gaines (rispettivamente 12 e 10 punti nel parziale) e con la bomba di quest’ultimo trova il primo vantaggio (10-9). Entrambi gli attacchi sono molto ispirati anche perché le difese devono ancora prendere le misure. Gallinari si mette al lavoro e un suo gioco da tre punti fa rimettere la testa avanti all’AJ (16-15). Gli ospiti producono punti praticamente ad ogni possesso e così, pur lasciando qualcosa nella propria metà campo, Milano allunga fino a +7. Chalmers, in penetrazione, segna sulla sirena. 26-31 al 10′.
Nel secondo parziale la Benetton continua a faticare in difesa: Katelynas (ottima la sua prova, 14 punti) infila due canestri, per il +8 (35-27). Austin finalmente mette due punti, ma nell’azione successiva commette il suo terzo fallo su Sesay, che si procura un infortunio e non rientrerà più; 7 punti per lui in 12′. Treviso non riesce a cambiare marcia in difesa (scandalosa una penetrazione concessa a Booker) e, con Chalmers in panca, anche l’attacco dà segni di affanno. Mordente mette in campo energia ed un suo canestro riavvicina i suoi (37-42). Milano però dimostra di avere le giuste armi difensive per bloccare una Benetton veramente a corto di idee (Lucas, è evidente, non è il play che serviva) e, con un parziale di 9-2 (7 punti di Vukcevic), allunga fino al +13 (52-39). Il Palaverde fischia.
Nella ripresa Mahmuti, preoccupato da Gallinari, schierato da ala forte, tenta la carta dei 4 piccoli; assetto che, con risultati rivedibili (vedi ad esempio la voce rimbalzi: 39-23 per gli ospiti), non muterà per tutto il resto della gara. Treviso non dà la minima impressione di poter girare la gara. E Milano così allunga, grazie ai punti (8 in questo quarto, 16 a fine gara) su pick&roll di Watson (con Austin in campo, questo gioco dà assolute garanzie) e all’eccellente 6/8 dall’arco (3 centri per Booker). Il Palaverde è esasperato, Mahmuti pure: toglie dal campo Austin per dare spazio al giovane Renzi (4 punti in 14′ e voglia che altri hanno mostrato di non avere). Il canestro di Giovacchini su palla recuperata (passaggio di Chalmers sulla schiena di Mordente…) decreta il +20 (77-57) e conferma che c’è solo una squadra in campo.
Penoso l’ultimo periodo. Milano continua a giocare di squadra, mentre la Benetton persevera nei pasticci. Mordente (18), che per una volta ha giocato da Mordente, è l’unico che lotta: al suo quinto fallo esce tra gli applausi. Per gli altri valanghe di meritati fischi. 98-73 il finale.
Su Treviso non c’è molto da aggiungere. Mancano gli attributi, il gruppo, la responsabilità di onorare una maglia importante. Gli innesti a stagione in corso si sono rivelati inutili ed è ormai evidente che non sarà il mercato la strada giusta per cambiare le cose. È necessario lavorare per costruire un’identità di squadra che ancora manca; e probabilmente è già dardi.
Tanto di cappello a Milano che, giocando con raziocino ed intensità, ha disputato un’ottima partita, non subendo in alcun modo la mancanza di un giocatore importante come Sesay. Il contributo di Gallinari (18 +11) è stato eccellente, ma tutti gli altri hanno fatto il loro: i 5 uomini in doppia cifra (Gallo, Vukcevic -15, Watson, Booker -14 e Katelynas) sono il segnale evidente di una vittoria di squadra.
Si segnalano infine alcuni tafferugli al parcheggio tra alcuni tifosi e Lucas, Austin e Pops, sedati dalle forze dell’ordine.
PLAY OF THE GAME
Il gioco da tre punti di Gallinari nel primo quarto. Danilo conclude una penetrazione sulla riga di fondo schiacciando a canestro la palla e le mani di Gigli.
SALA STAMPA
Caja: Era un importante scontro diretto per i play off e l’abbiamo affrontato bene. Abbiamo scelto di mettere grande aggressività in difesa, anche correndo qualche rischio. Tale scelta ci ha premiati. La vittoria è proprio il frutto di una grande applicazione difensiva su tutti i loro giocatori. Anche in attacco siamo andati bene, giocando con pazienza e trovando buone soluzioni da diversi giocatori.
Sulla Benetton: Anzitutto è bene dire che non è del tutto corretto fissarsi sui demeriti altrui, perché noi abbiamo giocato bene. Detto questo le chiavi della partita possono essere la pazienza e l’aggressività: noi le abbiamo avute entrambe, Treviso meno. In più il pick&roll: Treviso l’ha subito, mentre noi siamo stati bravi a limitare il loro.
Mahmuti: Non è facile commentare questa partita. Abbiamo giocato in maniera terribile. Milano ha fatto quel che ha voluto. Non ci siamo preparati bene, evidentemente. Di solito non parlo dei singoli giocatori, ma questa volta devo farlo: non capiscono come si deve giocare a certi livelli, non riesco a far capire loro cosa devono fare e forse non è il mio compito, perchè qui non siamo a scuola. Martedì affronteremo una gara difficile in Uleb Cup. Questa partita non mi ha offerto nulla di positivo da cui partire. Ma non credo sia il caso di cambiare approccio: devo dire che in allenamento lavoriamo bene, poi però facciamo partite come questa… Ora bisogna capire che c’è da onorare un’importante società, che vale ben di più di ogni interesse del singolo.