Dopo i fasti dell All Star Game di New Orleans, anche per i Nets comincia la seconda, e decisiva, parte della regular season. La squadra si trova in un vero e proprio limbo dopo la trade, già praticamente fatta e poi annullata a causa di un cavillo di Devean George, che ha portato Jason Kidd alla corte di Cuban. Dopo la querelle George che sembrava aver fatto saltare l’affare è arrivata l’ufficialità con Stackhouse che rimarrà in Texas assieme a George ed arriveranno oltre ad Harris e Diop, Ager, Hassel, due prime scelte, tre milioni di dollari e Keith Van Horn.
Si quel Keith Van Horn tanto odiato dai tifosi delle Meadowlands che si rimette virtualmente i pantaloncini per equilibrare la trade. Non potrà continuare nelle sue faccende private perchè per le regole NBA deve essere un giocatore credibile ed arruolabile in caso di necessità, probabilmente lo sarà ma è chiaro che il caso puzza non poco.
Il sarificio di Kidd è necessario in unottica di rifondazione della squadra in vista delle prossime stagioni: la sua trade libera una cospicua fetta di salary cap -Kidd è il terzo giocatore più pagato della lega dopo Garnett e Shaq- e porta in dote due prime scelte future e giocatori interessanti come Devin Harris, giovane e in forte crescita in Texas.
Intanto New Jersey deve risollevarsi da una stagione abbastanza mediocre che vede il suo record fermo a 23 vittorie e 30 sconfitte. Il paradosso della Eastern Conference è che attualmente I Nets sarebbero comunque qualificati per i playoff, pur avendo un record inferiore alle franchige escluse della costa opposta.
Il 2008 è iniziato nel migliore dei modi, con il completamento di una striscia positiva di 5 partite, culminata dalla vittoria ad Orlando. Da lì, nove sconfitte di fila, tre delle quali contro squadre deboli come i Chicago Bulls, i New York Knicks e i Los Angeles Clippers.
E un gennaio tutto da dimenticare per la squadra di coach Lawrence Frank, che non può far altro di rimbboccarsi le maniche per tentare di raggiungere i playoff il prima possibile e magari con un buon piazzamento; arrivando ultimi, i Nets incrocerebbero subito la strada dei Celtics per una scontata elimininazione.
La soluzione per risollevarsi sembra proprio coincidere con la fine della Kidd-era e linizio di una lenta fase di ricostruzione, partendo da una point-guard talentuosa e da un nuovo stile di gioco.
Inoltre la superstar della squadra, Vince Carter, non può permettersi di giocare una partita bene ogni sei. Lex Raptors deve fare i conti con un infortunio alla cavaglia che lo tormenta da inizio stagione: sembra guarito, ma non ha più lesplosività di cui necessita il suo tipo di gioco.
Per forza di cose Kidd era diventato il vero ago bilancia della squadra: quando non gioca lui di solito nel recap compare una L. Per di più ha già eguagliato il numero di triple-doppie della passata stagione ed è a quota 99.
Domanda spontanea: quando Kidd verrà ceduto chi segnerà 11 punti a partita, consegnerà 10 assist e catturerà 8 rimbalzi?
Stesso discorso per Kristic, che dopo la tribuna forzata, sta dando piccoli segni di miglioramento e sembra stia tornando lentamente in forma.
Anche Jefferson ha lo stesso problema di Carter: non gioca più sui livelli a cui era abituato a inizio carriera. Appare come una superstar inesplosa. Era partito bene questanno, ma da gennaio anche lui è scomparso come il resto dei suoi compagni.
Segnali positivi arrivano dallevoluzione di due giocatori: Sean Williams e Josh Boone. Questultimo, da dodicesimo uomo ha risalito la china con la sua aggressività, guadagnando di diritto un posto in quintetto.
Williams è la matricola arrivata questanno da Boston. Gioca una ventina di minuti a gara e segna poco più di 7 punti. Niente male per uno che ha iniziato a giocare a basket neanche 4 anni fa! Il suo ruolo è quello di entrare in campo e portare una dose di energia in difesa, catturare qualche rimbalzo e aprire gli spazi in contropiede. Insomma, può solo migliorare il ragazzo.
Sembra chiaro che la stagione con questo scambio abbia già una fine segnata, ora si vocifera che anche Carter potrebbe fare le valigie, scontento per la dipartita del compagno, e se questo succedesse, saremmo veramente alla rifondazione. Non è detto che sia un male per Jefferson e compagni che, giunti a questo punto, sono sprovvisti di un leader e di una guida spirituale, sono in crisi di prestazioni e risultati e soprattutto in declino come motivazioni. E’ necessario ripartire e convincersi a farlo prima possibile, farà guadagnare tempo e magari figuracce a Rod Thorn e il suo entourage.