Benvenuti in uno degli ultimi avamposti NBA. Nemmeno una delle [i]trading deadline[/i] più infuocate degli ultimi anni ha riscaldato la gelida città del Wisconsin, che rimane [b]sempre più ai margini della Lega[/b].
Una delle piccole città che sembrano ormai lasciate al loro destino dal Commissioner David Stern, che preferisce pensare a folli sviluppi transoceanici piuttosto che preoccuparsi di consolidare le basi dell[i]Association[/i], che si è sviluppata anche grazie a questi piccoli mercati.
Non è solo colpa di chi comanda nella NBA però. È anche colpa di chi comanda qui, ai Bucks. [b]Herb Kohl[/b], membro del Senato degli Stati Uniti dAmerica e proprietario della franchigia, in questi anni non ha [b]mai mancato di far sentire il proprio peso nel momento delle decisioni importanti[/b], spesso a livello di allenatore, ma non solo. I licenziamenti di George Karl e di Terry Porter, dopo ottime annate, per sostituirli con figure di basso profilo (e minor qualità professionale) come Terry Stotts e Larry Kristkowiak denotano un timore verso le personalità forti, che tendono ad agire anche di testa loro. Un desiderio di [b]mantenere salde nelle sue mani le redini della squadra[/b] per seguire passo passo una direzione ben precisa, che però molto spesso si è rivelata quella della sconfitta a ripetizione, dellassenza dai playoff o delluscita prematura dagli stessi, con comparsate per nulla degne di nota.
Ultimo atto dellopera, sembra essere il [b]veto imposto alla trade[/b] che avrebbe dovuto portare [b]Zach Randolph e Fred Jones[/b] da New York a Milwaukee in cambio di [b]Bobby Simmons, Dan Gadzuric e Charlie Bell[/b]. Oltre che allacquisizione di un giocatore di buon talento – anche se dotato di un carattere molto complesso – e di un decente cambio di Michael Redd, la squadra si sarebbe liberata di almeno due (forse tre pensando allannata di Bell) giocatori dai contratti onerosi e pluriennali che non hanno mai reso quanto ci si aspettasse al momento della firma.
Questo tipo di ingerenza è un segnale importante riguardo alle possibilità di una riconferma del GM [b]Larry Harris[/b]: se non sono prossime allo zero, poco ci manca. Una mossa del genere è un chiaro segnale di [b]sfiducia nei confronti del suo operato nellultimo anno di contratto[/b].
La sfiducia, visti i risultati degli ultimi 4 anni è di certo giustificabile, ma per procedere con continuità sarebbe stato più opportuno chiarire i concetti prima di questa stagione: o andare avanti con un rinnovo, oppure sostituire Harris con un nuovo GM.
[b]Impedire di svolgere appieno il proprio lavoro è inutile per la squadra. [/b]
Il roster è quindi rimasto intatto e darà l[b]ultimo assalto ai playoff[/b] così comera prima dell[i]All-Star break [/i] con una [b]flebile speranza[/b]: infatti, nelle ultime 4 partite si sono ottenute 3 vittorie, di cui una in rimonta contro i Nuggets ed una con un canestro allo scadere di Redd nella notte, inaspettata reazione che difficilmente si era vista durante lanno, e che fa pensare ad unipotetica rimonta verso lultimo posto utile per la post-season (traguardo possibile nella pessima Eastern Conference).
Da chi può partire la rimonta? [b]Tre sono i giocatori che possono trainare la squadra verso lobiettivo finale[/b]: [b]Michael Redd[/b], [b]Andrew Bogut[/b] e [b]Charlie Villanueva[/b].
[b]Redd[/b], considerato da molti in partenza qualche settimana fa per via di alcune gare di assenza a causa di un non ben precisato infortunio, [b]è il miglior giocatore della squadra, e la sua vena realizzativa determina in larga parte il risultato delle partite[/b]. Prova ne sono per esempio i 42 punti con i quali ha consegnato la vittoria ai suoi sabato contro Denver.
Ha anche assicurato che, da buon professionista, [b]lavorerà per il bene della squadra fino a quando il contratto lo legherà alla franchigia[/b], salvo eventuali trades che lo possano coinvolgere, che ha fatto capire di non disdegnare, anche senza volerle imporre, perché stanco di far parte di un team in perenne ricostruzione. Un atteggiamento impeccabile, che fanno capire ancor di più la [b]correttezza del personaggio Redd[/b].
Laustraliano [b]Bogut[/b] invece sembra essere esploso nel 2008, nel quale ha [b]aumentato tutte le sue cifre[/b]. In gennaio ha tenuto una media di oltre 16 punti a partita, costituendo una valida [b]alternativa offensiva agli esterni[/b]. Anche i rimbalzi sono cresciuti, arrivando a toccare quasi i 10 catturati ad incontro, con un picco di 20 contro Denver. Un suo maggior coinvolgimento in attacco lo aiuta quindi ad essere più produttivo in tutti gli aspetti del gioco, rendendolo così un centro solido ed una chiave insostituibile per il futuro della franchigia.
[b]Villanueva[/b], invece, dopo un lungo inseguimento, sembra avere [b]riacciuffato il quintetto base[/b]. Sembra che il tentativo di rendere [b]Yi Jianlian[/b] immediatamente [b]produttivo dal quintetto[/b] si sia al momento [b]fermato[/b], perché a fronte di alcune buone partite il talento cinese ha poi offerto prestazioni insufficienti, che sono poi aumentate col passare del tempo (e probabilmente laumentare della stanchezza). Al contrario [b]Charlie-V[/b] è sembrato in [b]crescita costante[/b], e di fatto è diventato quasi impossibile per coach Kristkowiak mantenerlo fuori dai primi cinque. E così le due power forward della squadra hanno invertito i propri ruoli, rendendo così più efficace la rotazione. I minuti sono aumentati a febbraio dai 20 di prima ai 26 ad incontro e i punti sono passati da 10 a 13.
Si riparte quindi per lultima parte di stagione, con le solite aspettative: playoff possibili, ma molto lontani. [b]Serve un finale col botto[/b], una trasformazione totale della squadra, il passaggio da una mentalità ignava ad una vincente. Sarà molto difficile, almeno per questanno.
Per chi vi scrive, si dovrà [b]cambiare molto, nel futuro[/b]: una separazione da [b]Michael Redd[/b] è inevitabile. È ormai chiaro che non si può fondare una squadra vincente su di lui, in quanto è esclusivamente un tiratore, pessimo in difesa e non un leader carismatico (in questo campo è molto meglio Bogut). Bisogna sempre valutare però cosa potrà arrivare in cambio, perché dalla contropartita può dipendere il futuro della franchigia.
[B]Vedremo cosa deciderà il proprietario Kohl[/b]. La storia recente ci insegna purtroppo, che le sue scelte potranno essere basate su criteri diversi da quelli necessari per arrivare al successo in tempi brevi.