La sorpresa dei Blazers di fine 2007, da tredici vittorie consecutive che causò una scalata in classifica da portarli quasi in cima alla Conference; ha provocato uneccessivo sforzo di stamina nella squadra di McMillan da provocare un Gennaio altalenante e, successivamente, un Febbraio decisamente negativo.
Ecco un ritratto di questa squadra, i Portland Trail Blazers, team che nessuno si aspettava potesse arrivare qui sino ad ora. La maggior parte della gente pensava che non si potesse arrivare a pensare ai playoff, ma dopo quel filone di tredici W di fila, i pensieri di molti son cambiati.
Lanno iniziò con quattro vittorie di fila, proseguì con delle ottime prestazioni distanti dal Rose Garden e durante un tour ad Est (sette trasferte in dieci giorni) vi furono 3 W e 4 L che mantennero il record della squadra positivo sopra il 50%.
Dopo questo mese di Gennaio, il percorso di Roy e compagni, è risultato ben più difficoltoso e, con la complicità degli infortuni allo stesso Roy e a James Jones, ha visto il team andare a Sud e uscire dalla griglia per i playoff.
Il record attuale parla di 30 vittorie e 28 sconfitte.
Con questo bilancio, ad Est, si risulterebbe tra i primi in graduatoria, ma siccome siamo ad Ovest, e le cose sono più ardue (Lakers con il miglior record!!), la squadra tuttoggi rimarrebbe fuori dai playoff.
Non dista troppo la griglia, ma, proseguendo di questo passo non sarà affatto facile per Brandon Roy trascinare la combriccola dellOregon.
Lui da solo è riuscito a guidare il team a quel ruolino di Dicembre, ma, visto che pure lui è un umano mortale, lo stato di forma attuale (vedi caviglia destra dolorante di questo periodo) non permette troppi sforzi alla guardia uscita da Washington University due anni or sono.
Vedi le ultime due uscite, con 6-19 al tiro contro Seattle e solo 26 minuti di utilizzo contro i Celtics: durante questa gara dal terzo quarto non ha più messo piede in campo per l’aumentare del dolore alla caviglia.
Negli ultimi due match, contro i Lakers e contro i Clippers, è rimasto in borghese, lasciando scatenare i suoi compagni sul parquet, vincendo la gara contro i “deboli” di LA e perdendola contro gli attuali padroni della Città degli Angeli.
Con il suo gioco controllato e mai ad alto ritmo, la squadra di Coach McMillan, sta tenendo medie al tiro interessanti (45% da 2 e 38% da 3) e ciò deriva dal fatto che lattacco è coordinato dalla eccellente mente di Roy e Blake, due giocatori, anche se diversi nel modo di giocare, che appaiono freddi e cinici nel loro approccio allazione da eseguire (prima penso e poi agisco). Se a questo aggiungiamo un Webster, un Outlaw e un Aldridge dannata, scopriamo che, nonostante letà media giovane, il presente di questo team può essere tranquillamente visto in modo positivo.
Un Outlaw (che di fuorilegge han ben poco) di questi tempi è oro che cola. Per come esce dalla panchina (13 p e 5 r), spaccando la partita in due con le sue insistite penetrazioni e per come contagia il pubblico del Rose Garden, tornato caldo come ai bei tempi di inizio Secolo, è unira di Dio per gli avversari.
Salta a rimbalzo offensivo come unossesso, anche dopo aver sbagliato il tiro, rientra in difesa con voglia e intensità devastante, spesso stoppando i tiri in sospensione degli avversari.
Sprizza energia da tutti i pori e, nonostante un fisico alquanto scheletrico e scarno, schiaccia tutto ciò che si trova nei dintorni del ferro in area avversaria. Penso che questa descrizione possa far capire cosa significhi lOutlaw di ora in questa squadra.
Oltre a Travis, da notare lapporto del giovane (in questi Blazers appare inutile questa parola) Martell Webster.
A differenza di Outlaw, Webster è decisamente più tiratore e anche se le percentuali non dicono la verità se comparate a Outlaw (41% da due e 38% da tre), in uscita dai blocchi è già un discreto spettacolo vederlo tirare.
Il suo contributo in termini di punti lo da (10 p e 4 r), ma rimane ancora un sufficiente difensore. Di tempo per migliorare ce nè moltissimo e in questo contesto di squadra, cioè, un collettivo di gruppo ben coordinato da un allenatore difensivista come McMillan, i risultati nella propria metà campo non tarderanno ad arrivare.
Restando in tema difesa, bisogna far notare che tutta la squadra difende bene e, difatti Portland è la quarta difesa migliore della Lega per percentuale concessa agli avversari, e tra le prime dieci per punti concessi.
Il gap di posizioni tra percentuale e quantitativo di punti lasciati agli avversari è dovuto al fatto che i Blazers lasciano più spazio ai tiri dalla lunga e di conseguenza le percentuali aumentano al tiro da tre per gli avversari, ma, così facendo, anche i punti aumentano.
La tendenza è quella di riempire larea con Aldridge, Przybilla, Outlaw e Frye e, quindi lasciare più libertà al tiro dalla lunga, vedi gara contro Celtics (14/21 da tre per Pierce e Co.).
Tale atteggiamento è dovuto al fatto che in post cè sì la presenza di Przybilla e Aldridge, due giocatori verticali e atletici, ma non così tanto da fiduciare i compagni della prima linea di stare attaccatti ai loro rispettivi avversari. Dal prossimo anno, se Oden rientrerà, questa peculiarità tenderà a sparire e Portland potrà esser decisamente più pericolosa di come lo è ora, almeno difensivamente parlando.
Tornando allattualità, una perdita pesante per il gruppo è stata quella di James Jones.
Da quando lui si è infortunato al ginocchio sinistro il 4 Febbraio, solo due vittorie in otto sfide, e questa mancanza di tiro da fuori e difesa si protrarrà per altre tre settimane. Inizialmente i tempi di recupero erano stati calcolati in massimo due settimane, ma i veri problemi son venuti a galla e si dovrà attendere ulteriormente.
Vedremo se questa assenza porterà maggiori buone notizie da altri panchinari, o anche non panchinari.
Vedi i vari Jarrett Jack, i Channing Frye ed i Steve Blake.
Jack sta disputando una discreta stagione con dei numeri abbastanza altalenanti e con percentuali relativamente basse (42 da due e 33 da tre). Il suo gioco di pura velocità e penetrazioni a difesa schierata sta dividendo i pareri su questo giocatore. Molto spesso conclude bene, con appoggi a canestro (molto simile a Tony Parker), ma altre volte perde palloni insulsi e provoca contropiedi letali da fare imbestialire il suo coach. Poi, giocando così a rischio, quando sbaglia si arrabbia con sé stesso ed esce mentalmente dal match portando infelicità anche nel gruppo.
Dovrebbe solo pensare maggiormente alla costruzione del gioco di squadra e a non intestardirsi alle conclusioni personali. Difatti lanno passato ha sorpreso molti proprio perché sapeva distinguere bene i momenti in cui andar da solo o coinvolgere anche i compagni. Non voglio dire che sia una stella a mò di Kobe, ma alle volte legoismo e la troppa voglia di dimostrare lo fanno sbagliare troppo.
Laltro play, Steve Blake, sta continuando con il suo prezioso contributo di punti dalla distanza e da, inoltre, una grossa mano a Roy nel gestire lattacco della squadra.
Solo in difesa può creare abbastanza problemi, vista la sua taglia fisica e la non eccessiva velocità di piedi, ma messo in coppia con Jack, che è totalmente lopposto per tipo di gioco, può rivelarsi una pedina fondamentale per McMillan
Con questo presente cosa poter prevedere per il più vicino futuro?
Con questultimo deludente Roy, che dovrebbe rientrare stasera contro i Lakers in casa, non si può certamente dire di vedere un bel colore negli orizzonti di gloria in Oregon, ma si spera che torni quello decisissimo di fine 2007 in modo da far sognare tutti i tifosi dei Blazers, me compreso insieme a damon.
Da dire unultima cosa sul calendario dora in avanti, dodici gare esterne su ventitre saranno distanti dal Rose Garden e speriamo tutti noi che Roy trascini questa simpatica giovine compagine ai playoff in modo da sentire ancora i rurali sostenitori urlare DEFENCE DEFENCE negli ultimi minuti del quarto quarto.
Forza Blazers; e, consentitemi il tifo, ma Roy merita l’MVP!