The underrated. Da quando esiste lo sport cè chi è forte fisicamente ed è stato baciato in fonrte dal talento e chi, magari con meno talento riesce ad essere maggiormente decisivo ed importante per leconomia della propria squadra. E sempre difficile stilare delle classifiche, ma ora vogliamo soffermarci sui migliori giocatori dEuropa che per caratteristiche potrebbero essere citati nell’elite, ma non godono del credito che meriterebbero.
[b]Playmakers:[/b]
[u]Raul Lopez[/u] (Real Madrid): è uno dei migliori playmaker puri dEuropa, ma vive sempre allombra dei più appariscenti Bullock e Smith che sono le bocche da fuoco della squadra. Lui è sempre presente, ha lucidità nelle soluzioni, la capacità di coinvolgere al meglio tutti i propri compagni e rarissimamente sbaglia una scelta sotto pressione. Se notiamo in questa stagione madrilena spesso la palla per i tiri importanti è finita nelle sue mani e non ha mai tradito. Questo ragazzo è dotato di un mix di talento e concretezza tipici dei grandi giocatori, la sua gestione dellattacco è palesemente più fluida rispetto a quella del muscolare Tunceri. A Madrid si parla poco di lui, ma se andate da Plaza e gli chiedete qual è lultimo giocatore del suo quintetto che vorrebbe perdere, cè una risposta spagnola pronta ad attendervi.
[u]DeJuan Collins[/u] (Zalgiris Kaunas): Ormai stiamo parlando dellennesimo talento che se ne è andato dal campionato italiano con troppa fretta e nonostante una stagione ondivaga a Varese, ora questo ragazzo sta vivendo una grande stagione in Lituania. Collins è leader negli assists sia in eurolega che in campionato, il suo playmaking non è sobrio e lineare come quello di Lopez ma è in grado di creare situazioni grazie alla sua importante corazza fisica e una capacità di penetrare davvero sopra la media. I suoi assists molto spesso sono smarcanti perché vengono dopo che è stata mossa la difesa, ma oltre a ciò è anche in grado di mettere in ritmo con proficui risultati i suoi esterni, anche perché dai blocchi esce gente come Marcus Brown e Jonas Maciulis.
Se il carisma di Brown è da mettere in preventivo, la sua improvvisazione jazz con risultati così positivi era difficilmente prevedibile, ma è chiaro che uno Zalgiris da top 16 porta in calce la sua firma.
[u]Carlos Cabezas[/u] (Unicaja Malaga): è un pretoriano di Scariolo assieme a Rodriguez ormai da qualche anno e il coach bresciano sa benissimo quello che il capitano porta alla causa. Sfugge ai più la sostanza del suo gioco, perché non ha doti atletiche e fisiche da super uomo, non una fenomenale visione di passaggio, ma è un giocatore di cuore, sostanza ed un trascinatore. Poche parole, pochi fronzoli per lui sul campo, ma quando ha subito un infortunio di recente l’Unicaja ha patito pesantemente con sconfitte roboanti. Pensare che sia il terzo playmaker della nazionale spagnola fa un po rabbrividire chi, come noi, cerca un playmaker degno di tal nome anche nella spazzatura. E incredibile notare, inoltre, come la qualità del suo gioco migliori in modo direttamente proporzionale allimportanza del momento del match e molto spesso lo vedrete gestire i possessi chiave (vedi il canestro vincente contro il Barcellona in eurolega) che giocatori come Haislip o Santiago non possono fare.
[b]Guardie:[/b]
[u]Yotam Halperin[/u] (Maccabi Tel-Aviv) Questo ragazzo nelle giovanili era considerato uno dei migliori prospetti europei destinati allNBA e per questo ha avuto un inizio di carriera piuttosto spocchioso con tanti lampi di talento ma anche tanta discontinuità e tanti errori. Questanno nelle difficoltà intestine del Maccabi che ha troppe prime donne a roster, lui si è dimostrato il più deciso, continuo e chirurgico nel mantenere alto il suo rendimento, soprattutto negli ultimi due mesi. Spesso è chiamato a portare la palla, soprattutto in assenza di Bynum, ma crediamo che il suo ruolo naturale sia quello di guardia perché la pulizia tecnica e una grande capacità di tirare in uscita dai blocchi ne fanno unarma potenzialmente devastante anche alla luce del fatto che tira con il 58% da due, il 48% da 3 e il 93% ai liberi. Che sia suo il ruolo di nuovo Sharp nei canarini?
[u]Jon Stefansson[/u] (Lottomatica Roma): Quando era alla Eldo di Greer e Morandais era il metronomo, a Valencia ha avuto una parentesi negativa, ma ora che è tornato in Italia sta dimostrando per lennesima volta il suo inestimabile valore nelle rotazioni di Repesa. E un giocatore che offensivamente può fare qualsiasi cosa, è un cecchino infallibile dalla lunga distanza, è in grado di finire una penetrazione ed ha un fisico compatto in grado di reggere i contatti nel pitturato. Ha la sinistra tendenza a mettere il canestro quando la palla pesa come un mattone ed oltre al lato offensivo, fa sempre la cosa giusta nel momento giusto. Nella vecchia Eldo era il segugio da sguinzagliare dietro lattaccante piu pericoloso degli avversari, è in grado di annullare il suo avversario con intelligenza ed astuzia apparentemente senza strafare. Il momento di flessione della Lottomatica è arrivato con il forfait dellislandese dagli occhi di giacchio e ora che con Jabber, Ray ed Hawkins il pacchetto esterni ha molta varietà, lui tornerà a fare quello che fa meglio: il killer silenzioso.
[u]Will Solomon[/u] (Ulker Istanbul): E stato lasciato andare dal Maccabi un po troppo a cuor leggero dopo una stagione di alti e bassi, ha conosciuto le grandi ribalte in Turchia con lEfes ed è tornato prepotentemente dattualità ancora in Turchia con il Fenerbache di Tanjevic. E il leader indiscusso della squadra, quello che ha più talento ed è chiamato alle giocate di talento e forza che servono a gente come Turkcan ed Erden per trarre energie positive. E ormai un realizzatore di primo livello europeo, è in grado di segnare in ogni modo, dotato di ball handling finissimo, ma pensare che il suo apporto si limiti a questo è superficiale. E un leader, un giocatore affidabile e semplicemente indispensabile per le fortune dellUlker che prova un assalto insperato alle migliori otto d’Europa.
[b]Ali piccole:[/b]
[u]Roger Grimau[/u] (Axa Barcellona):In questi anni Roger ha fatto il cambio degli esterni, era sempre vincolato a un minutaggio relativo in cui doveva dare il massimo apporto per provare a girare le partite. Da quest’anno con l’investitura di capitano è cambiato il panorama, infatti gode di un minutaggio molto più cospicuo nel quale sta mostrando tante capacità offensive per il quale è sempre stato noto e, nonostante una meccanica di tiro censurabile, i risultati sia dall’arco che in penetrazione si stanno vedendo. E’ in grado di fornire un buon apporto difensivo sugli esterni ed ha la particolare capacità della costanza di rendimento (cosa sconosciuta in catalogna) che lo mette nei preferiti del coach visto che giocatori come Lakovic, Acker e Sanchez non fanno della linearità la loro arma migliore. Sarà l’investitura, la fiducia nei propri mezzi o solamente la maggior considerazione di cui gode, ma in questo momento assieme a Basile è una pedina stabilizzatrice per il post Ivanovic.
[u]Sergi Vidal:[/u] (TAU Vitoria): La sua presenza e il suo ruolo nella squadra è molto simile a quello di Grimau, con esterni del calibro di Rakocevic, Planinic, Teletovic lui è chiamato a dare quella sostanza che spesso viene a mancare. Quest’anno però lo spagnolo sta rispondendo egregiamente dal punto di vista offensivo perchè spesso è risultato il miglior marcatore della squadra andando a punire sistematicamente le attenzioni che Rakocevic e compagni attirano sulle difese. La sua capacità di giocare anche gli ultimi metri di campo è davvero invidiabile e Spahija lo sta sfruttando in maniera intelligente e redditizia, anche perchè l’obiettivo dei baschi sono le final four ed ora che la squadra sembra girare, Madrid non è più una chimera.
[u]Matt Nielsen:[/u] (Lietuvos Rytas): Se vogliamo aprire un paragone su di lui diremmo lo Stonerook dei Lituani. E’ un giocatore di grandissima esperienza europea, sa come si vince e nei momenti caldi della partita lo troverete sempre coinvolto in una giocata positiva per la sua squadra, non necessariamente sotto forma di canestro. E’ il classico esempio del vecchio lupo di mare, in grado di farsi valere e risultare decisivo nonostante un fisico non esattamente da cyberg. In attacco è bidimensionale ed anche se preferisce fronteggiare il canestro riesce a farsi valere anche in post basso. Ha un fiuto sensazionale per il rimbalzo sporco e mette in campo ogni partita un’intensità incredibile. In difesa gioca molto d’astuzia e molto spesso non utilizza il fioretto. Le fortune del Lietuvos degli ultimi anni hanno sempre avuto lui come punto fermo e la sua solidità si riflette su una delle squadre più sorprendenti di questa stagione.
[b]Power Forward:[/b]
[u]Terrence Morris:[/u] (Maccabi Tel-Aviv): Il Maccabi ha fatto un colpo interessantissimo con lui quest’estate dopo che lo scorso anno lo aveva subito pesnatemente nella serie finale contro l’Hapoel. E’ la classica ala forte del 2000, versatile, fisica, potente e verticale; infatti è il giocatore totale, in grado ad un’azione di segnare fronte a canestro con una bomba e l’azione dopo evoluire in post basso per concludere di potenza. Ha un grande istinto e tempo per il rimbalzo (ha vissuto partite da 16 rodmans) ed è un difensore tutto sommato sufficiente. Non pretende tantissimi palloni nelle mani o isolamenti, ma converte al massimo le possibilità che l’attacco gli offre e ormai negli ultimi tempi la sua doppia doppia è tutt’altro che una notizia.
L’anno prossimo potremmo vederlo in una delle corazzate europee, chissàmai magari anche in Italia, ma di sicuro lotterà per grandi traguardi perchè il suo numero è in rampa di lancio.
[u]Shaun Stonerook:[/u] (Montepschi Siena): C’è poco da dire su questo giocatore che vediamo sempre ormai nel nostro campionato. E’ semplicemente il motivo per cui la Montepaschi porta a casa quasi tutte le partite con il finale in volata, non ultima quella con il Panathinaikos. La sua particolarità è che non può essere giudicato guardando le statistiche; è sì in grado di segnare 15 punti, di catturare 10 rimbalzi o di rubare 5 palloni, ma lui lo fa quando è importante per la sua squadra; lascia che la partita venga da lui per piazzare la zampata della tigre e decidere i match. E’ dotato di un’intelligenza cestistica fuori dalla norma, il suo show&recover è il migliore d’Europa e secondo solo a quello di Robert Horry. Se c’è un segreto di pulcinella per la squadra di Pianigiani ha le treccine e un’acconciatura improponibile.
[u]Ermal Kuqo:[/u] (Efes Pilsen Istanbul): Più che un underdog l’albanese viene citato perchè è quello che nell’NBA chiamerebbero il most improved player. E’ sempre stato un giocatore che ha giocato piu di spada che di fioretto, un mestierante che fa dell’intensità il suo credo e si nutre dell’adrenalina che gli scorre nelle vene. Quest’estate invece ha lavorato pesantemente sui suoi fondamentali, sui movimenti in post e su un tiro che ormai è diventato affidabile anche dietro la linea dei tre punti. Ha smussato tanti dei suoi angoli tecnici, sicuramente non è diventato Tim Duncan in un’estate ma se volete vedere chi, assieme a Nicholas (fino a quando c’è stato), ha il rendimento più costante in questa stagione tra eurolega e campionato turco (che è di ottimo livello e di grandi budget quest’anno) fermatevi in Albania.
[b]Centri:[/b]
[u]Marjonas Petravicius:[/u] (Lietuvos Rytas): E’ il classico centro di altri tempi, il giocatore lungo che gioca solo ed esclusivamente gli ultimi due metri di campo in attacco e in difesa ma che è in grado di essere molto utile ai suoi nonostante il breve raggio d’azione. Petravicius è il miglior terminale per gli scarichi di Hollis Price perchè è in grado di finire con potenza e coordinazione anche in spazi angusti ed è l’esatto clone di quello che era Javtokas proprio per i lituani qualche anno fa. E’ stato in grado di mettere insieme in questa regular season cifre di tutto rispetto con partite anche da oltre 30 di valutazione (vero Olimpia Milano?), frutto di una demoniaca presenza nel pitturato. E’ ovvio che non possa cantare e portare la croce ed il suo rendimento è direttamente proporzionale alla bontà del gioco della sua squadra, però in una organizzazione come quella del Lietuvos è stato in grado di ergersi ad uno dei migliori sciamani d’area della stagione, anche se dovrà rimanere ai box fino al termine della stagione per una frattura al piede. Brutta tegola per i lituani che avevano già perso Nielsen qualche settimana fa.