Quando [b]Larry Bird[/b], a seguito della prima stagione fuori dai playoff in dieci anni per i Pacers, aveva allontanato lamico [b]Rick Carlisle[/b] dalla panchina riportando in NBA [b]Jim OBrien[/b], era apparso chiaro ai più come si stesse per concretizzare il rinnovamento auspicato da almeno un paio di anni per la franchigia di Indianapolis: una squadra [b]giovane[/b], ma adeguatamente puntellata da veterani, con ragionevoli ambizioni di approdo alla post season per il presente e qualche ambizione per il futuro prossimo, grazie ad [b]un gioco più veloce ed offensivo[/b] di quello imposto dallex-coach dei Pistons.
Come si può intuire osservando lattuale record (25-41) sembra che [b]il nuovo corso, almeno per questa stagione, non sia ancora decollato[/b]: dopo un mese di ottobre assai promettente, la squadra ha attraversato [b]numerose strisce negative[/b] in cui sono emersi, a volte in maniera impietosa, tutti [b]i difetti[/b] del team. Benché forti nella metà campo avversaria dal settimo attacco della lega per punti segnati, infatti, [b]la difesa[/b] è migliore (o forse sarebbe più adeguato dire meno peggio) soltanto di quelle di Sonics, Grizzlies e Warriors, rispettivamente due formazioni in caduta libera ed una guidata da Don Nelson; analizzando in maniera appena più approfondita le cifre di tale attacco, si scopre come siano sminuite da un elevato numero di tiri presi e poi realizzati con [b]pessime percentuali[/b], che associandosi al primato nei [b]rimbalzi difensivi concessi[/b] spiegano il perché di tante sconfitte. Il mancato arrivo dei risultati si è riflesso anche sull[b]affluenza[/b] del pubblico alla Conseco Fieldhouse, in flessione già ai tempi delle squalifiche seguite alla famigerata rissa di Auburn Hills ed ora giunta ai minimi storici nonché [b]allultimo posto nella Lega[/b], fatto questo che potrebbe aver influenzato i fratelli [b]Simon[/b] nella decisione di [b]mettere in vendita la franchigia[/b] (per la quale tuttavia non si sono ancora sentite neppure voci di offerte).
In aggiunta, sono arrivati anche gli infortuni a [b]Jamaal Tinsley[/b] e [b]Jermaine ONeal[/b], imprevisti che hanno danneggiato il 2007/08 dei Pacers su di un [b]duplice piano[/b]: pur essendo [b]due punti di forza del quintetto[/b], la cui assenza indebolisce ovviamente starting five e profondità della panchina, i loro nomi erano allo stesso tempo tra quelli inseriti più di frequente nei rumors inerenti a Indiana; sempre nellottica del già citato rinnovamento, la squadra [b]stava cercando di scambiarli[/b] ai fini di alleggerire il salary cap e dare una ulteriore sterzata verso la linea verde, non perché i due siano decrepiti (il play ha compiuto da meno di un mese i trenta, J.O. lo farà ad ottobre) ma perché appartenenti ad un ciclo ormai concluso dei gialloblu e purtroppo sempre più spesso alle prese con qualche [b]problema fisico[/b] che ha finito per influenzarne presenze in campo e rendimento. La sopraggiunta impossibilità di realizzare quelle manovre ha rimandato ogni trattativa allestate, con i Pacers che, assieme a Sixers e Heat, sono stati gli unici a restare [b]immobili[/b] nel tourbillon delle trade invernali.
Limmobilismo sembra aver colpito, con due notevoli eccezioni che vedremo tra poco, anche il resto del roster: mentre di solito gli infortuni dei titolari sono sfruttati dalle seconde linee per dare unimpennata o quantomeno rinforzare le proprie statistiche, i vari [b]Diener[/b] e [b]Murphy[/b] non sembrano poter creare grattacapi ad OBrien una volta rimessisi in sesto gli starter, in cui continua a essere annoverato il solito [b]Jeff Foster[/b] (rimbalzista e difensore con poche risorse in attacco ma proprio per questo spalla ideale per ONeal) piuttosto che [b]David Harrison[/b]; dopo quattro anni trai professionisti, il sette piedi uscito da Colorado è ancora lontano dallessere un giocatore affidabile, sia in azione che fuori dal parquet, viste le varie squalifiche provenienti sia dalla NBA che dalla sua stessa società.
In un panorama così poco esaltante, i due soli nomi che offrono buoni motivi per non parlare di unannata completamente negativa sono quelli di [b]Mike Dunleavy Jr.[/b] e [b]Danny Granger[/b]: entrambi stanno ritoccando al rialzo le loro statistiche chiave, con il primo che sembra aver trovato infine [b]la continuità al tiro da fuori[/b] e il secondo che è sulla rampa di lancio per diventare [b]una delle guardie più complete del futuro prossimo della Lega[/b]. Per età e talento dovrebbero essere le nuove fondamenta dei nuovi Pacers, lunico interrogativo a questo punto è se uno dei due saprà anche essere [b]il leader[/b] capace di trascinare i compagni nei momenti di difficoltà, figura la cui mancanza è stata fatta notare da Bird in persona.
OBrien avrebbe preferito senzaltro un inizio meno traumatico, ma se riuscisse a [b]ripetere le imprese bostoniane[/b], anchesse iniziate con una tuttaltro che memorabile prima stagione, questa sarebbe considerata solo [b]la naturale transizione[/b] verso un nuovo capitolo della squadra di Indianapolis.