Siamo alle solite. Un anno di soddisfazioni, non enormi, ma se ti chiami Clippers bisogna accontentarsi, un anno di soddisfazioni dicevamo e dopo il ritorno alla mediocrità, con una stagione vicina al 50% di vittorie (40W/42L), che ad Ovest negli ultimi anni vuol dire esclusione dai playoff, e questanno la caduta libera dovuta, in buona parte, allinfortunio della stella Elton Brand, che ad inizio stagione si è rotto il tendine dAchille, un infortunio che lha tenuto fuori per tutta la stagione.
Non facile sopravvivere in una conference piena di squali che sera dopo sera ti logora elevando il livello di gioco a vette molto alte. Impossibile se sei martoriato dagli infortuni nei tuoi giocatori chiavi, perché oltre allex Bull, i Clippers non hanno potuto contare su Livingston (che solo ora sta cominciando a riprendersi dopo limpressionante incidente avuto la scorsa stagione), su un Sam Cassel al pieno della forma, e sulla rivelazione della stagione di L.A. ovvero, Chris Kaman, centrone bianco del quale già si conoscevano il bagaglio tecnico e fisico, ma non la costanza e la concentrazione. I Clippers, dopo una buona partenza, 4W, si sono fermati, inanellando, tra novembre e dicembre una serie di 7 perse, strisci replicata sul finire dellanno solare, quando arrivarono ancora 7L consecutive.
Con la stagione compromessa, i cugini poveri di Los Angeles hanno cominciato a tagliare i rami considerati secchi, come Ruben Patterson, volenteroso ma non proprio un elemento rasserenante nello spogliatoio, oppure come lo stesso Sam I Am Cassel, che è stato dispensato dal contratto per dargli la possibilità di giocare per il titolo in quel di Boston.
Da dove devono ripartire i Clippers? La risposta logica sarebbe Brand, ma non sempre la logica si sposa con la realtà. Il prodotto da Duke è un All-Stars, ma si è infortunato in modo grave, un tipo di infortunio che per un giocatore della sua struttura fisica potrebbe essere limitante. Ma non è solo su basi mediche che i Clippers stanno facendo germogliare i loro dubbi. La stagione del Caimano ha dato ai Clippers un uomo darea convincente, più interno di Brand (che gioca sempre nei pressi dellarea, ma si è costruito un tiro dai 4/5 metri importante), ma meno ingombrante per lattacco, necessitando di meno palloni per essere efficace. Proprio da lui, e da Corey Maggette, potrebbero ripartire i Clippers, una base mica male se consideriamo il potenziale di Thorton, matricola che sta facendo molto bene in questa seconda parte di stagione.
Corey Maggette, che questanno sta abbondantemente scollinando oltre i 20 di media, è da un paio di stagioni (se non 3) al centro di continue voci di mercato. Il giocatore che è ancora giovane (classe 1979), sarebbe la casella mancante in molti mosaici sparsi per la lega, prima fra tutti San Antonio e Portland, i primi alla ricerca di un atleta difensore da mettere nel ruolo di 3, i secondi interessati ad un giocatore ancora nel pieno della carriera, ma con esperienza tale da poter essere un punto di riferimento per i giovani leoni dei Blazers. A fine anno andrà in scadenza di contratto e non è detto che la sua prossima casacca sia quella dei Clippers.
Altro giocatore su cui ricostruire è Al Thorton, ala dal gran atletismo ma dalla mano morbida. In stagione viaggia ad oltre 12 di media, ma nel mese di febbraio ha messo insieme cifre ben più alte, specificatamente 17 punti a partita con più di 6 rimbalzi per gara. Il giocatore è fatto e finito, nel senso che questo è e questo rimarrà, almeno dal punto di vista tecnico, anche percè è giovane ma non giovanissimo essendo del 1983. Certamente potrà diventare un giocatore importante sia partendo in quintetto che partendo dalla panchina, dove può dare la scossa con il suo dinamismo e la capacità penetrativa.
Ma questestate sarà calda non solo per i giocatori in campo. Anche coach Dunleavy e il suo operato sono da considerare sotto la lente dingrandimento. La non perfetta sintonia con Maggette (ne ha chiesto a più riprese la cessione per far arrivare allovile il figlio), e le due stagioni senza playoff potrebbero spingere la proprietà a cambiare rotta, anche se limpressione è che gli verrà data almeno unaltra stagione per riscattarsi.
Sono molteplici gli scenari che si aprono di fronte ai Clippers, che in una off season che si preannuncia movimentata potrebbe perdere il loro uomo franchigia, Brand e il giocatore con più talento, Maggette. Certo, si libererebbe dello spazio sotto al cap che, unito ad una probabile alta prima scelta potrebbe essere una buona base per ripartire, a patto di riuscire ad attirare in città i free agent disponibili.
Quale che siano le scelte, la speranza dei tifosi dei Clippers è quella di non ripiombare in quel limbo che ha da sempre contraddistinto i cugini poveri dei Lakers.
Stefano Manuto