Cosa può scattare in una squadra dopo una prima metà di stagione mediocre per farle fare un salto di qualità come se si passasse dal giorno alla notte?
Provate ad andare a bussare alla porta di [b]Ed Stefanski[/b] e fategli dare una risposta, anche se probabilmente neanche lui ve ne darà una così esaustiva da convincervi.
Perché lui è sì lartefice dello scambio Korver-Giricek che, visto ora sembra una vera e propria pazzia per come Korver si sposa con il gioco dei Jazz e come Giricek non si sia mai sposato con la maglia Sixers, eppure se andate a vedere lo schedule dei Sixers vi accorgerete che nelle ultime 23 partite le sconfitte patite sono state solamente 5.
Billy King ormai era un separato in casa e questo si sa, era odiato da tutta la città, da tutti i tifosi e se voleva farsi ricordare in città ci è riuscito mandando via da Philadelphia il presidente onorario Iverson verso i lidi del Colorado, ma non è tutto fango ciò che ha fatto e lo vedremo.
Proprio [b]Iverson[/b] in settimana è tornato nella sua casa per la prima volta da avversario e alla presentazione del quintetto è stato accolto da una standing ovation da far rabbrividire. Lui, da par suo, ha risposto con unevidente commozione e continuando a percuotersi il cuore come per dire: [i]voi siete sempre qui, ovunque io giochi[/i] e allinizio del riscaldamento ha concluso il suo show personale andando a baciare il simbolo dei Sixers sul parquet del Wachovia Center generando lilarità e ladulazione di un personaggio che ha diviso, divide e dividerà sempre, ma che a Philadelphia ha dato e ricevuto anima e corpo. Per chiudere la parentesi sentimentale il “nostro” ha anche indossato nella suddetta partita delle scarpe con la scritta thx Phila.
Parlando di basket giocato, i Sixers stanno attraversando un momento di forma incredibile e per la prima volta in stagione hanno superato la fatidica quota di 50% di vittorie. Se pensate che le vittorie conseguite nella streak siano frutto di un calendario agevole siete fuori strada perché solamente nellultimo mese alcune delle vittime sono state: Denver, San Antonio, Phoenix, Detroit e Boston, di cui le ultime tre a domicilio.
E difficile dare dei meriti primari ai singoli per queste vittorie perché sono venute dal [b]gioco di squadra[/b], dalla voglia di sacrificarsi e da quellentusiasmo che solo la giovane età e la freschezza atletica e mentale ti danno.
Miller è stato il direttore dorchestra migliore possibile, ha gestito lattacco sui 28 metri in modo esemplare, mandando a segnare anche Maurice Cheeks se ce ne fosse stato il bisogno, ma oltre a questo è risultato essere un arma offensiva in fase di finalizzazione davvero insospettabile. Nella partita contro gli Spurs ha dominato fisicamente Parker portandolo in post basso e generando attacco per sé e per i compagni nel modo in cui solo Billups in quella posizione può fare.
Di sicuro grande impatto arriva anche da Andrè Iguodala che ora è veramente ad un piccolo passo dal diventare un all star, perché si sta dimostrando oltre che un grande giocatore a tutto tondo, anche un affidabile terminale quando la palla scotta, infatti la scorsa notte nella vittoria a casa dei Celtics ha propiziato con 8 punti il parziale di 19-0 che ha girato la partita come un guanto, oltre ad infilare il jumper dallisolamento che ha chiuso i conti.
Ora anche le giovani leve che prima erano accusate di essere troppo poco mature per una squadra vincente come [b]Dalembert, Williams e Carney,[/b] stanno dando risposte confortanti. Lhaitiano ha messo a segno spesso la giocata difensiva chiave del match, ha difeso su Duncan negli ultimi possessi come forse solo Kenyon Martin è stato in grado di fare in precedenza ed è stato in grado di alterare il tiro della vittoria di sua maestà Carmelo Anthony.
Discorso differente per Williams e Carney, che sono chiamati ad uscire dalla panchina e dare impatto immediato. Il compito viene svolto alla perfezione perché Williams ha dei momenti di lucida follia nei quali risulta un fiume in piena e riesce a portare tanti punti in pochi minuti alla causa, mentre Carney (che ancora deve migliorare moltissimo nellattacco a metà campo) è uno dei migliori corridori di corsie laterali del contropiede e la sua fisicità nel finire vengono esaltate dal gioco in velocità orchestrato da Cheeks.
GiàMaurice Cheeksda quando Stefanski lo ha sostanzialmente obbligato a dare spazio ai giovani come Young, Smith, Williams e Carney la squadra ha cambiato faccia ed ora si ritrova a gestire una situazione di una squadra esplosa dal nulla e dalla chimica perfetta come gli era capitato a Portland qualche anno fa. Se questanno giungere ai playoffs è un miracolo ormai vicino e ci si potrebbe accontentare anche di un uscita al primo turno, fondamentale sarà per “Mo” e il front office la offseason, perché scegliere adeguatamente la presenza in post basso che manca ed il tiratore negli esterni che non è più Korver, potrebbe fare tutta la differenza del mondo tra la mediocrità o il puntare al titolo.
Le “young guns” sono riuscite a portare di nuovo amore e coinvolgimento verso i 76ers che stanno vivendo una favola che forse va oltre limmaginazione, ora sarà dura far seguire alla favola la realtà e la programmazione, però ora godiamoci questa squadra, che nonostante tutto è stata assemblata da Billy King, amato od odiato che sia.