Ok, bene. Scordatevi le battaglie dellOvest, quelle tra squadre con un record oltre il 60% di vittorie. Scordatevi una classifica dinamica, che un giorno incensa una Houston alla prima piazza per vederla una settimana più tardi al 3° posto. In poche parole, scordatevi lo scintillio dellOvest e calatevi nel grigiore dellEst, rischiarato dai lampi di talento di LBJ, dalla missione di Boston e dalla indolenza di Detroit. Tanto per dare due freddi numeri, solo Boston, Detroit e Orlando farebbero i play-off ad Ovest, mentre per le altre squadre la stagione si chiuderebbe a metà aprile, Cleveland compresa che, ricordiamolo, è stata finalista lo scorso anno. Ma come detto in precedenza, siamo ad Est baby e bisogna adeguarsi.
Partendo dallalto, ovvero dai Celtics, proviamo a dare uno sguardo alle squadre che parteciperanno ai playoff, abbozzando anche qualche previsione sugli accoppiamenti del primo turno, considerando che le prime 7 posizioni dovrebbero restare invariate, anche se Phila è lanciata allinseguimento di Washington e Toronto farebbe volentieri a meno di incrociare il cammino dei Pistons.
[b]1 Boston (56-15):[/b]prima squadra ad Est (e in tutta la Lega), Boston, che dopo essere passata indenne dal micidiale Texas Ring, è caduta due volte consecutivamente, contro New Orleans e Phila. Ha messo nel motore due vecchie lenze come Cassel e P.J. Brown, una discreta polizza per quando comincerà a far caldo per davvero. Al primo turno dovrebbe incontrare Atlanta, per poi avere la strada spianata (o quasi) verso una finale di Conference che mai come questanno sembra scontata. Certamente tirerà un po i remi in barca, per arrivare riposata a metà aprile. Difende come nessuna nella Lega e dallaltra parte ha 3 giocatori che possono segnare una partita.
[b]2 Detroit (51-21):[/b] se Boston ha giocato una regular season di feroce intensità, vuoi per la voglia di riscatto da parte di Pierce e per larrivo di KG, vuoi per la necessità di costruire unidentità di squadra, i Piston, come dabitudine nelle ultime stagioni, hanno fatto fatica a mettere la terza. Billups e compagni godono di molto credito, in particolar modo fra gli addetti ai lavori, consapevoli della tremenda esperienza e profondità di Detroit, che ha il quintetto più forte della Lega, ed una panchina che sta diventando sempre più affidabile oltre che piena denergia. Dovessero incrociare ancora una volta Cleveland (probabilmente al secondo turno), non è detto che Sheed sarà lo stesso degli scorsi playoff. Potrebbe essere lultima chiamata per un gruppo che ha dato tanto e che Dumars ha deciso di tenere per un nuovo assalto allanello. Di certo è lultima chiamata per Saunders: o arriva almeno in finale o fa le valigie.
[b]3 Orlando (46-27):[/b] Howard si è lamentato del fatto che i suoi Orlando Magic non siano rispettati dal resto della Lega. Il giovane centro di Orlando non ha tutti i torti, ma certamente nel fare questa dichiarazione ha tralasciato alcuni aspetti che ai più non sono passati inosservati. Primo fra tutti la scarsa esperienze in post season dei giocatori di Orlando. Solo il turco può dire di aver giocato partite importanti ai play-off, forse Lewis potrebbe avanzare qualche rimostranza, ma le sue 16 partite di play-off sono sta vissute quasi tutte da seconda se non terza opzione offensiva. Altro aspetto che potrebbe chiarire il perché si ha una percezione non forte dei Magic è il tipo di gioco. Con un finto 4 come Lewis, prima di tutto un tiratore esterno, limpressione è che per la post season non possa bastare affidarsi al tiro da fuori, specialmente se lunico giocatore interno è si dominante dal punto di vista fisico, ma non è certo uno da cui andare ad ogni possesso per vedere che adeguamenti fa la difesa. Inoltre nella posizione di play sia Nelson che Arroyo non danno delle certezze tecniche. Come da inizio stagione molto passerà dalle mani del turco, vero segreto di pulcinella dei Magic.
[b]4 Cleveland (40-32):[/b] Il 4° posto sembra in ghiaccio e questa sarebbe la notizia migliore per i Cavaliers, che lontano dalla Q Arena hanno, al momento di scrivere, un record di 16 vinte e 21 perse. La trade che ha portato sul lago Wallace, West, Smith e Szczerbiak deve essere ancora metabolizzata del tutto, specialmente lutilizzo di Wally non è ben chiaro. Col rientro di Z e quello imminente di Gibson (che ha ripreso ad allenarsi), la rotazione di Cleveland comincia a diventare interessante, specialmente se Pavlovic confermerà in aprile ciò che sta facendo vedere in questo mese di marzo, dove viaggia in doppia cifra per punti segnati. Dopo queste belle parole, passiamo alla semplice, ma quanto mai vera, realtà: i Cavs sono in mano a James. Il prescelto ha già dimostrato di poter vincere delle partite da solo. Non è un caso che sia Boston che Detroit non vogliano incrociare i Cavaliers se non alla fine del viaggio ad Est (o nelle immediate vicinanze). Il compito del cast di supporto è quello di restare in partita fino allultimo quarto, da li in poi palla a LBJ e ammirare.
[b]5 Washington (37-34):[/b] Alzi la mano chi, ad inizio anno, avrebbe pronosticato i Wizard ai play-off senza praticamente mai avere a disposizione Gilbert Arenas. Se la coerenza esiste ancora, non dovrebbero essere molte le mani alzate. Washington è stata tenuta in linea di galleggiamento dalla costanza di Jamison (che viaggia ad oltre 20 punti e 10 rimbalzi di media), e dallesplosione definitiva di Caron Butler, che si è trasformato da giocatore talentuoso a vero e proprio uomo franchigia, tanto da far pensare a molti che se, nel caso Arenas volesse andarsene non sarebbe poi questa gran disgrazia. A proposito di Agent 0: potrebbe rientrare per i playoff, ma non è detto che lo faccia, come invece è certo che eserciterà lopzione per uscire dal contratto e sondare il mercato. Paradossalmente ora per Washington inizia la parte facile della stagione, quella difficile era non affondare. Adesso nei playoff possono succedere molte cose, specialmente se gli accoppiamenti sorrideranno ai capitolini, che se dovessero incrociare Cleveland o Orlando non sarebbero affatto scontenti.
[b]6 Philadelphia (37-35):[/b] Ma questi non dovevano giocare a perdere? Lidea iniziale, seppur prudentemente celata, si è arenata di fronte allentusiasmo dei giovani leoni dei Sixers, che trascinati dalla leadership di Miller, dalla consacrazione di Iguodala e dalla (finalmente!!!) concretezza e continuità di Samuel Dalembert, si sono issati fino alla sesta piazza, una cosa impensabile ad inizio stagione. Delle squadre di seconda fascia del tabellone ad Est sono sicuramente la più insidiosa, perché hanno gente fresca capace di produrre punti in poco tempo. E ovvio che la post season è altra cosa rispetto alle 82 partite di stagione regolare, ma non è detto che Orlando (che al momento pescherebbe Phila), sia poi così contenta di incrociare la squadra di Cheeks, che in estate dovrà fare delle scelte, più precisamente dovrà dare o meno, il massimo salariale a Andre Iguodala, che certamente vorrà batter cassa dopo una stagione del genere.
[b]7 Toronto (36-35):[/b] Se Phila è una squadra in rampa di lancio, i Raptors sono invece in una fase involutiva che sembra non poter avere fine. In marzo il record dei canadesi è stato di appena 3 vinte contro 10 perse. Un ruolino di marcia che ha sicuramente risentito dellassenza per infortunio di Bosh, ma che sta preoccupando e non poco tifosi e dirigenza. Sam Mitchell da parte sua continua a pasticciare dalla panchina. Più che altro, quello che più viene imputato allex mentore di Garnett, è il non avere punti di riferimento, delle sicurezze che vadano oltre allo scontato Bosh e a Parker. Il rientro di Ford non ha di certo aiutato la ricerca di queste certezze, togliendo un po di spazio e dinerzia a Calderon. Per quanto possa dispiacere ai tifosi di Andrea Bargnani, il Mago non sta dimostrando progressi dove più ne aveva bisogno, ovvero a rimbalzo e come presenza in campo. Alterna troppo prestazioni offensivamente convincenti, ad altre incolore. Certo, la sua gestione da parte di Sam non è il massimo della vita, ma certe cose bisogna anche guadagnarsele, specialmente se si è LA prima scelta. Il destino ai play-off sembra segnato, specialmente se dovesse capitare di essere accoppiati con Detroit.
[b]8 – Atlanta (31-40):[/b] Tra le squadre in corsa per lottavo posto è sinceramente quella che sta meglio, per record e per gli scontri che lattendono in questo finale di stagione regolare, dove le uniche partite dure sembrano effettivamente essere 4, quelle contro Chicago, Toronto e il doppio scontro con Phila. Limpressione è che si debba guardare da una sola squadra: se stessa. Con una NJ in piena ricostruzione e unIndiana troppo a corrente alterna, Atlanta può solo gettare al vento una post season che vorrebbe dire cominciare a vedere la luce in fondo ad un tunnel di mediocrità ormai lungo un decennio.
Ovviamente, in caso di qualificazione alla post season, il risultato del primo turno appare scontato, ma la strada sembra quella buona, anche se lestate sarà tuttaltro che tranquilla in Georgia.
[b]9 – NJ (31-41):[/b] Francamente le possibilità di approdare alla post season sono poche, pochissime, forse meno delle motivazioni della franchigia della palude. Non fosse per la voglia dei giovani di mettersi in mostra, NJ avrebbe già mollato losso, per concentrarsi su unestate che potrebbe veder partire Vince Carter, in modo da accelerare ulteriormente un processo di ricostruzione iniziato con la cessione di Kidd.
[b]10 – Indiana (29-43):[/b] Il calendario non è proibitivo, ma diciamoci la verità: quanto interesse hanno i Pacers a partecipare ai playoff? Nessuno. Le saltuarie e non per niente brillanti apparizioni di ONeil in questa stagione, potrebbero essere state le ultime in maglia Pacers, o almeno è quello che sperano, sia la dirigenza di Indiana sia il giocatore. Il draft sarebbe cosa gradita, a Bird e a Walsch (che non è detto rimanga).
[b]11 – Chicago (28-43):[/b] Ebbene si, i Chicago Bulls con un record di 28 vinte e 42 perse, potrebbero accedere ai play-off. La trade chiusa in prossimità dellall-stars game sembra aver fatto bene ai Bulls, che hanno trovato una parvenza di identità di squadra, che però è arrivata con colpevole ritardo.
[b]Stefano Manuto[/b]