Dunque, dove eravamo rimasti ?
Ah si, alla striscia di 22 vittorie consecutive che hanno condotto i Rockets al primo posto ad Ovest a metà marzo. Da quel momento, il record si è stabilizzato sul 60%, causa un record di 6 vittorie e 5 sconfitte nelle ultime undici partite, quelle successive alla striscia da 22W.
Attualmente Houston occupa il quinto seed ad Ovest, con il record di 52-25, a sole 2 gare di distacco dagli Hornets capoclassifica con un record di 52-23 e a mezza partita dai Suns che inseguono in sesta posizione, in una West division davvero cortissima.
La strada che ha portato i Rockets al primo posto, però, come si sa, è stata accidentata dal grave infortunio del loro centro titolare, il cinese Yao Ming, che è una pedina fondamentale del team. Questo però non ha impedito a Houston di schiantare tutte le avversarie fino alla sconfitta patita contro Boston.
E se la maggior parte degli addetti ai lavori e dei tifosi NBA (me compreso), credevano che all’interruzione della striscia Houston subisse un forte contraccolpo psicologico dato dall’assenza della loro stella e da un calo di concentrazione e successivo rilassamento per la conclusione dell’incredibile periodo vincente, McGrady e compagni hanno subito smentito gli scettici, scendendo sì nel seeding, ma dimostrando di saper vincere tutte le partite che dovevano vincere, perdendo contro New Orleans, Phoenix, San Antonio ce sono squadra sulla carta superiori o quantomeno dello stesso livello di Houston, e steccando forse un’unica partita contro Sacramento, dove la L è arrivata di un solo punto. Si poteva decisamente far di peggio senza Yao.
Certo quest’anno ad Ovest c’è da stare attenti ad avere una sconfitta di troppo, e in questo momento i Rockets sarebbero accoppiati con Utah, con il vantaggio del fattore campo, pericoloso incrocio che rievoca gli scorsi playoffs, ma a campi invertiti.
Prima di pensare ai possibili accoppiamenti però i Rockets devono fare attenzione a questo finale di stagione, che li vedrà affrontare, tra gli altri, i Suns in casa, una pericolosissima Denver in cerca di vittorie per centrare i playoffs alla Pepsi Center Arena, e proprio i Jazz in quello che potrebbe essere un gustoso antipasto di post season.
La post season è già assicurata, ma sarà sicuramente importante sapere con quale squadra si accoppieranno TMac e soci per capire quali potranno essere gli sbocchi nei playoff.
Per far fronte alla difficoltà nella rotazione dei lunghi, Houston ha firmato Loren Woods, che va ad aggiungersi all’ottimo Scola, che sta dimostrando quanto può essere importante in questa franchigia, un sorprendente Carl Landry, rookie di Purdue che sta performando oltre le più rosee aspettative, dando alla causa 8 punti e 5 rimbalzi di media, un sempre solido Chuck Hayes, sophomore che contribuisce a rimbalzo e con il lavoro duro in difesa, e il veteranissimo Dikembe Mutombo Mpolondo Mukamba Jean Jacque Wamutombo (Mutombo per gli amici), che dall’alto dei suoi 42 anni (ma potrebbero essere anche di più data l’approssimazione con cui negli anni 60 venivano anagrafati gli abitanti di Kinshasa) garantisce 15 minuti di gara in cui regala ancora più di una stoppata e 5 rimbalzi alla causa biancorossa. Dove manca la quantità quindi, si è cercato di sopperire con la qualità degli interpreti, che seppur nella maggior parte dei casi undersize, sopperiscono con la grinta alle mancanze tecniche e di tonnellaggio.
Dire adesso se quanto presente sia sufficiente a fare strada nei playoff è impresa molto ardua ovviamente, anche se è un dato di fatto che nella post season il gioco rallenta ed è importante avere uomini d’area importanti in grado di dare punti nel pitturato e di tenere occupata e chiusa la difesa per liberare spazio agli esterni.
Tutto dipenderà quindi dalla squadra che Houston dovrà affrontare al primo turno. Le possibilità più alte vedono i Rockets presentarsi all’appuntamento del 20 aprile con Utah, Phoenix o Lakers. Francamente tutte squadre che sono portate a mettere in difficoltà i Rockets.
Se è vero, infatti, che con Utah ci sarebbe una spinta motivazionale superiore data dalla fame di vendetta dopo il 4-3 subito lo scorso anno al primo turno dai mormoni, è anche vero che per come sono strutturati i Jazz ci sarebbero dei matchup difficili da affrontare, con Boozer che potrebbe aver gioco facile in area, supportato da Kirilenko e Okur, quindi da altri due lunghi molto alti che potrebbero metterebbero in crisi Houston sotto le plance. Certo i Jazz sarebbero una ottima vittima sacrificale per Tracy McGrady, data la loro idiosincrasia verso gli esterni con molti punti nelle mani, che i Jazz continuano a soffrire particfolarmente. Potenzialmente sarebbe una serie molto equilibrata, ma senza Yao in centro, ho i miei dubbi che i razzi la possano spuntare in 7 partite.
Phoenix è l’altra indiziata ad affrontare Houston, nel caso i Rockets riescano ad agganciare i Lakers al terzo posto ad est. E qui francamente, con la nuova versione dei Suns basata sul gioco interno di Shaq e su un Amarè sempre in grado di fare male, vedo pochi punti a vantaggio dei ragazzi di Adelman, e solo una serie strepitosa di Scola che possa caricare di falli i lunghi dell’Arizona, sempre in sofferenza da questo punto di vista, potrebbe portare ad una serie equilibrata.
I Lakers, anche loro, hanno buone possibilità di affrontare Houston al primo turno ad Ovest, e anche loro, con Gasol e Bynum possono mettere parecchio in crisi il reparto dietro dei texani. Certo, meglio affrontare i lacustri al primo turno che in seguito, sia perchè Bynum è al rientro e quindi ancora arruginito e potrebbe in qualche modo danneggiare il gioco di LA, sia perchè sarebbe l’inizio della missione di Kobe e soci, che ad avviso di chi scrive tenderanno a carburare con l’andare delle gare. D’altrocanto LA si può anche permettere di utilizzare un difensore super come Bryant su TMac nei momenti in cui il dormiglione sarà particolarmente ispirato.
Non sono molto ottimista, come si può notare, sul prosieguo della stagione dei Rockets, e il mio pronostico è che in una serie a 7 partite, con gli accoppiamenti che si prospettano i texani siano destinati ad uscire al primo turno. Certo questo sarebbe giustificabile dall’assenza del cinese, ma sarebbe anche la settima uscita al primo turno di Tracy McGrady
su sette presenze ai playoff, francamente un po’ troppi per un giocatore considerato tra i primi della pista della lega.
La speranza allora è che TMac cerchi di dimostrare a tutti che non è un perdente e trascini di peso la squadra quantomeno al secondo turno, anche se con tutta probabilità ha scelto l’anno sbagliato per dimostrarsi un vincente, con un Ovest a questi livelli, ma l’augurio è che ci stupisca e che ci faccia vedere quanto può essere vincente.