Qual è la terza forza ad est? Se per qualche momento siete stati presi in contropiede da questa domanda, se per caso il nome degli Orlando Magic non vi è venuto subito in mente, non siete gli unici. Sulla costa occidentale, ci si occupa ovviamente dei nuovi Boston Celtics, dei soliti Detroit Pistons, di LBJ e i suoi nuovi compagni post trade, della stagione zoppicante di Toronto e del probabile ritorno in post season di Atlanta, oltre che degli ormai mitologici NYK, ma di Orlando si scordano in molti, troppi per i gusti di Dwight Howard, che ha accusato i media e lambiente NBA di non rispettare la sua squadra.
Perché? Qual è il motivo per cui i Magic non godono di una maggiore considerazione, specialmente in una conference dovè possibile fare molta strada ai playoff, a maggior ragione se si è nella parte alta del tabellone?
Prima di tutto il modo di giocare. Orlando, pur avendo un vero e proprio cyborg in mezza allarea, vive comunque di perimetro. Lewis, quello che in teoria dovrebbe essere il numero 4, ha nel tiro da 3 la sua arma principale, ed anche il turco, seppur in possesso di un arsenale offensivo più vario, è giocatore a cui piace prendersi la soluzione dalla distanza. Certo, con questo sistema di gioco, Stan Van Gundy è riuscito ad ottenere il meglio da Dwight Howard, che ora ha spazio per essere servito in movimento e non più da posizione statica in post basso.
Altro punto sottolineato dagli scettici (o indifferenti), è la mancanza di giocatori esterni di primo livello. Jameer Nelson ha carattere ed è in grado di mettere punti sul tabellone, ma non ha il polso per riuscire a dettare i ritmi di gioco e alleggerire anche il lavoro di Turkoglu che in questa stagione sta cantando e portando la croce nello stesso tempo. Stesso discorso per Arroyo, giocatore estroso, capace di giocate esaltanti come di giocate al limite dello strangolamento (da parte di allenatori e compagni), e comunque attaccante non continuo. Evans e Bogans sarebbero due bei giocatori in uscita dalla panchina, il problema è che sono uno il cambio dellaltro, ed in definitiva sono degli specialisti, non certo dei giocatori in grado di poter tenere il campo per 35 minuti di qualità, discorso che tra laltro si può fare anche per Dooling, gran bel atleta ma in definitiva ne carne ne pesce. Se a questo aggiungiamo che la panchina non è proprio delle migliori, specialmente per quello che riguarda la posizione di 4 e 5, allora il quadro dipinto dai detrattori dei Magic è completato.
Per loro fortuna però, le risposte le da il campo, e questultimo per il momento sta dicendo che Orlando è una squadra da 50 vittorie stagionali, che ha un record esterno comparabile a quello interno, ed è una squadra che ha trovato delle gerarchie ben precise, gerarchie che in pochi ad inizio stagione avrebbe azzeccato, e che vedono Hedo Turkoglu come leader indiscusso della squadra. Il turco, che è il vero segreto di pulcinella della bella stagione dei Magic, sta disputando la sua miglior stagione da quando è nella Lega ed è diventato un giocatore tra i più decisivi nel 4° periodo. Lewis è probabilmente strapagato per quello che è il suo reale valore, ma è un giocatore con tantissimi punti nelle mani che quando non si accontenta del tiro da fuori (che giocando da 4 si può prendere contro chiunque), può diventare un fattore nella gara. Howard è con ogni probabilità il giocatore da oltre 20 punti che ha meno impatto reale sulla propria squadra. Per intenderci: è fisicamente devastante ed è un rimbalzista naturale come poche volte si è visto da una decina danni a questa parte, ma non è un giocatore da cui si può andare quando la palla scotta e non fa adeguare più di tanto le difese. La bravura di Van Gundy è stata quella di esaltarne le doti e nasconderne i difetti, che comunque ci sono, primi fra tutti, la difficoltà a leggere le difese e di conseguenza le troppe palle perse (oltre le 3 di media, che per uno che di solito deve solo finire è un dato molto significativo). Cosa succederà quando ai playoff le difese si faranno più pressanti, specialmente nei confronti di Turkoglu e Lewis?
Dovessero incrociare il cammino di Philadelphia, la serie sarebbe tuttaltro che scontata, ed anche se al posto dei Sixers dovessero arrivare 6° i Raptors, che sono una squadra indecifrabile in grado però di tirare fuori dal cilindro serate al tiro che possono stendere chiunque. In confronto alla scorsa stagione, dove Orlando fu eliminata da una ben più esperta Detroit, uneliminazione al primo turno verrebbe presa con minor filosofia, e di certo darebbe la stura a molte critiche, quelle appunto che infastidiscono superman.
Stefano Manuto