Ci sono squadre che partono con i favori del pronostico, altre che partono con il chiaro obiettivo dei playoff, poi ci sono le sorprese della stagione, le delusioni, e le squadre che giù in partenza sembrano strutturate per andare in lotteria. E generalmente queste squadre si tende a dimenticarle, presi come si è dalle lotte per il vertice, che siano più o meno avvincenti.
Ma oggi vogliamo parlare proprio di queste squadre che cercano di porre le basi per un futuro vincente, anche a discapito di una o più stagioni in cui sono nettamente più le sconfitte a far capolino nei boxscore, che le vittorie.
E di tipologie di squadre ce ne sono molte anche tra quelle con i record più perdenti, dalla ricchissima ma malgestita (eufemismo) New York, alla franchigia che cerca di cambiare sede per aver maggiori introiti come i Sonics, alla squadra in liquidazione per poter essere meglio venduta a un possibile acquirente con un cap svuotato e contratti brevi come Memphis, alle delusioni più cocenti della stagione, anche a causa degli infortuni, come gli Heat.
Proviamo ad analizzare, squadra per squadra, la situazione e come potrebbero evolversi le sorti delle franchigie più perdenti, in rigoroso ordine di record:
[B]Miami (14-67)[/B]:
Paga gli infortuni sparsi di Wade, Mourning, Shaq e Haslem, un roster che ha perso pedine fondamentali, come Posey e Kapono, rispettivamente ottimo difensore e il miglior tiratore della lega, e ha aggiunto personaggi problematici (Ricky Davis) o inconcludenti (Mark Blount). Ha però ancora nel proprio motore uno dei migliori della lega, Wade, che ha anche l’esperienza giusta per poter tornare vincenti in fretta, dopo la vittoria dell’anello di due anni fa, di cui ha particolarmente merito. Da un certo punto della stagione, come si suol dire, l’hanno data sù, facendo operare e riposare Wade e gli altri giocatori importanti, e giocando con ragazzini o semisconociuti, con il chiaro obiettivo di recuperare un buon numero di palline per la lotteria. Missione completamente compiuta dalla squadra di Riley, che ha anche temporaneamente abbandonato la nave per andare a seguire i prospetti più interessanti, a conferma ulteriore di cosa interessasse a Miami da un certo punto della stagione. Le incognite però per la prossima stagione ci sono eccome. C’è un Marion, ottenuto nello scambio con Phoenix per Shaq, che scadrebbe quest’anno e potrebbe liberare 17 interessanti milioncini da spendere nel mercato FA, magari con l’assalto a Brand, di cui Pat è sempre stato un estimatore. Il rischio però è che Marion decida di accendere la sua opzione per rimanere nell’ultimo anno di contratto a Miami, che dovrà a quel punto decidere cosa fare, se tenerlo o scambiarlo. Nel caso rimanga, ci saranno comunque in scadenza Jason Williams e Ricky Davis. Il primo potrebbe anche rimanere se rifirmasse a cifre basse, ma dovrebbe essere sicuro di ritornare in un contesto vincente, il secondo, a meno di clamorosi colpi di scena, dovrebbe essere cortesemente accompagnato alla porta da Riley e lo staff di Miami tutto, a testimonianza di quanto poco abbia lasciato Ricky nella sua esperienza in Florida. In tutto si libererebbero una quindicina di milioni, ma si avrebbe comunque un monte salari da 53M$, ed ogni contratto andrebbe ad incidere sulla luxory tax, che non è mai un buon segno per le franchigie NBA che non siano i Knicks. Riley è comunque un’incognita e potrebbe lasciare la panchina, a chi non si sà. Si parla molto di Spoestra che è il suo delfino, ma per sapere che cosa vorrà fare il vecchio Pat, si dovrà vedere che Roster avrà Miami a fine stagione.
[I]DRAFT[/I]: Potenzialmente avrebbe la prima scelta, avendo nell’urna più palline di tutti,ma negli ultimi anni abbiamo visto come la mano di Stern quando si tratta di estrarre la prima scelta, non sia particolarmente benevola con chi fà tanking così spinto come gli Heat, per cui mai dire mai. Certo è che Miami avrà una scelta piuttosto alta, e per sapere chi chiameranno si dovrà aspettare cosa succederà al contratto di Marion e a Jason Williams. Riley è innamorato dei lunghi e Beasley sembra essere indicato per loro, ma se rimane Marion e parte Williams, non è detto che Miami chiami Rose o nel caso in cui scivoli dopo le prime tre chiamate, non ci sorprenda chiamando OJ Majo, che ha un talento sconfinato, ma una testa disabitata che solo Riley e pochi altri potrebbe portare a più miti consigli.
[B]Seattle (19-62)[/B]:
Ecco qui una squadra apparentemente allo sbando, del cui futuro si sà solo che la dirigenza vorrebbe trasferire tutto ad Oklahoma City, ma un paio di certezze da questa stagione stanno uscendo. Inanzitutto la seconda scelta, Durant, si stà dimostrando un potenziale All Star come ci si aspettava. Si è caricato la squadra sulle spalle e ha provato a salvare la baracca per quel poco che ha potuto. In suo aiuto è arrivato Jeff Green, anche lui rookie, che ha fatto vedere che un futuro roseo per lui è abbastanza assicurato. Il prossimo anno scadranno 11M$ circa, e a questo si aggiungono contratti all’ultimo anno per un valore più o meno uguale, quindi appetibili per gli scambi. Certo è che per un Free Agent non è il massimo capitare in una squadra tanto palesemente in ricostruzione e che attualmente non sà ancora dove giocherà la prossima partita casalinga. Per questo motivo Seattle non potrà aspirare ad acquisire molto nel mercato dei FA. Però avrà nuovamente una scelta alta, e questo gli consentirà di porre un’ulteriore pietra miliare per la ricostruzione della franchigia, ovunque essa vada.
[I]DRAFT[/I]: Seattle ha già due play, che però non sembrano all’altezza di guidare una squadra NBA da titolare, per cui potrebbe decidere di andare su Rose e cedere uno tra Watson e Ridnour, che hanno mercato e potrebbero portare in cambio un elemento di complemento utile alla squadra.
[B]Minnesota (21-59)[/B]:
Gli orfani di KG hanno giocato una stagione di alti e bassi. Dello scambio con Boston hanno tenuto i soli Al Jefferson e Ryan Gomes, cedendo via via tutti i comprimari che avevano ottenuto dalla franchigia del Massachussets. Hanno preso un albatross come Walker in cambio di un altro (Blount), che però scadeva dopo. Quest’anno scadrà Ratliff e i suoi 11M$, ma il cap risulterà comunque intasato, e una mossa potrebbe essere quella di provare a scambiare i 10M$ in scadenza proprio di Walker, con la speranza di trovare una franchigia che abbia voglia di accollarsi l’ex-Miami. Di positivo, oltre a un Jefferson in ulteriore crescita e che sta dimostrando di poter aspirare a un futuro da All-Star, ci sono i rookie e i sophomore, che hanno mostrato delle buone doti. Su tutti Foye ha dimostrato di sapere guidare la squadra e Mc Cants di essere un buon collante e un discreto realizzatore.
[I]DRAFT[/I]: Difficile dire cosa potrebbe scegliere Minnesota al draft. L’ideale per loro sarebbe mettere le mani su Beasley, sviluppando Jefferson da 5 e Brewer da 3. Foye e McCants completerebbero un quintetto che sarebbe decisamente da corsa. In caso contrario, fossi nei Wolves farei un pensierino a Gallinari, che darebbe quel fosforo che forse manca a una squadra molto “emozionale”.
[B]Memphis (22-58)[/B]:
Hanno rivoluzionato, anche senza troppa cognizione probabilmente. A inizio anno è stato chiamato Navarro per mandarlo a giocare a fianco del suo amico Pau Gasol, per poi cedere il numero 16 ai Lakers. A inizio stagione è stato dato un contratto a Darko Milicic, che pare sempre più perso nel marasma che è il suo cervello. E’ stato preso Crittenton, che va ad affollare un ruolo in cui i Grizzlies erano già ampiamente coperto da Conley, prima scelta dello scorso anno, Lowry e proprio Navarro. Iavaroni non sta facendo benissimo, ma probabilmente anche lui ci sta capendo poco del roster che ha a disposizione, che è variabile, e mal strutturato. Il solo Gay è la nota lieta della stagione, con un Warrick che ancora fatica a trovare una dimensione all’interno di questa lega. Il futuro della franchigia è incerto, e le cessioni sembrano fatte apposta per svuotare il cap e diminuire il valore della franchigia per poterla vendere al migliore offerente. Il futuro però, una volta definita la base, che avrà uno dei pilastri proprio in Iavaroni presumibilmente, non è così scuro come sembra. Il talento c’è. Lo spazio salariale anche grazie alla scadenza di Kwame Brown, per cui con le giuste addizioni e con la decisione su cosa si vorrà fare con Mike Miller, che è un validissimo giocatore ma che probabilmente non fà molto scopa con il progetto linea verde che ha in piedi Memphis, si potrebbe rifondare bene.
[I]DRAFT[/I]: Molto dipenderà da cosa vorranno fare i Grizzlies con i soldi avanzati dal Cap. Un lungo serve come il pane, magari da affiancar a Milicic, che seppur incostante, rimane un giocatore con ottime doti tecniche e atletiche. Da vedere chi ci sarà da poter scegliere. Non è escluso che si decida di scendere con la scelta e di prendere un lungo con una chiamata più bassa (Hibbert? De Andre Jordan?)
[B]New York (23-58)[/B]
Che dire al peggio non cè mai fine, ma oltre ci potrebbero essere questi Knicks. Ingolfato ulteriormente il Cap portandosi in casa una testa calda come Zac Randolph, rotto definitivamente i ponti (almeno in questa stagione), con Steph Marbury e persa la già scarsa reputazione presso media e addetti ai lavori per lo scandalo che ha coinvolto Thomas, i Knicks si affideranno per la prossima stagione allesperienza di Donnie Walsh, fortemente voluto anche dal commisioner David Stern, stufo di vedere la squadra di NY creare imbarazzo per il pessimo spettacolo offerto in campo nonostante investimenti faraonici. Facile dire rifondazione, difficile a farsi. Per il momento Thomas dovrebbe mantenere il posto da coach, ma non è detto che non possa tornare un Jeff Van Gundy che dopo un anno di pausa sembra smanioso di risedersi in panchina. La questione dei giocatori e dei contratti è intrigata come un bosco di mangrovie. Detto già del contrattone ingombrante di Zac, cè da risolvere la grana Marbury, messo ai margini dallo staff tecnico e per niente propenso a rientrare nei ranghi. Scambiarlo? Ma per chi? Tagliarlo? Tenerlo? A Walsh sarà già venuto il mal di testa. Altro argomento spinoso è quello di Curry. Il centro ex Bulls è, offensivamente parlando, tra i primi 3 centri della Lega, questo nei primi due quarti, perché dopo la storia cambia, per un evidente inadeguatezza fisica di Curry, che per soprammercato fa tecnicamente scopa con Randolph. Per il momento gli unici intoccabili, o per meglio dire i meno cedibili, sembrano essere Nate Robinson, David Lee e Jamal Crawford, questo ovviamente senza contare i giocatori che si portano dietro albatros difficilmente sbolognabili non essendoci in giro un altro Thomas.
[I]DRAFT[/I]: Finalmente i Knicks potranno sfruttare la loro prima scelta. Dovesse essere molto alta, è probabile che NY acceleri il repulisti generale, in modo da consegnare al nuovo girellino un ambiente più sereno e meno corrotto.
[B]CLIPPERS (23-58)[/B]
Ammettiamolo: i Clippers ci avevano illuso. Il ritorno ai playoff, la parvenza di essere usciti da una situazione in bilico tra il comico e il tragico. Niente, col cuore affrante come un amante tradito, bisogna prendere atto che i Clippers sono tornati tali. Ad essere sinceri la stagione non era cominciata nel migliore dei modi. Linfortunio a Brand però, aveva dato il via alla completa maturazione di Kaman, che in effetti nelle prime gare era riuscito a trascinare la sua squadra ad un buon inizio, salvo poi mollare i pappafichi dando il la ad una stagione disastrosa. Le uniche note liete, a parte il già citato Kaman (che però ha saltato quasi 30 partite per infortunio), sono state la conferma ad alti livelli di Maggette e la convincete stagione di Al Thornton, che ha messo insieme numeri importanti seppur in un contesto perdente.
[I]DRAFT[/I]: Con Maggette free agent, i Clippers potrebbero liberare un po di spazio salariale per operare sul mercato. Livingston dovrebbe poter rientrare allinizio della prossima stagione, ma il ruolo sembra bisognoso di nuova linfa, come anche nel ruolo di guardia, dove Mobley non è eterno e Thornton non può giocare che pochi minuti. Sotto canestro il duo Kaman/Brand è potenzialmente molto forte, ma non si mangeranno palloni a vicenda?
[B]Milwaukee (26-55)[/B]:
Siamo partiti malissimo, con la malagestione del cao Yi, scelto dalla franchigia dei cervi senza essersi posti il problema della reale voglia del cinese di andare a giocare nei Bucks. Il tiramolla è durato parecchio, con il cinese che minacciava di non presentarsi nella città di Fonzie per la prima palla a due. Poi, probabilmente ridotto a più miti consigli dal proprio entourage, ha firmato il contratto con i Bucks. Già questo incidente di percorso farebbe prospettare una scelta non azzeccatissima, poi il fatto che Yi si è scontrato contro il più classico dei Rookie Wall e che quando è stato chiamato c’erano ancora liberi in ordine sparso Wright, Noah, Brewer, Thornton e Young, spiega come i Bucks tutto sommato avrebbero potuto complicarsi molto meno la vita. Per fortuna, sempre dal draft, è arrivato Ramon Session, che sta stupendo gli scettici in questo finale di stagione. Per il resto, nel futuro, i Bucks non potranno cambiare molto, a causa dell’alto monte salari che grava sulla franchigia. In questo momento tutto passa da Michael Redd. Se si decide di tenerlo, la franchigia è un po’ con le mani legate e dovrà accontentarsi di quello che ha, sperando in un’esplosione di Yi e di Bogut, già miglioratosi quest’anno, a cui aggiungere i solidi, ma un po’ sovrapagati Williams e Simmons, e a un Charlie Villanueva un po’ a corrente alternata in questa stagione, anche causa infortuni. Se lo cercheranno di tradare (anche perchè Redd avrebbe altre aspirazioni che giocare a stento per i Playoff ad Est), sarà per rifondare e ci si dovrà aspettare una fase buia in termini di risultati.
[I]DRAFT[/I]: Dovranno avere la fortuna di pescare una scelta alta, e la capacità di sfruttarla bene, cercando di non ripetere l’errore YI (nella forma, perchè nella sostanza bisogna aspettare per valutarne il rendimento). Ad occhio ai Bucks servirebbe una SF/PF, che si sappia integrare bene con Villanueva. Anche qui, il mio favorito sarebbe Gallinari che potrebbe essere interscambiabile nelle posizioni 3-4 con Villanueva, ma non è detto che un GM innamorato delle prospettive al draft, propenda per Batum.
[B]Chicago (32-49)[/B]:
Una delle squadre meno leggibili. Hanno provato a dare una svolta alla stagione più volte. Prima cacciando Skiles, reo di non essere abbastanza elastico da adattare il gioco ai giocatori e non ottenere risultati migliori. Poi è stata imbastita una trade con Cleveland in cui sostanzialmente sono riusciti a sbolognare il contrattone di Wallace e sono stati presi Larry Hughes, anche lui con un contratto importante, e Drew Gooden, che dà comunque un contributo importante, anche se spesso solo a livelli di numeri. Il futuro è incertissimo. Il coach è da decidere, e quest’estate scadranno giocatori chiave come Gordon e Deng, che hanno già fatto sapere di non aver molte intenzioni di accettare il contratto proposto da Chicago (per la verità piuttosto bassino per i canoni NBA odierni). Duhon, onesto comprimario, scadrà anche lui, e bisognerà decidere cosa fare della scelta al draft. Possibilissimo che venga confezionato un pacchettino con qualche giovane a scelta tra Deng, Gordon, Hinrich e altro più una scelta per arrivare a un Big, che potrebbe essere il cavallo di ritorno Brand tramite sign and trade, anche se quando c’è stata l’occasione di scambiare per arrivare a Gasol, insiegabilmente i Bulls non l’hanno fatto. La ripartenza, perchè non sarà una vera e propria ricostruzione, dato che la buona base c’è con chi rimane dei tre succitati, il solido Noah, un ottimo difensore come Sefolosha e un giocatore che comunque può fare ottime stagioni come Hughes.
[I]DRAFT[/I]: E’ difficile individuare un giocatore di cui i bulls abbiano davvero necessità. Manca sempre quel giocatore spalle a canestro che mancava gli scorsi anni, ma a parte forse Love, non c’è nessuno dal draftche possa dare qualcosa in quel campo. Facile davvero che i Bulls cedano la scelta per arrivare a qualcuno con più esperienza.
[B]Charlotte (31-50)[/B]
Doveva essere la stagione del definitivo lancio della franchigia tra le squadre di playoff dellEastern Conference. Ecco doveva, perché a Charlotte la storia è stata ben diversa, e non è detto che migliori, visto che Emeka Okafor ha fatto capire senza mezzi termini che o avrà il massimo salariale oppure addio a MJ e compagnia bella. Una bella gatta da pelare per i Bobcats, che hanno si le spalle coperte per la presenza di Mohammed, ma scegliendo di non offrire il massimo a Okafor, ridimensionerebbero e non poco le ambizioni per il prossimo anno. La scelta di puntare totalmente su Felton non ha pagato appieno. Lex North Carolina ha messo in mostra tutto il suo talento, ma è ancora troppo discontinuo e soprattutto le sue scelte di tiro non si possono conciliare con una squadra che punta ai playoff, almeno non adesso. Il roster è tuttaltro che male, perché Richarson ha confermato tutte le sue qualità anche sulla costa occidentale, e Gerald Wallace è cresciuto molto come attaccantem arrivando a sfiorare i 20 punti di media. Linfortunio a Morrison ha certamente privato coach Vincent di un uomo che in uscita dalla panchina avrebbe potuto dare il suo contributo, ma gli alibi diventano di anno in anno sempre meno convincenti.
[I]Draft[/I] Se i Bobcats decideranno di dare il massimo salariale a Okafor, la priorità dovrebbe essere quella di scegliere un giocatore pronto uso, possibilmente un esterno in grado di giocare sia 1 che 2. Diverso il discorso nel caso che Okafor venga lasciato partire, in quel caso il solo Nazr non potrebbe bastare per puntare ai playoff.
[B]New Jersey (33-47)[/B]:
Anche qui ci troviamo di fronte a una squadra che ha tutte le intenzioni di emigrare da quel gulag che è il New Jersey, ed arrivare a New York città, sponda Brooklin, per aumentare gli introiti e la visibilità della franchigia. Per questo motivo è stato tenuto Carter, che assicura sempre vendita di biglietti e merchandising, ma è stato mandato via Kidd, assecondando i desideri del play che tanto voleva andare in un contesto vincente (a Dallas, auguri..). In cambio non è arrivato praticamente nulla, se non Devin Harris, che in play si potrà alternare con il sophomore Williams, e contratti in scadenza. Il cap risulta comunque abbastanza intasato, e le basi tecniche della franchigia rimangono abbastanza deboli, soprattutto nel reparto lunghi. Dietro invece siamo sempre al top, non essendoci molte squadre che possono affidarsi al duo Jefferson-Carter, che però, si è visto, non sono adatti a portare lontano questa squadra. Il dubbio è che finchè non si deciderà di cedere il duo dicui sopra, non si riuscirà a ricostruire, che sarebbe la cosa da fare per una squadra probabilmente con un’identità troppo debole.
[I]DRAFT[/I]: Si deve assolutamente andare su un lungo, magari qualcuno di già pronto per non ripetere l’errore Williams, scelto ma mai utile. Hibbert potrebbe essere libero nel momento della scelta, e anche se non sembra avere grossi margini di miglioramento, potrebbe aiutare Krstic in difesa e liberare il serbo in attacco, dove da 4 potrebbe sfruttare i suoi tiri dalla media, sempre infortuni permettendo.
[B]Indiana (35-46)[/B]:
Hanno giocato tutta la stagione in pratica senza Jermaine O’Neal. Giocatore limitatissimo dai continui infortuni ma di quelli che se in forma ti cambia il volto di una franchigia. Eppure sono arrivati vicini a fare i Playoff, certo ad Est, dove come dice la NBA, everything can happen. Sono stati trascinati da un’ottima stagione di Granger, Dunleavy e a tratti dagli altri, a partire da Murphy per arrivare ad Harrison e Marquis Daniels. Indiana però, nonostante si trovi con ottimi giocatori e con la possibilità, scambiando JO di ricavare merce di scambio importante, ha iniziato la ricostruzione, salutando il GM Donnie Walsh, trasferitosi a New York per risollevare i Knicks (auguri anche a lui..). Quale impatto possa avere la sua partenza è difficile da prevedere, e vedremo come il nuovo GM si presenterà al pubblico in sede di draft.
[I]DRAFT[/I]: Con un Tinsley sempre al limite dell’infortunio, e spesso oltre, e un Diener che non può che essere a causa del suo fisico un giocatore che esce dalla panchina, l’obiettivo dei Pacers deve essere un play. In caso si dichiari, un pensierino su Westbrook si potrebbe fare, un giocatore che all’occorrenza giocherebbe anche da 2, con un Tinsley sano per formare un duo davvero elettrizzante, anche se carente di centimetri.
[B]Sacramento (38-43)[/B]:
Theus quest’anno ha fatto un ottimo lavoro, ottenendo un record di tutto rispetto per una squadra che per la maggior parte della stagione ha dovuto fare a meno delle tre principali bocche da fuoco, un po’ per mancanza di volontà nel giocare (Artest e a tratti Bibby), un po’ per un fisico ormai troppo propenso all’infortunio (Brad Miller). Però la squadra non si è lasciata scoraggiare e si è affidata a Kevin Martin, che misteriosamente con il fisichino che si ritrova mette quasi 24 punti a partita. Oltre a lui, a turno, Salmons, Garcia, e perfino Udrih hanno contribuito non poco a tenere a galla la barca californiana. Hawes, centro rookie, dopo l’iniziale necessario apprendistato, ha dimostrato che numeri buoni li sa mettere, oltre a tanta sostanza, e i sostituti delle tre stelle possono dirsi già quasi trovati. Non è un mistero infatti che Artest voglia andare a giocare in altri lidi, e che la società non farà carte false per tenerlo, e che Miller, in caso arrivi un’offerta, probabilmente una qualsiasi, verrebbe sdoganato volentieri da Reggie Theus. Il cap liberato dalle scadenze di Mikki Moore e di Artest serviranno a rifirmare Martin, e a dargli in mano le chiavi della squadra, che pare aver preso la strada giusta per la risalita, e alla scadenza di 3 contratti pesanti come quello di Thomas, Abdur-Rahim e Miller, si potrà tentare l’assalto a qualche free agent che possa integrarsi con la gioventù crescente di Sacramento, e tentare di ricostruire quella squadra che tanto ha divertito negli anni’90.
[I]DRAFT[/I]: Anche per loro la necessità è di prendere un play, conil solo Udrih che non può reggere il peso del quintetto a lungo. In alternativa, se si riuscisse a cedere qualcuno tra Miller e Rahim, si potrebbe puntare a un lungo, prendendo un play in uno scambio. Nel primo caso, di nuovo, Westbrook potrebbe essere un’opzione, ma è difficile che scenda così in basso. Nel secondo, io farei una chiamata a UCLA per prendere referenze su Kevin Love, che sebbene con Hawes formerebbe una coppia un po’ troppo lenta, potrebbe essere una buona addizione per i californiani.
[B]Portland (41-40)[/B]
La situazione di Portland è con ogni probabilità una delle più rosee, almeno per quello che riguarda le squadre che non sono andate ai playoff. Orfana per tutta la stagione della sua prima scelta Greg Oden, Portland ha dimostrato di aver un organi di primissimo livello, arrivando ad un certo punto della stagione, fino in cima alla Western Conference, prima di pagare dazio ad unetà media bassissima (la più bassa della Lega), e alla concorrenza spietata che cè ad ovest. Portland che ha giocatori giovani, potrebbe sacrificare un paio di prospetti per cercare un veterano pronto uso da inserire per fare il salto di qualità decisivo. Nonostante lesplosione di Outlaw e la convincente stagione di Martell Webster, la priorità del management dei Blazers sarà quello di trovare unala piccola titolare, un giocatore solido in difesa ed in grado di mettere punti a referto, un identikit che somiglia molto a Corey Reggette che in estate sarà free agent. Anche il ruolo di play necessiterebbe di qualche scelta precisa, perché se è vero che il vero creatore di gioco di Portland è Roy, è altrettanto vero che bisognerà operare delle scelte tra Jack, Blake e Rodrighez. Il settore lunghi sembra quello più completo: è profondo, ha talento, atletismo, taglia fisica e offre a coach McMillan una varietà di soluzioni invidiabile. Aldridge è cresciuto molto nel suo secondo anno, e la convivenza con Oden, seppur non ancora testata in campo sembra più che fattibile, infatti LMA, giocatore più di fioretto che di sciabola, potrà solo trarre beneficio dalla presenza di un big man che in molti pensano potrà già spostare lago della bilancia, almeno per quanto riguarda il rendimento difensivo. Se poi si pensa che dietro a Greg ci sarà la polizza assicurativa Przybilla (8.4 rimbalzi in nemmeno 24 minuti di media), e tutta una serie di lunghi come Frye, LaFrentz e McRoberts, si può capire come sotto le plance Portland sia messa non bene, benissimo. Lanno prossimo i Blazers non si potranno nascondere, e dovranno assolutamente centrare i playoff per dare inizio ad un progetto che in molti prospettano tra i migliori e più futuribili della Lega. Il roster è di primissimo livello, e lo sarà ancora di più se Fernandez deciderà di fare il salto dallaltra parte delloceano.
[B]Golden State (48-33)[/B]
Non fare i playoff dopo una stagione da quasi 50 vittorie è una delle beffe più grandi che possano accadere in NBA, quasi come essere eliminati al primo turno dopo aver dominato la regular season (in entrambi i casi, seppur in ruoli invertiti Golden State è stata protagonista). Non sarà unestate facile quella che si prospetta dalle parti del Golden Gate. La panchina del Barone nella gara più importante dellanno farà discutere, e certamente farà pensare molto Baron Davis, che dopo due stagioni super è pronto per strappare lultimo contrattato importante della sua carriera. I dubbi non sono pochi, visto anche la tendenza ad infortunarsi dellex Hornets. Altro giocatore importante da rifirmare è Monta Ellis, esploso questanno e probabilmente uno dei pezzi pregiati del prossimo mercato. Mullin dovrà fare una scelta, decidendo se scommettere in modo importante o meno sul giovane esterno, che in uscita dalla panca potrebbe fare le fortune di molte squadre, anche di vertice. Molto dipenderà anche dalle decisioni di coach Don Nelson. Dopo due stagioni comunque appassionanti, lenergie potrebbero essere esaurite, e la società potrebbe puntare su unaltra tipologia di coach, magari più disposta a puntare sui giovani. Sarà interessante vedere cosa pensa la dirigenza della mossa di pinare il Barone per dargli riposo nella gara più importante della stagione.
[I]DRAFT[/I]: Tutto passa dal rinnovo di Davis e di Ellis. Ma nella baia questestate farà caldo, caldissimo.
Scritto a quattro mani con Dav