Con il primo turno che sta entrando nel vivo, diamo uno sguardo alle varie serie.
Due sono già chiuse, con [B]Orlando che è passata contro Toronto[/B], o meglio quello che ne rimane, e i [B]Lakers di Bryant che hanno letteralmente passeggiato sulla non difesa di Denver.[/B] Rimanendo con le squadre perdenti, un paio di riflessioni sono doverose.
Difficilmente Mitchell sarà ancora l’allenatore dei Raptors per la prossima stagione. Il modo in cui ha gestito la sua squadra in questa serie di playoff è stato tra il comico e il tragico, ed ha pesantemente influenzato l’andamento della sfida. E’ ovvio, [B]le colpe non sono tutte di Sam[/B], ma arrivare alla post season senza aver fatto chiarezza sulle rotazioni, sul ruolo di TJ e Calderon, sulla fiducia (o sfiducia) in [B]Andrea Bargnani[/B], è una colpa che sicuramente non passerà inosservata.
Anche a Denver la panchina sembra traballare. La colpa di Karl è stata quella di non aver nemmeno provato a dare una minima identità alla propria squadra. Uscire contro questi Lakers non è tragico, lo è il modo in cui Denver ha calato le braghe, concedendo a [B]Gasol di tirare col 62% dal campo[/B]. Anche per quanto riguarda l’attacco le cose non sono andate meglio. E’ vero che Denver ha talento, ma non sempre questo basta per mettere a referto dei punti, specialmente nei playoff, dove le difese fanno continuamente adeguamenti dopo ogni partita. L’estate dei Nuggets potrebbe essere turbolenta e non è detto che a partire non sia qualche nome importante, magari non Iverson…
Lasciando i Lakers e il loro cappotto inferto ai Nuggets, parliamo dei [B]Celtics[/B]. La squadra di Rivers sembrava avviata pure lei verso uno sweep, ma i ragazzi di Atlanta, dopo aver strappato una gara a Boston, si sono concessi il lusso di [B]pareggiare la serie[/B] grazie all’ex di turno [B]JJ, che con una partita da 35 punti, 20 nell’ultimo periodo, ha messo una discreta pressione sulle spalle di KG e soci[/B]. L’aria di casa ha fatto bene a Josh Smith, apparso spaurito nelle prime due gare. Ma i due dati più importanti sono: i punti realizzati da Atlanta contro quella che è considerata una delle migliori difese NBA, 102 in gara 3 e 97 in gara 4, e che gli Hawks stanno facendo tutto questo praticamente senza l’apporto di Bibby, che sta viaggiando a 11 punti di media col 35% dal campo (anche se nell’ultima gara ha segnato 18 punti).
I Celtics, che pensavano di aver già chiuso la serie, ora devono rimboccarsi le maniche per non trovarsi in una situazione che si potrebbe fare critica.
Altra corazzata dell’est in difficoltà i [B]”soliti” Detroit Pistons[/B], che vincendo gara 4 sono riusciti a raddrizzare una serie che non si era messa per niente bene. E’ vero che Detroit gioca con le marcia, ma alla lunga, tutte queste cadute di rendimento potrebbero far pensare che quella marcia in più Detroit non l’abbia, o almeno non sia più in grado di inserirla a piacimento. [B]Phila ha già fatto molto[/B], nobilitando una stagione già di per se più che positiva, ma ora potrebbe anche crederci fino in fondo, specialmente se Iguodala (10 punti col 22% dal campo), torna quello della stagione regolare, o almeno la copia sbiadita. E’ vero che per il momento Billups non si ancora presentato a questi playoff, ma [B]Detroit non può permettersi un’uscita al primo turno.[/B]
Sempre ad est si sta consumando la sfida tra [B]LeBron James e Washington[/B], tifosi compresi. Fischiare il 23 o provocarlo verbalmente e fisicamente avrebbe anche un senso, se poi alle parole si facessero seguire i fatti, che invece a LBJ non mancano, visto che sta trascinando la sua squadra alla vittoria della serie. La trade di febbraio, ha allungato la rotazione dei lunghi, e quella degli esterni. West non ha il talento di Huges, ma è più costante e soprattutto è più adatto a giocare con LeBron, come anche Wally. Washington in questi playoff ha dovuto fare una scelta difficile: [B]utilizzare o meno Arenas[/B], guarito dall’infortunio, ma al 30% del suo reale valore. La scelta è caduta sul si, e questo ha cambiato e non di poco le gerarchie all’interno della squadra. [B]Chi ne ha risentito di più è stato Caron Butler[/B], passato da prima punta a secondo violino nel giro di 2 settimane. Il discorso è più mentale che tecnico, ma il risultato alla fine è stato quello di avere un Arenas a mezzo servizio più un Butler completamente fuori dalla serie (esclusa la cavalcata di gara 3). [B]Cleveland può chiudere la serie alla Q-Arena[/B], un’occasione che James non si farà scappare sicuramente.
La stagione di Houston ha cambiato inevitabilmente strada nel momento dell'[B]infortunio di Yao[/B]. La squadra ha reagito bene, ma fare strada ai playoff senza il cinese è un’utopia. [B]Utah ha troppe soluzioni[/B] anche per una ottima difesa come quella di hoston, che in attacco si può affidare solo ed esclusivamente al numero 1, che arriva ai quarti periodi con la lingua di fuori. Alston, che al rientro ha dato subito una grossa mano, non può essere al massimo della forma, e l’impressione è che Utah potrebbe chiudere la serie già nella prossima gara.
Il passaggio di consegne tra [B]Jason Kidd e Chris Paul è avvenuto in modo traumatico[/B]. Il fallaccio di Kidd ai danni di Pargo sul finire di gara 4 è il manifesto dell’umore dei Dallas Mavs, che anche nella gara vinta non hanno mostrato niente di speciale. [B]New Orleans[/B] al contrario, [B]si è dimostrata squadra matura[/B], trascinata si dal suo giovane leader, ma nel complesso molto più solida di quanto in molti potevano anche solo immaginare. Uscire 4-1 o 4-2 non farebbe molta differenza per [B]Dallas, che in estate si muoverà con la stessa grazie di un elefante in un negozio di cristalli[/B], questo è poco ma è sicuro.
La serie per eccellenza di questi playoff è quella tra gli Spurs e i Suns. Lo era sul 3 a 0 e lo è a maggior ragione sul 3 a 1. [B]I Suns hanno già dimostrato di poter vincere in Texas[/B], ma San Antonio vorrà certamente chiudere il prima possibile la serie, anche perchè è consapevole della forza di Phoenix. San Antonio, già non molto amata dai tifosi, non ha certo guadagnato punti con la strategia dell'[B]Hack a Shaq[/B]. D’Antoni, dopo averla subita nelle prime partite, ha deciso di “fregarsene”, continuando a tenere il Diesel in campo. [B]Dovessero andare sul 3 a 2, gli Spurs potrebbero pentirsene e non poco[/B], ma sembra difficile che i Suns possano ribaltare il risultato in loro favore.
[B]Stefano Manuto[/B]