Archiviato il primo turno, mentre il secondo galoppa (e soprattutto galoppano i sorprendenti Hornets), ci fermiamo un attimo ad analizzare le sorti delle prime 8 escluse dalla contesa.
In generale possiamo dire che i pronostici, in termini di vincitrici, sono stati tutti rispettati. Quello che invece era del tutto inatteso è stato lo svolgimento delle singole serie:
serie attesissime come combattute e al top della spettacolarità (leggasi Dallas-New Orleans e soprattutto SanAntonio-Phoenix) sono state passeggiate di salute e noia a senso unico.
Serie apparentemente chiuse in partenza (Boston-Atlanta e Detroit-Phila), dove lunico motivo di suspence era se le sventurate di turno potessero o meno rubare 1 partita, sono andate insospettabilmente lunghe. Peccato però che, non essendo mai realmente in dubbio il risultato finale, sia stato solo uno stanco trascinarsi e allungare il brodo.
Perfino Utah-Houston, ovvero il miglior attacco contro una delle prime 4 difese della lega è andata lunga, ma mai in discussione e comunque giocata molto male da entrambe le parti, con partite nervose, dove spesso ha vinto chi ha sbagliato meno, più che chi ha prodotto di più.
Lunica serie che ha suscitato qualche emozione è stata Cleveland-Washington, che però è apparsa come lennesimo remake di un film già visto: sempre 4 a 2, sempre per i Cavs, sempre una partita decisa allo scadere dai Wizards (anche se con la sorprendente variazione che il tiro per vincere lha messo Butler e non Arenas), sempre gara 6 con Lebron che viene raddoppiato e fa segnare la tripla dallangolo ad un compagno (questa volta West invece di Jones).
Speriamo che il secondo turno sia più generoso, sia per il bel gioco, che per le sorprese.
Per il primo, consiglio la serie Utah-LA, per le seconde NO-SanAntonio.
Poi, se proprio volete strafare, cè sempre King James contro i Cs.
[b]Ultima fermata?[/b]
Dallas e Phoenix, in prima linea fra le contenders a inizio campionato, protagoniste di scambi discussi a metà stagione, si presentano oggi pronte per vacanze anticipate e con grandi incognite sul loro futuro.
Per Dallas cè la certezza del licenziamento (o transazione, che dir si voglia) di Avery Johnson, colpevole di aver perso completamente il controllo emotivo sulla squadra, e di non aver saputo adeguarsi ai cambiamenti nelle caratteristiche dei giocatori a disposizione. Ah, e già che ci siamo, anche di essere uscito due anni a fila al primo turno con la terza squadra più pagata della lega, e di aver buttato nel cesso una finale in cui conduceva 2,5 a 0
Al nuovo arrivato spetterà il compito di cambiare il modo di giocare della squadra, inserendo negli schemi che da sempre funzionano a Dallas, anche brani di pallacanestro più congeniali al grande compositore sordo che siede in cabina di regia. In caso di offerta interessante (anche se poco probabile, visti gli ultimi PO), anche il deludentissimo Josh Howard sembra pronto a partire, mentre la squadra dovrebbe ripartire intorno a Nowitzki, Kidd e Bass, con i possibili ruoli da guest star per Terry e Stack.
La serie contro NO di fatto no n è mai iniziata. Paul immarcabile per Terry (mai stato un difensore), per Kidd (ormai ex difensore, che può dire ancora qualcosa contro i 2, ma contro point guard veloci non ha possibilità): forse avrebbe potuto marcarlo Devin Harris, ma il pupo sta al sole (!?) delle MeadowLands.
Oltre però agli oggettivi meriti degli Hornets e di Paul (che non riescono ad arginare nemmeno gli Spurs), ai Mavs va imputato un attacco molto poco corale, nel quale il solo Dirk ha avuto costanza e buoni risultati.
Per il resto, guerra fredda fra il partito del piccolo generale (composto più o meno solo da lui stesso) e il governo ombra guidato da Kidd, che comunque per legittimare la sua posizione avrebbe anche potuto incidere un po di più sulla serie. In mezzo ai due schieramenti il prigioniero provvisorio, Josh Howard, fermo sulla trequarti, aspettando isolamenti per lui che non arrivavano mai, mentre lex NJ cercava di trasformarlo in un tiratore sugli scarichi.
Il tedesco alla fine si è iscritto alla fazione dei ribelli, convinto che il suo gioco tragga giovamento dal nuovo compagno di squadra.
Solo una domanda: quello che palesemente mancava a Dallas era un giocatore di carattere che facesse girare la squadra nei momenti decisivi. Bene, E Kidd il primo giocatore che vi viene in mente per risolvere questo problema? A me non verrebbe in mente prima della 150esima posizione, a pari merito con Damon Jones
Discorso diverso in Arizona, dove il sospetto è che lanno prossimo ci si riprovi con la stessa squadra, ma più per costrizione (contratti lunghi, onerosi e lontani dal reale valore dei giocatori) che per convinzione.
Tutti sanno perfettamente che un conto è uno Shaq riposato, che inizia a giocare a marzo e che ha qualcosa da dimostrare, diverso è quello che deve sciropparsi 82 gare di regular season, e che comunque ha intuito che con questo gruppo non vince.
Dantoni è raccontato su metà delle panchine della lega per il prossimo anno, e senza di lui possiamo già immaginare che la squadra dei Suns del prossimo anno sarà solo la copia triste e invecchiata di quella vista in questi anni.
La verità è che Stat è Nash sono imbarazzanti in difesa, e in una serie in cui laltra squadra è preparata a picchiarti dove fa male, è impossibile vincere in queste condizioni.
Si aggiunga la totale incostanza di Amare in attacco, che può andare sempre dentro, ma anche accontentarsi sempre del tiro da fuori, che va e viene
Playoffs anche il prossimo anno, fuori al primo, massimo secondo turno, e poi dolorosi sacrifici in estate per rifondare il roster.
[b]Ninna nanna, ninna oh, sta franchigia a chi la do?[/b]
Per chi non lo sapesse, i 3 soci che hanno recentemente acquistato gli Hawks hanno litigato. Da circa un anno girano per tribunali, aspettando che un giudice decreti in maniera definitiva chi comanda.
Peccato che, in questa situazione di vuoto di potere, nessuno possa prendersi la responsabilità di decidere se e a che cifra rifirmare Josh Smith.
Il giocatore è palesemente forte e in crescita, come per altro dimostrano le innumerevoli dichiarazioni damore (pronte a trasformarsi in offerte appena riaprirà il mercato) delle altre franchigie, ma limpressione è che non sia necessariamente la pietra angolare su cui costruire una franchigia. Lui però vorrebbe un contratto che andasse in questo senso.
Se ci fosse stato un proprietario, avrebbe potuto decidere se accollarsi o no il rischio; senza, immagino che si terrà un basso profilo, alla Menphis o Seattle, per interderci, cercando di liberare spazio salariale per quando i giudici emetteranno un verdetto.
Nel frattempo cè anche da capire cosa fare di Bibby, accettabile lultimo mese di regular season, imbarazzante nei playoffs. Un giocatore così dà valore aggiunto solo se gioca in una squadra da titolo e molto ben organizzata come gioco. Gli Hawks non sono né luna né laltra.
Joe Johnson bene, a tratti irreale (come nel quarto quarto di gara 4, dove ha preso e segnato tiri che il buon senso e alcune leggi della fisica consigliavano di rifiutare), ma un po perso in questo contesto troppo povero dal punto di vista tecnico. Certo, è la star indiscussa della squadra, prende tutti i tiri che contano, ma andare a vincere qualcosa ogni tanto?
[b]Melo-Iverson-Karl: triplice divorzio annunciato?[/b]
Ennesima stagione deludente per Melo e i suoi Nuggets: eliminati al primo turno senza mai dare limpressione di appartenere a questo livello di basket; un po poco per una squadra col secondo monte salari della lega. Posto che Anthony, pur con tutti i suoi palesi limiti, non è in discussione, è probabile che a far le spese degli scarsi risultati sia George Karl. Circolano però anche voci secondo cui Iverson starebbe cercando di migrare altrove, avendo intuito che anche nella Mile High City di argenteria se ne trova pochina.
Limpressione è che Karl abbia fatto un ottimo (e titanico) lavoro nel mettere più o meno insieme in attacco i pezzi del suo corposo rompicapo, ma non abbia nemmeno iniziato a provare a scrivere un piano difensivo.
Non è facile far coesistere Iverson, Anthony, Smith, Camby, Kleiza, Nenè. Tutti vogliono tanti tiri, e per il tipo di personalità e ego che hanno è quasi impossibile convincerli ad abbassare il proprio numero di conclusioni. Karl ha così optato per capra e cavoli, alzando spasmodicamente il ritmo, in modo da generare un numero superio di possessi e poter quindi accontentare tutti. Lidea, di per sé piuttosto semplice, richiede comunque una discreta abilità di regia del coach per essere applicata in pratica, data anche la vistosa carenza di un playmaker dotato di personalità o almeno talento nel roster delle pepite.
Chiaramente né Carter né Atkins possono decidere quanti tiri si sparerà Melo, quindi perché il tutto funzioni occorre che tutti i giocatori comprino il sistema del coach.
Il risultato è stato tutto sommato buono, ma questi PO hanno dimostrato ancora una volta come senza una difesa almeno accettabile sia impossibile fare strada.
Non che fosse facile imbastire una difesa quando due dei tuoi titolari (Melo e AI) sono fra i 10 peggiori difensori della lega, e per i motivi di irascibilità indicati sopra, non puoi nemmeno farglielo notare
Da qui però ad una difesa il cui unico dettame tattico universalmente condiviso dai giocatori è: la prima volta che la palla arriva nelle mani della stella avversaria, il più vicino va a raddoppiare, di lì in poi più o meno si aspetta che la palla torni disponibile per la rimessa dal fondo.
Camby, praticamente una macchina da rimbalzi e stoppate dalla forma umana, non è stato nemmeno considerato per il titolo di miglior difensore dellanno, perché in un contesto del genere è del tutto in giudicabile. E comunque parliamo di un giocatore più concentrato su questi aspetti da statistica, che non sui fondamentali difensivi veri e propri.
La sfida con LA è stata imbarazzante. La marcatura di Bryant, in alcuni momenti addirittura affidata a Iverson, poco più che cabaret. Sinceramente credo che Melo abbia molti margini di miglioramento, ma gli serve un allenatore con le capacità tecniche per insegnargli qualcosa, e il prestigio per poterlo costringere a farlo. E poi sarebbe fondamentale separarlo da Iverson, forse il peggior esempio per un giocatore di grande talento ma personalità sospetta. Anche perché se Iverson alla fine lo salvi sempre, perché vedi che ogni partita che gioca ci mette fino allultima stilla di sudore, un Anthony che ne osserva da vicino il carattere strafottente, le pessime abitudini di allenamento, alimentari e di frequentazioni, i difficili rapporti con gli allenatori e compagni non può che uscirne ulteriormente peggiorato.
Provate a metterlo nello stesso spogliatoio di Garnett, o di Duncan e, se sopravvive al primo mese, ne esce tuttaltro giocatore.
[b]Già visto[/b]
Non sto a tediarvi oltre col discorso delle due anime dei Raptors: è chiaro ormai a tutti che il derby casalingo fra america e europa non permette alla squadra e ai singoli giocatori di raggiungere alcun traguardo significativo. Probabile che anche in questo caso sia il coach (per altro non particolarmente brillante) a pagarne le spese. A mio parere però qui meno ancora che altrove questo potrà servire: occorre decidere, e agire di conseguenza. Potessero decidere oggi (con la complicità del GM Gherardini) probabilmente prevarrebbe la linea europea, via senzaltro TJ Ford (senza dubbio peggio di Calderon), e in caso di contropartita interessante, via pure Bosh; sperando ovviamente che il mago cresca.
Avendo però firmato contratti impegnativi qualche anno fa per questi due giocatori, mi sembra più naturale dare via qualche europeo cercando in cambio unaltra stella o un cast di supporto di livello di stampo più USA.
Anche di Washington ho già detto: Arenas (corpo estraneo se ce nè stato uno in questi playoffs) credo sinceramente che cambierà aria, tutto sommato con limitato dispiacere dei Capitolini. Più complesso il caso del rinnovo di Jaminson, oltre allindividuazione della nuova punta da portare in città, che possa essere più funzionale alle dinamiche di squadra rispetto ad Agent 0.
Del resto, il fatto di riuscire sempre a giocarsela, ma mai a vincere, contro una squadra non proprio da elite come i Cavs dice tutto sul senso di continuare a puntare su questo gruppo così comè.
Phila rimane oggetto misterioso. Le due partite strappate a Detroit appaiono al solito più che altro un regalo degli ineffabili Pistons, tenuto anche conto della serie complessivamente non eccitante giocata dalla stellina della squadra, Andrè Iguodala.
Qualche buon giovane, un Miller in netta crescita e sempre più padrone della squadra, un buono spirito di gruppo e una voglia di impegnarsi sopra norma. Tutto molto bello, un po poco se hai progetti ambiziosi.
O arrivano le stelle vere, o si continuerà a barcamenarsi a metà eastern conference.
[b]American (wrong) sweetheart[/b]
La fidanzata sbagliata di Federico Buffa ha colpito ancora.
I Rockets sono usciti al primo turno, contro una Utah di per sé molto forte, ma non particolarmente in forma, a seguito di un periodo allucinante al tiro. Lassenza di Yao e quella parziale di Alston hanno sicuramente pesato, e la sconfitta non è di per sé scandalosa, ma ancora una volta TMC ci lascia pieni di dubbi. Nelle 4 sconfitte prestazioni modeste, soprattutto nei quarti decisivi (che sono stati quasi tutti punto a punto).
Io ho fatto professione di miscredenza lo scorso anno, e ho dichiarato che il buon McGrady non mi avrebbe incantato più. E così anche durante leroica striscia di 22 vittorie consecutive (di cui le ultime senza Yao) non mi ha indotto a dare alcun credito alla compagine biancorossa. Adoro TMC, è sempre un piacere vederlo giocare, ma semplicemente non è un vincente. Punto.
Prima di ricomparire nellanonimato della rete, mi lancio nei pronostici del secondo turno:
LA-Utah: Utah 4-3 se ricomincia ad entrare il tiro da fuori: sono due settimane che i Jazz costruiscono con la solita perizia ottimi tiri, che semplicemente non entrano; se il trend si inverte vince Utah, altrimenti 4-2 LA.
NO-SanAntonio: NO 4-1; lo so, la sto sparando grossa, ma se SanAntonio cade lo fa con un tonfo: gli Spurs (e soprattutto Duncan) mi sembrano ai minimi storici, e Chris Paul sembra Micheal Jordan.
Sì, ma in Space Jam.
Detroit-Orlando: Detroit 4-2; la serie non cè; la superiorità dei Pistons è palese, come è emerso in gara 1. Però sono i Pistons, e una o due partite di vaccate non le negano a nessuno.
Boston-Cleveland: Boston 4-2; premetto che non ho ancora visto il risultato di gara 1. Vedere come reagirà LBJ di fronte alla difesa più fastidiosa della lega vale da solo il prezzo del biglietto. La disparità in campo è palese, ma da un lato Boston ha dimostrato di non essere ancora a posto dal punto di vista psicologico per una serie di playoffs; dallaltro James è sempre James, e una o due partite ti aiuta a vincerle.
Vae Victis