Si va al Pianella per la seconda partita di questa serie e l’ambiente infuocato del palazzo canturino lancia la Tisettanta Cantù sin dalle prime battute vs una Lottomatica Virtus Roma apparsa sonnolenta.
Pronti via e Dashaun Wood batte un dormiente Ukic per andare a segnare col fallo; pronta riscossa del croato che pareggia immediatamente il conto con un canestro da 3 punti. L’intensità della gara è altissima e De La Fuente regala due palloni ai padroni di casa, permettendogli di allungare; però, ancora Wood commette il secondo fallo della sua partita andando a franare su Jaaber , impegnato nel tiro dall’arco. Tourè è avvelenato, difatti è grazie ai suoi 11 punti che Cantù vola sul 18-13 e, se non fosse per Stefansson (a segno con una tripla ad interrompere il parziale), la Lottomatica Virtus Roma soccomberebbe ben più del 22-20 con cui si chiude la frazione.
A differenza di gara 1 le percentuali da 3 di Cantù, così come quelle della Lottomatica in verità, crescono esponenzialmente: prima Cukinas (I tripla stagionale per lui), poi Fitch ed infine Mazzarino portano la Tisettanta sul 37-32; d’altronde, anche i 14 recuperi a fronte di sole 6 perse la dicono lunga sulla concentrazione e la devozione dei ragazzi di Dalmonte che, a fine secondo quarto, comandano 44-41.
Al rientro dagli spogliatoi la musica non cambia e, con Tourè ancora sugli scudi, Cantù vola sul +11 dopo 4 minuti e mezzo (54-43). E’ in questo momento che Lorbek chiude il parziale dei lombardi prendendosi la linea di fondo ed andando a schiacciare prepotentemente sotto la curva canturina. Risveglio romano? Macchè, dopo l’interruzione dovuta alle intemperanze del pubblico canturino reo, secondo l’arbitro Cicoria, di ricordare troppe volte le origini dell’arbitro e di non essere seduto correttamente sugli spalti, Mazzarino insacca una tripla pesantissima, controbilanciata solamente da un tiro analogo di Lorbek nella metà campo opposta (57-48). Eppure è l’unica bomba su 8 tentativi e questo, insieme alle 19 palle perse in 3 quarti, la dice lunga sul +12 con cui termina la frazione.
L’ultimo quarto si apre con 7 punti di Roma, di cui 5 di un monumentale Erazem Lorbek (23 punti a referto per l’ex Benetton), che rimettono decisamente in partita la Lottomatica e costringono coach Dalmonte a fermare immediatamente il gioco (62-57). All’uscita dal time-out il parziale aumenta, grazie a Ibby Jaaber e ad un’altra tripla dello sloveno, con cui la gara torna in parità; eppure, le brutte notizie per la Tisettanta non sono finite, giacchè il bonus è esaurito dopo 3 minuti di orologio. Intanto, quando la gara sembra assumere una inerzia favorevole alla Virtus Roma, c’è la reazione di Cantù, nuovamente avanti nel punteggio e prossima candidata al recupero di quell’inerzia stessa; sopratutto grazie a Denham Brown ed ai suoi 7 punti consecutivi, con cui Cantù entra negli ultimi 2 minuti sul 71-66. Finale da cardiopalma, dunque, e quando Fucka mette 1/2 dalla lunetta, siamo 75-73 con 50 secondi sul cronometro in cui Brown sbaglia il tiro della vittoria e concede a De La Fuente la possibilità di chiudere con un tiro dai 6.25 che gli dei del basket, per qualche misterioso motivo, decidono di far entrare ed uscire: il rimbalzo, però, è nelle mani di Roma che ha 7 secondi per l’ultimo tiro. Stoppata su Stefansson dell’MVP Tourè, autore di 24 punti e appuntamento a giovedì per gara 3.
Tisettanta Cantù-Lottomatica Virtus Roma 75-73
Parziali: 24-22; 20-19; 18-9; 13-23
djalix