Se volete, potete credere che il punteggio sia bugiardo. Ma il basket, di buono, ha che 20 punti di differenza spieghino ben meglio la differenza rispetto ad 1 o 2 reti di calcistica memoria. E’ vero che la Virtus ha rimesso in partita Cantù, disputando un secondo quarto che, senza mezze misure, definire ridicolo potrebbe essere l’eufemismo dell’anno. Ma, anche questa sera, la differenza tra le due compagini è emersa abbastanza nettamente. E giustifichiamo l’espulsione di Dalmonte, che ha generato nella stessa azione 4 tiri liberi (più i 2 concessi generosamente a De la Fuente), aggiungiamo pure l’arbitraggio casalingo, se credete, ma le conclusioni di questa gara sembrano essere verosimilmente le stesse di gara 1: Roma incontenibile, a tratti; Cantù modesta, ma vogliosa, vittoria pesante per i padroni di casa ma tanti punti interrogativi. Perchè la partita, alla Lottomatica, la vince Ibby Jaaber nel terzo quarto, dopo una partenza sprint che permette alla Virtus di volare talmente alto da precipitare dopo 3 misere triple di Fitch, Tourè e Mazzarino. Tre quarti sono stati necessari a coach Repesa per capire l’importanza del quintetto small in gara 2, altrettanti non saranno necessari alla Tisettanta per suppliee al deficit di rotazioni troppo corte. Così, superiori in tutte le voci statistiche, Roma accompagna stancamente il finale di gara, conquistato con una netta ripresa dopo l’intervallo, con la fiducia di chiudere la serie sabato sera, nonostante un infuocato Pianella che, ci perdonino gli ultrà canturini, non può incidere sulle sorti di una serie rivelatasi ben più ostica delle previsioni. Se la Lottomatica è l’antiSiena, al PalaLottomatica, ancora non si è visto. Troppi punti interrogativi, troppe flessioni e, se vogliamo, troppa sofferenza: tra le prime 3, Roma è l’unica squadra a non aver chiuso 3-0. E non importa, si badi bene, che anche la stessa Montepaschi ha sudato più del dovuto le 3 gare con la Fortitudo. A volte, quello che conta, è porta re a casa il risultato. Stasera Roma ha colpito il bersaglio, rifilando 20 punti di scarto ma tenendo pericolosamente l’avversario, sino alla fine del primo tempo, vicino nel punteggio. Per conquistare l’Europa che conta, tutto questo non sarà sufficiente
Play of the game
Discrete giocate nel garbage time, tra assits no look di Fucka e dietro schiena di Ukic: premiamo l’inchiodata a tabellone di Crosariol, uno che di minuti, in campo, ne vede (anche a ragione) davvero pochi.
MVP
Le cifre premiano De La Fuente, o Gabini: ed è tutto dire; il basket premia Jaaber, autore di 11 punti e 5 recuperi decisivi nel terzo quarto, periodo in cui la Virtus congela la gara e sancisce il match point in gara 4.
QUOTES
“L’impatto è stato buono – ha detto Repesa a fine gara 3 – ma eravamo un po´ tesi e forse per questo abbiamo sbagliato troppi tiri liberi. Nel secondo tempo abbiamo messo in campo una difesa più aggressiva, ma comunque qualche errore di troppo in transizione e in difesa all´inizio lo abbiamo commesso. All´intervallo ho detto ai miei giocatori che stavamo giocando con troppa voglia e poca testa, e ai playoff non si può vincere con il solo cuore. Cantù è una squadra ben allenata, un po´ corta ma con una grande chimica, bravi dal perimetro ma anche sotto canestro. Da parte nostra, bene Jaaber e Hawkins che hanno messo tutte le loro energie in difesa, bene anche De La Fuente, ma qualcuno poteva dare qualcosa in più. Fucka nel primo quarto è l´esempio di come deve giocare questa squadra. Stefansson? ci vuole pazienza, dopo gli infortuni non ha ancora recuperato del tutto”.