[b]LOTTOMATICA Roma[/b]: Ukic, Stefansson, Hawkins, Gabini, Lorbek
[b]MPS Siena[/b] McIntyre, Thornton, Sato, Stonerook, Eze
A volte, tutto sembra essere perfetto. Alzi gli occhi al cielo e, dopo esserti guardato intorno, vedi 12000 maglie dello stesso colore pronte a sostenere la loro squadra. Quelle maglie trasmettono fiducia, sospingendo la Virtus Roma a sbranare il proprio avversario sin dalla palla a 2. Gabini e Lorbek martellano il canestro senese, la difesa capitolina chiude tutti gli spazi agli avversari e il primo quarto si chiude con la tripla di Jaaber del 26-10. Stonerook e Thornton si dividono due falli a testa mentre Gabini, invece, è praticamente out dopo il magico inizio con 3 crocette accanto al nome. Ma non è importante, o non lo sembra, perchè quelle maglie infuocano ancora il Palalottomatica e così, sempre grazie alla straordinaria intensità difensiva messa in mostra dal team allenato da coach Repesa, le conclusioni senesi sono forzate e permettono a Roma buone scelte di tiro in attacco: post con Lorbek, alto-basso, transizioni e chi più ne ha più ne metta; così nonostante un mini rientro ospite, all’intervallo si va sul 38-26.
E’ proprio dentro gli spogliatoi che succede l’impensabile, con l’inerzia e la gara saldamente nelle mani di Roma, e la partita perfetta che attende solo altri 20 minuti per liberare l’urlo finale degli indemoniati supporter capitolini. Forse, però, succede qualcosa anche sugli spalti, perchè dopo le 2 triple di Stonerook che riavvicinano Siena, le maglie in curva Ancilotto si disuniscono ed incombe un religioso quanto inspiegabile silenzio; proprio ora, quando il nemico marciava verso la fortezza e bisognava assestare il decisivo colpo del KO, mutismo e rassegnazione spianano la strada alla Montepaschi. Perchè fondamentalmente Roma gioca senza playmaker, checchè ne dicano le cifre: Ukic gioca una gara pessima e trascina nel suo dolore l’intera Lottomatica, incapace di andare a canestro sommando la miseria di 8 punti nell’intera terza frazione, a fronte dei 20 di Siena. Miracolosamente, quindi, i padroni di casa sono ancora avanti per il canestro di un mezzo-redivivo Stefansson, con una tripla di vitale importanza. Ma non basta a suonare la carica e così, nel quarto periodo, aperto da un più che fortunoso tiro dai 6.25 allo scadere di un inesistente Lavrinovic dopo una difesa perfetta di Roma, la Virtus scompare e soccombe sotto i colpi del Capitano toscano e di Kaukenas. Cala il sipario, dunque e la favola di un nuovo Banco Roma si smaterializza per diventare un incubo. Il baratro è lì, ad un passo, con la Montepaschi che segna 35 punti TREN-TA-CIN-QUE nell’ultimo periodo e chiude 80-72. Stasera non c’è possibilità di appiglio, non c’è la via di fuga che le prime due gare avevano evidenziato; no, stasera gli arbitri non hanno inciso minimamente sulla gara, come invece era accaduto nelle prime due partite. Perchè 28-8 e 40-15 sono senza dubbio cifre strane per testimoniare i viaggi in lunetta delle due squadre, che vanno evidenziate nell’omertà generale anche dopo la sfuriata del Presidnte Toti, furente contro le evidenti disparità nel metro di giudizio apparse al Palasclavo. Ma ci piace ancora pensare che quando una squadra segna più canestri dell’altra e comanda una serie 3-0, queste piccole persone col fischietto in bocca contino come il 2 di coppe quando regna bastoni. E così è stato questa sera, con la Montepaschi che piazza l’ultimo mattoncino verso il titolo, epilogo di un campionato che l’ha vista perdere 3 gare in regular season e nessuna nei playoff; per scaramanzia, probabilmente non vedremo i toscani festeggiare stasera, ma il traguardo è lì, ad un passo, rimandato di 2 giorni. La chiave della serata è stata la gabbia che Banchi e Pianigiani hanno piazzato su Hawkins, mandandolo fuori giri ed eliminandolo dalla partita; poi, tirando col 45% da 3 e col 46% da 2, la palla a spicchi fa il suo. Resta la sensazione che la Lottomatica stasera abbia gettato alle ortiche un’occasione che forse, per altri 25 anni, tarderà a ripresentarsi. Perchè la rifondazione, molto probabilmente, è lì. Ma c’è ancora una gara 4 da giocare nonostante i se ed i ma imperversino prontamente, quei”cosa sarebbe stato con Rocca” che resteranno senza risposta. Ma questa è un’altra storia, che aumenta solo l’amarezza di una serata all’apparenza perfetta, d’improvviso divenuta un inferno. O accresce il gusto di una serata iniziata tra le fiamme e terminata tra gli angeli. Punti di vista.
MVP
Stonerook consegna il titolo alla Montepaschi, come un capitano ha il compito di fare: 4/6 da 3, 17 punti, 7 falli subiti, 4 assist e 6 rimbalzi. ‘nuff said.