Dr Jekyll e Mister Hide sembra un film dalle poche sfaccettature in confronto alla stagione vissuta dallArmani Jeans, che lha portata dagli spettri della legadue, sino ad una convincente qualificazione all eurolega, passando attraverso cambi di allenatore, di società e di giocatori.
Linizio sotto la guida di Markovski è stato a dir poco devastante e la sconfitta di 37 in quel del Pala Mens Sana è stata solamente la punta di un iceberg che ha portato il platoon system (che aveva portato la Virtus a tre finali lanno prima) ad essere un concezione che faceva acqua da tutte le parti.
La squadra sembrava giocare contro lallenatore, le gerarchie erano decisamente offuscate, ognuno giocava per se stesso, ma soprattutto giova ricordare che in quel periodo è mancato Danilo Gallinari che era stato presente solo nella prima sofferta vittoria interna contro Napoli. Da quel momento sei sconfitte consecutive e una serie di figure disonorevoli in eurolega, hanno convinto la società a fare piazza pulita.
Arriva [b]Attilio Caja[/b], amico di vecchia data del presidente Corbelli, per traghettare la squadra sino al termine della stagione. Lo scopo è quello di rendere accettabile una partenza che ha spazientito i tifosi, come ampiamente riscontrabile dagli spopolati spalti del Datch Forum.
Con il coach sono arrivati Melvin Booker, Mindaugas Katelynas ed Anthony Giovacchini che hanno preso il posto di Reece Gaines (andato a Treviso), Cheyne Gadson (visto solo nelle discoteche di Corso Como) e Massimo Bulleri (infortunato e ceduto alla Virtus).
Da questo momento è iniziata la vera stagione milanese che ha trovato in Vukcevic e Gallinari la sostanza e il talento al servizio della squadra; in Melvin Booker la mente e la leadership di cui cera bisogno e dai vari Shaw, Katelynas e Giovacchini quella serietà ed intensità ogni giorno in allenamento che è servita ad elevarne la qualità e fare gruppo.
Le gerarchie sono divenute ben chiare e i titolari sono stati investiti della responsabilità di portare la squadra fuori dalla palude della bassa classifica. Questo credo è stato fin troppo seguito da Caja che nel primo mese e mezzo di gestione ha spremuto allinverosimile i suoi titolari, facendoli giocare una media di 35 minuti (abbondanti) a partita, arrivando spesso nei finali col fiato corto e le gambe pesanti. Nonostante tutto qualche partita importante è finita nella casse dei biancorossi e nel momento in cui l impiccio eurolega si è dileguato, il rendimento della squadra in campionato ha avuto un deciso picco verso lalto.
E stata trovata la chimica giusta per unire i caratteri particolari di Watson, Vukcevic e Sesay fornendo loro le possibilità di rendere al meglio, mascherando i difetti. Booker ha vissuto tutta la seconda parte di stagione come il killer silenzioso della squadra che si preoccupa prima di mettere in ritmo i compagni e poi, quando serve, piazzare la zampata decisiva.
Tutti questi discorsi sono validi e sensati, se però hanno come corollario la presenza del miglior giocatore del campionato, nonché miglior giovane di eurolega, nonché futuro nbaer e chi più ne ha più ne metta.
Un escalation devastante di [b]Danilo Gallinari[/b] ha permesso a Milano di arrivare sino ai playoffs con la quinta testa di serie, (quasi stava stretta visto il grandissimo finale di stagione) che ha inanellato 8 vittorie su 10 partite (se escludiamo linutile partita contro la Upim dellultima giornata).
Il fuoriclasse di Santangelo lodigiano ha mostrato una continuità di rendimento insospettabile, trascinando i suoi nel momento in cui era in forma, ma sapendosi riadattare nelle piccole cose, quando la sua vena balistica ha visto un leggero appannamento. Tornata la confidenza con la quale aveva iniziato il campionato, ha semplicemente dominato la serie con Montegranaro. Lui e Booker sono stati gli artefici della vittoria nei quarti di finale playoffs, allinterno di una serie tanto dura quanto indecisa. Le prime due gare sono splittate dalle squadre di casa che hanno mantenuto il servizio, da questo momento il fattore campo salta tre volte in altrettante partite.
LAJ vince a Porto San Giorgio con una grandissima prova di [b]Melvin Booker[/b] da 15 punti quasi filati nel break decisivo, ma brucia il match point casalingo, obbligandosi a ritornare in quel di Porto San Giorgio per la gara decisiva che vorrebbe dire eurolega. La risposta della truppa di Caja è di grande forza e consapevolezza. Come in tutto il finale di stagione si è vista una squadra con tanti difetti, ma una chiarissima identità interna che le ha permesso di superare i momenti di difficoltà e vincere tante partite in volata. Non è questo il caso perché Milano domina praticamente sin dalla palla a due e si assicura il biglietto per leurolega 2009.
Raggiunto il grande obiettivo Milano soccombe contro lonnipotente Siena, vendendo cara la pelle per quanto fosse possibile. Il 3-0 non ammette repliche, ma la squadra non ha mai smesso di lottare anche quando la spia della benzina era accesa e suonava la resa.
Ora per Milano inizia una nuova era sotto il segno di [b]Giorgio Armani[/b]. Sono andati via tutti gli artefici delle malefatte passate come Natali e Corbelli ed al loro posto sono arrivate persone di ben altra caratura come Livio Prioli e Lucio Zanca.
La pianificazione e bonifica di Milano avviene con un credo ben preciso, ovvero la pianificazione di un progetto che perduri nel tempo, fatto da uno zoccolo duro di italiani e ottimi professionisti, che possa rendere orgogliosi i tifosi di una squadra che giochi per il nome della maglia e non per il proprio.
Il nuovo coach, [b]Piero Bucchi[/b], è il primo tassello verso la realizzazione di questo puzzle che per ora si nutre di tanti rumors ma poche certezze. Bucchi ha predicato tranquillità e pacatezza nella sua conferenza stampa, non passando da grandi proclami, ma da un low profile che si sposa con le idee societarie. Lunica cosa che ha garantito è una squadra che lotterà e che vorrà far bene in campionato ed in eurolega con le armi di cui disporrà. Il budget non sarà faraonico (per ora), ma si fanno già nomi importanti come quelli di Luca Vitali, Mason Rocca e Jobey Thomas. Tutti (soprattutto Thomas e Rocca) giocatori di conclamato valore nazionale, ma soprattutto professionisti e persone di grande spessore.
Questanno la campagna acquisti parte dal tessuto connettivo per poi andare a puntare le ultime fiches sugli americani, merce ormai molto più accessibile, ma dallalto tasso di fallibilità.
La fiducia dellambiente verso Zanca è pressoché completa anche alla luce delle grandi cose fatte a Montegranaro. Da ottobre saranno i fatti a parlare per lui, ma già la progettazione mostrata in questi primi scorci di gestione è qualcosa che a Milano probabilmente non si vedeva dai tempi di Bodiroga e lo scudetto del 96.
Se il buongiorno si vede dal mattino