Anche quest anno la [b]maledizione dellanno pari[/b] ha colpito inesorabilmente gli Spurs; gli ex campioni in carica non sono riusciti ad arrivare a disputare le Finals, sbattuti fuori da quei Los Angeles Lakers poi nettamente rullati dai Celtics.
Sono stati dei playoff dai [b]due volti[/b] per gli speroni: da una parte la finale di Conference raggiunta per il rotto della cuffia ai danni dei sorprendenti Hornets, in grado, ricordiamolo, di mandare a casa i Mavs formato-Jason Kidd, acquisendo il pass solo al termine di 7 combattutissime partite, con la solita dimostrazione di carattere e di tenuta psicologica, nonostante i calabroni potevano contare su un roster più giovane (ma di conseguenza meno esperti a certi livelli di pressione); dallaltra parte la serie senza storia contro i losangelini giallo viola ha visto una squadra in enorme deficit fisico, sia per linfortunio che ha falcidiato la serie di una delle tre stelle dei nero argento, ma soprattutto per la [b]stanchezza[/b] visibile sui volti dei giocatori causata dalletà avanzata e dallestrema vicinanza delle partite (per i risultati di questa combinazione si veda il recupero di gara 1, firmato da Kob ehm, dai Lakers), fattore assente nella gara contro gli Hornets.
A far pendere comunque verso il positivo il bilancio della stagione è sicuramente lottima vittoria colta contro i Phoenix Suns, in versione Shaq, nella riedizione di una delle più discusse serie della storia dei playoff, chiuda con un significativo 4-1 con i big-three autori di quasi 19 punti di media a testa.
Entrando nelle [b]valutazioni dei singoli[/b], non si può non assegnare il titolo di miglior giocatore della squadra a [b]Duncan[/b]: il caraibico ha semplicemente tenuto medie pazzesche, chiudendo i playoff con 20 punti e più di 14 rimbalzi a partita, facendo registrare le medie più alte in fase realizzativa contro i Suns (quasi 25 punti), subendo un piccolo calo contro la difesa pressante degli Hornets (15 punti), e facendo schizzare ad oltre 17 la media dei rimbalzi nella serie contro i Lakers. Come se non bastasse, il leader degli Spurs ha scritto anche 3 assist e 2 stoppate nelle medie personali di questi Playoff 2008.
Per le altre due stelle della squadra,[b]Tony Parker e Manu Ginobili[/b], sono stati invece dei [b]playoff altalenanti[/b]; il francese ha iniziato col botto contro i Suns, chiudendo la serie a quasi 30 punti di media, risultando un rebus irrisolvibile per la difesa per gli ex uomini di DAntoni, considerato che oltre alle solite penetrazioni, marchio di fabbrica del transalpino, TP ha trovato ottime percentuali col tiro dalla media.
E stato proprio il fattore tiro quello che ne ha determinato la caduta di quasi 10 punti di media nelle successive due serie: contro gli Hornets la sfida con Paul è stata entusiasmante fino al termine, è il play degli Spurs è riuscito ad opporre almeno resistenza alle sfuriate del play tascabile dei calabroni: 19 punti e 6 assist il suo fatturato. Contro i Lakers, non è riuscito ad innalzare il suo rendimento, confermando i numeri messi insieme contro New Orleans.
Largentino ha vissuto una sorta di [b]calvario[/b], con linfortunio alla caviglia che ne ha determinato il rendimento , con le giornate di pausa tra una gara e laltra accolte modello benedizione dal cielo; Manu ha provato a dare tutto ma, specialmente nella Finale di Conference, sembrava il fratello gemello scarso: 12 punti, 3 rimbalzi ed altrettanti assist lo score personale, dati gonfiati però dalla splendida prestazione di Gara 3 (coincisa con lunica vittoria colta da San Antonio) che recitava 30 punti.
Quando il dolore si faceva sopportabile, Manu era comunque in grado di apportare il proprio contributo alla causa: contro i Suns 18 punti di media, mentre contro gli Hornets ha fatto registrare i migliori tabellini a quota 21 punti e 6 assist di media.
Con luomo da Bahia Blanca a mezzo servizio, sarebbe salita limportanza del contributo del supportino cast, e qui sono arrivate soprattutto note dolenti, ad esclusione di Bowen che, al di là delle cifre, ha inciso in modo pesante sulla serie contro gli Hornets, spegnendo la produzione offensiva di Stojakovic, autentico killer nelle prime due gare disputate, e di Udoka che nei pochi sprazzi di gara concessigli ha comunque provato a portare il proprio mattone.
Da qui in poi, dicevamo, solo note negative: Thomas e Oberto, non sono riusciti a dare un contributo solido alla voce rimbalzi, chiudendo con sole 5 e 4 carambole di media, Finley è stato sterile alla voce punti (solo 6.7).
In cabina di regia nessuno ha dato sufficienti garanzie e alternative allutilizzo di Parker.
[b]La regia ed il compagno di merende di Timoteo sono i due più grossi problemi per gli Spurs[/b]: circa il secondo, assodato che Splitter rimarrà ancora nel Vecchio Continente a farsi le ossa ed ingigantiti i rimpianti per la pessima scelta di scambiare i diritti di Scola per Spanoulis, accasatosi poi in Grecia, il roster offre comunque discrete soluzioni, anche se la mancanza di un giocatore verticale e atletico rimane ancora insoluta, e lacquisto di Thomas va in questa direzione, intendiamoci, non è la soluzione, ma è sempre meglio di schierare un Bonner sotto le plance. Per il primo problema invece, al momento, non sembrano esserci soluzioni: tutti e due insieme Vaughn e Stoudemire non danno la minima garanzia, specialmente in una fase calda come i playoff.
Nel [b]draft[/b] la scelta della dirigenza è caduta su [b]George Hill[/b], dato dalla maggior parte dei mock draft come secondo giro.
Uscito da Indiana University-Purdue University Indianapolis (IUPUI), questo oggetto misterioso, ha fatto comparire espressioni alquanto interrogative sui volti dei tifosi degli speroni (considerato che era ancora disponibile gente come Darrell Arthur, Mario Chalmers, DeAndre Jordan). Pare in realtà che il ragazzo viaggiasse a 37 punti di media allhigh school, che avesse la possibilità di entrare in atenei più prestigiosi, ma che avesse deciso di accettare la proposta di IUPUI per motivazioni legate alla famiglia. Allinterno del team ha rivestito il ruolo di leader assoluto, principale terminale offensivo, risultando il migliore in ogni voce del tabellino.
Nellultima stagione per lui: 21 punti, 7 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate di media. Guardia di 189 cm, descritto come giocatore molto veloce, atletico ed in grado di penetrare con grande facilità, deve dimostrare ancora tutto; nei progetti della dirigenza è lui luomo che dovrebbe dare minuti importanti di riposo a Parker, chiaramente dopo essere passato sotto gli insegnamenti di coach Popovich.
I tifosi sono divisi: sarà nuovamente un colpo geniale alla Ginobili o alla Parker, oppure sarà una scelta errata alla Scola?
Per il [b]mercato[/b] invece si sono fatti i nomi di Artest, nel caso in cui dovesse scegliere di uscire dal contratto, e di J.R. Smith, già cercato dagli Spurs nel 2006 quando era a New Orleans, ma il cui passaggio in magli nero-argento naufragò a causa dellingaggio di Barry. Per ora però si tratta solo di voci