C era una volta una squadra che doveva giocare l Eurolega e che doveva provare a rinverdire i fasti di un passato neanche troppo lontano…
C era una volta una squadra che aveva disputato una finale scudetto, a meno di 5 anni dalla sua radiazione…
Ecco, queste potevano essere le frasi iniziali per una splendida favola con il classico lieto fine, ma così non è stato. La stagione 2007/2008 è stata, purtroppo per i tifosi bianconeri, la stagione delle promesse mancate e delle scommesse perse.
Squadra che vince non si cambia è il motto che normalmente accompagna la creazione di una compagine dopo una buona annata, ebbene il [b]patròn Sabatini[/b] ha pensato bene di rivoluzionare il concetto: via il coach tuttofare Zare Markovski, via Travis Best, Dusan Vukcevic, Chris Lang, Vlado Ilievski, Christian Drejer, messi in discussione il capitano Fabio Di Bella ed Andrea Michelori per questioni contrattuali, non rimpiazzato l infortunato Blizzard.
Già questo inizio, per i più incomprensibile e sconvolgente, aveva lasciato perplessi la maggior parte degli addetti ai lavori, però la squadra nata da questo sconvolgimento sembrava anche intrigante.
Ingaggiato [b]Stefano Pillastrini[/b], reduce dall ottima esperienza a Montegranaro, preso Dewarick Spencer, anticipando anche club europei ben più potenti della Virtus odierna, arrivato da Varese Delonte Holland, acquistato Roberto Chiacig come pivot di rincalzo e funzioni di chioccia per Crosariol, convinto il play emergente Will Conroy dopo un tira e molla durato più di un mese e, ciliegina sulla torta, l arrivo di Alan Anderson ala piccola con passato NBA referenziatissimo.
La scommessa dei lunghi italiani con la squadra sbilanciata sugli esterni è stata, però, persa. Forse in linea coi proclami del [i]Lasciateci perdere[/i], la squadra ha iniziato a fare acqua da tutte le parti. Guai disciplinari: si ricordino la vigilia della partita di Cantù o gli atteggiamenti di Crosariol ed Holland verso coach Pillastrini. Guai tecnici: con Conroy incapace di gestire il gioco, la [b]discontinuità di Spencer[/b] e la concorrenza interna fra Holland e Anderson. Problemi di atteggiamento: più di una volta sotto più di 30 punti i coloured si lasciavano andare a numeri circensi degni degli Harlem Globe Trotters. Infine, anche la società con le sue [i]gite enogastronomiche[/i] in Eurolega minava i pochi punti fermi rimasti ai tifosi virtussini, l orgoglio per un Eurolega riconquistata e quel simbolo sulle maglie.
Provata a cambiare la regia col ritorno di Best per Conroy, la squadra non riusciva ad ingranare e a metà dicembre, dopo l ignominiosa prestazione di Kaunas, veniva messo definitivamente fuori squadra [b]Holland[/b], con una decisione prettamente societaria. Lo sfoltimento dei ranghi, complici anche svariati infortuni, non dava i risultati sperati e, alla vigilia della partita casalinga contro la Tisettanta Cantù, veniva esonerato coach Pillastrini colpevole, secondo la dirigenza, e anche chi scrive, di non essere riuscito né a dare un gioco accettabile alla squadra né di avere lo spogliatoio in mano.
Il 27 gennaio fa il suo esordio sulla panchina bolognese [b]Renato Pasquali[/b] che vince sia la partita in casa contro Cantù che la trasferta di Treviso contro la Benetton. Inizia poi la Final Eight di Coppa Italia che vede i bianconeri arrivare a giocarsi la vittoria nella finale contro la sorprendente Air Avellino, ma contro i lupi biancoverdi non c è nulla da fare, nonostante la mancanza di Best per infortunio, la partita è tirata fino alla fine, ma i campani prevalgono meritatamente.
Sfumata la Coppa Italia, tornano fuori i problemi e dopo la sconfitta interna contro la Scavolini viene allontanato anche Spencer, rimpiazzato da Lauwers, che sbaglierà la bomba del pareggio nel derby di ritorno. Il dopo Coppa Italia recita cinque sconfitte consecutive, e solo la vittoria casalinga contro la lanciatissima Premiata farà tirare un po il fiato a tifosi e dirigenza, però solamente la vittoria casalinga con Varese sancirà la matematica salvezza bolognese.
Dopo una stagione così, che definire disastrosa è un eufemismo, pare che in casa Virtussina vogliano fare le cose sul serio, per provare ad acciuffare la licenza triennale di Eurolega. Incassato il no di Atripaldi per il ruolo di GM Sabatini ha confermato Andrea Luchi.
Confermato coach Pasquali è rientrato da Milano quel Dusan Vukcevic reduce, forse, dalla sua miglior stagione italiana. E’ stato ingaggiato il pivot Sharrod Ford, uno degli artefici del miracolo di Montegranaro ed è giunto anche Alex Righetti, protagonista della strepitosa stagione di Avellino.
In queste fasi di basket mercato la Virtus pare essere in mezzo a tutte le trattative importanti, mettendosi alle spalle la voglia di scommesse rischiose che hanno portato i risultati disastrosi dello scorso anno. Non ammessi alle coppe europee principali, i bianconeri disputeranno la FIBA Cup, con l intenzione di ricostruirsi una credibilità europea messa a repentaglio con le gite enogastronomiche dello scorso anno e con la mancata celebrazione del CSKA di Ettore Messina, Smodis e Andersen.
Gli inizi della nuova stagione paiono promettenti, ma solo il tempo dirà se gli errori hanno insegnato qualcosa alla dirigenza virtussina, o se l attivismo sincopato del vulcanico patròn prenderà il sopravvento.
Andrea Cesari