Si ripartirà, per lennesima volta, allo United Center, sulle note di [i]Sirius[/i] degli [b]Allan Parson Project[/b]: nuovo allenatore, [b]Vinny Del Negro[/b], nuovo gruppo, guidato dalla prima scelta assoluta [b]Derrick Rose[/b], nuove aspettative, non ancora completamente chiare visto che il mercato sembra poter riservare ancora sorprese.
La stagione passata è stata per i Bulls un vero incubo, da squadra sul punto di esplodere a squadra con lo spogliatoio esploso, il passo è stato breve. A pagare per tutti è stato coach [b]Skiles[/b], giubilato quando ormai la situazione era irrecuperabile, non solo per colpa sua.
Basti ricordare che a seguito di uno scherzio tra [b]Ben Wallace[/b], poi ceduto ai Cavs e [b]Noah[/b], la squadra prese le difese del veterano ed impose (scavalcando coach e GM che avevano già multato il giovane rookie) al coach di tenere in panca, nella partita successiva, il giovane leone. Cera da aspettarsi una rezione dorgoglio, una prova di carattere da parte del gruppo che aveva preteso dimporre la propria volontà oltre le regole che per Noah prevedevano una multa. La risposta è stata una partita strapersa di trenta punti, con i titolari a vagare in campo come zombie. Una stagione nata male e conclusasi peggio dunque.
Tecnicamente, il problema dei Bulls lo scorso anno è stato il non essere più una sorpresa: le difese si sono adattate, hanno imparato a rispettare il talento, il coraggio ed il senso del canestro di [b]Gordon[/b], il jump shot dalla media di [b]Deng[/b] e la regia di [b]Hinrich[/b] e si sono regolate di conseguenza. Chi ha patito di più questa situazione è stato senza dubbio lex Kansas, incapace di convertire con la consueta precisone lalto quantitativo di tiri che solitamente si prendeva dalla lunga distanza. A seguito di questa crisi di tiro il buon [i]Capitan Kirk[/i] ha giocato unannata disastrosa, lasciandosi trascinare in una crisi totale, non riuscendo a coinvolgere i compagni, a segnare ed a difendere come di consueto.
Venuto meno Hinrich i Bulls son caduti di conseguenza, con un Gordon che ha giocato una prima metà di stagione ai limiti dellimmaginabile (in negativo) per quante riusciva a combinarne ed un Deng che più che in crisi è apparso come assestato sugli allori dello scorso anno, con uninevitabile caduta della qualità del gioco proprio perché, come detto, ormai le difese avversarie lo aspettavano al varco.
Chiuse le bocche da fuoco sul perimetro i Bulls sono venuti meno perché, come sempre ripetuto in primis dal GM [b]Paxon[/b], non hanno e non sono riusciti a trovare una presenza di alto livello in post basso, oltre a pagare lo scotto della parabola discendente (in realtà sarebbe più una linea retta, per la repentinità con cui si è realizzata la caduta) di [b]Ben Wallace[/b], un vero peso morto in campo e non solo, fino alla trade con i Cavs. Se ad una stagione così brutta si aggiungono le sgradevoli voci provenienti da Memphis dove il presidente dei Grizzlies [b] Michael Heisley[/b] ha svelato che linteressamento dei Bulls per Pau Gasol, indicato a più riprese come quella presenza in post basso che avrebbe potuto svoltare la stagione dei Tori, fosse tutto fumo e poco arrosto visto che al momento di chiudere la trattativa leccessivo tergiversare di Paxon ha mandato tutto in malora, il quadro per una stagione buia come una notte senza stelle è completo.
Come spesso accade però, infondo al tunnel si inizia a rivedere una luce, e nel caso dei Bulls questa luce si è materializzata il 21 maggio quando, pur avendo solo il 2% delle possibilità, i Bulls si sono accaparrati la prima scelta assoluta del draft 2008, poi tramutatasi in [b]Derrick Rose[/b], il playmaker che nelle speranze della dirigenza biancorossonera dovrebbe rivelarsi una specie di via di mezzo tra [b]Jason Kidd[/b] e [b]Chauncey Billups[/b], essendo peraltro prodotto di casa essendo nato a West Englewood, sobborgo poco raccomandabile di Chicago. Sarà compito del maghetto proveniente da Memphis (dove è stato allenato da quel vecchio marpione di [b]John Calipari[/b]) guidare i Bulls fuori dalle secche, visto che lui è stato preferito a [b]Michael Beasley[/b], stellina di Kansas State che fino a due mesi fa appariva prima assoluta con certezza. I Bulls, non fidandosi della fisicità di Beasley, e pare abbiano fatto bene, almeno a giudicare le prime uscite in summer league, dove lala degli Heat è apparsa più un clone di Marion (che avrebbe fatto scopa con Thomas, quindi) che unala forte dalla presenza dominante in post basso come servirebbe ai Bulls, hanno virato prepotentemente su Rose.
Venendo al mercato è però evidente che preso Rose in cabina di regia e consegnategli le chiavi della squadra due nanosecondi dopo che il ragazzo ha indossato il fatidico cappellino con stampato sopra un toro su sfondo rosso, Hinrich è di troppo, peraltro in un reparto piccoli stra-affollato, vista la presenza di Ben Gordon (peraltro in scadenza il prossimo anno), Larry Hughes, gentile cadeau ottenuto dalla trade con i Cavs che porta con se in dote 25 milioni di dollari complessivi per i prossimi 2 anni e Thabo Sefolosha oltre ad eventuali arrivi dalla summer league. Perso Duhon, pesca di alto livello al secondo giro, che andrà a fare, a meno di terremoti di mercato, la point guard titolare a New York, Hinrich potrebbe essere la chiave del mercato dei Bulls per arrivare ad un lungo almeno decente, visto che, al momento, sotto le plance per i Bulls ci saranno Joakim Noah e Tyrus Thomas, ossia due dei principali imputati per la scorsa, fallimentare, stagione più Drew Golden ed il biancone Aaron Gray, con Nocioni, ammesso che rimanga visto il forte pressing dei Nets su di lui, di rincorsa.
Il mercato estivo potrebbe rivelarsi scoppiettante visto che [i]on the blocks[i] non cè solo Hinrich, che peraltro ha un contratto lungo, scadenza 2012, e pesante visto che chiama circa 9 milioni di dollari lanno, ma anche, vista la complessa situazione salariale, Gordon e Deng, entrambi in scadenza il prossimo anno, non si capisce se rinnovabili ed a che cifre, visto che al momento sono in quel limbo che separa i buoni giocatori dalle stelle vere e proprie, ed un investimento pesante su di loro potrebbe condizionare il futuro dei Bulls. Poi ci sono Tyrus Thomas che ha manifestato una grave inconsistenza oltre che lassoluta mancanza di un ruolo, almeno per ora, e Joakim Noah, che non si è fatto apprezzare in spogliatoio e che in campo spesso è apparso spaesato, oltre ai tredici milioni in scadenza tra due anni di Hughes ed i sette di Golden.
Una situazione complicata dunque, da cui un buon GM potrebbe trarre indubbi vantaggi. Il problema è che lultimo anno ha gettato nubi fosche anche sulloperato di John Paxon, specialmente dopo la querelle con Michael Heisley. Una valutazione completa sul roster dei Bulls quindi sarà meglio farla in prossimità del training camp, di sicuro a Chicago sarà unestate caldissima