Che questi quarti di finale non sarebbero stati molto combattuti, lo si sapeva. Come si sapeva anche che, la gara più bella, la più combattuta, sarebbe stata quella tra Argentina e Grecia.
Dunque pronostici rispettati, e partita tra i campioni olimpici e i vice campioni del mondo decisa agli ultimi possessi. Ma andiamo in ordine di apparizione.
[b]SPAGNA-CROAZIA[/b]
[b]Che il pronostico fosse tutto dalla parte delle furie rosse, era un fatto assodato:[/b] troppo profonda e fisicamente superiore la Spagna per essere messa in difficoltà da una Croazia, che dopo la grande impressione destata nelle prime due uscite, è apparsa squadra senza idee e limitata offensivamente.
[b]La gara non ha regalato troppe emozioni[/b], infatti, dopo lo strappo iniziale propiziato da Pau Gasol, ai campioni del mondo è bastato gestire un vantaggio sempre stabile tra i 20 e 15 punti. Solo in un paio di occasioni la Croazia è sembrata in grado di reagire, ma la rimonta, se così la si vuol chiamare, non è stata frutto di un miglioramento nel gioco, bensì di qualche iniziativa personale andata a buon fine. La Spagna è stata brava a mettere molta pressione sugli esterni croati, compito agevolato dalla pochezza delle soluzioni sotto canestro a disposizione di Jasmin Repesa.
[b]Proprio sul tecnico della Virtus Roma, vogliamo aprire una parentesi.[/b] Repesa, si sa, non è certo un tecnico incline ad atti di disciplina, è un sergente di ferro. Solo con questa premessa si può spiegare il pino punitivo inflitto al giovane Barac, che dopo un inizio non entusiasmante, dove ha sofferto Gasol, è stato messo in panchina da Repesa, e mai più rimesso in campo, se si esclude lo scongelamento a 50 secondi dalla fine del primo tempo. Non essendo a Pechino, e non capendo il croato, non sappiano se Barac abbia risposto piccato al momento del cambio, quel che sappiamo però, è che forse i suoi cm e le sue mani educate sarebbero servite eccome. In ogni caso Repesa non è uno sprovveduto, e se ha fatto questa scelta avrà avuto i suoi motivi (forse un infortunio, chissà).
[b]La Spagna, accede così alla semifinale senza troppa fatica,[/b] in una partita dove ha risparmiato il play titolare, Calderon, autore comunque di 18 minuti chirurgici, e dove ha fatto assaggiare il campo a tutti i suoi giocatori. Ora cè solo la Lituania a separarla da probabile argento olimpico, una medaglia che chiuderebbe una biennio davvero fantastico per gli iberici (oro mondiale, argento europeo).
[b]LITUANIA-CINA[/b]
[b]Il quarto di finale tra i cinesi padroni di casa e i lituani è durato fondamentalmente 18 minuti.[/b] Dal parziale confezionato in chiusura di primo tempo, e chiuso dai lituani con una bomba allo scadere, la Cina non si è più ripresa. Troppo solo Yao Ming per reggere lurto di Jasi e compagni, che ancora una volta hanno tirato con percentuali elevate, dimostrando, se mai ve ne fosse bisogno, di essere avere in assoluto lattacco più piacevole e bello tra tutte le partecipanti al torneo.
[b]Jasikevicius ha disposto a piacimento degli esterni cinesi,[/b] mentre la potenza di Kleiza e la concretezza di Siskauskas hanno fatto il resto.
Yao, lasciato solo, non è mai riuscito realmente ad entrare in ritmo, spedito ripetutamente in lunetta, dove sono si arrivati punti, ma poco altro, e da dove non poteva di certo innescare i tiratori, che infatti, con molta più pressione addosso e meno palloni puliti hanno spadellato, chiudendo la serata con un misero 19% su 21 tentativi.
[b]La gara con la Spagna è intrigante.[/b] La Lituania, ha una batteria di lunghi tosta, capace sia di usare il fioretto che la sciabola. Di certo non sarà una partita noiosa, ma la vera differenza lo farà il alvoro difensivo, specialmente degli esterni. Gasol il suo lo farà sempre, i lituani si auspicano con un po di fatica, ma se gli esterni spagnoli dovessero entrare troppo spesso allinterno dellarea, la coperta potrebbe rivelarsi estremamente corta.
[b]USA-AUSTRALIA[/b]
[b]Diciamo la verità[/b]: vedere gli americani non essere in grado di staccarsi immediatamente dagli australiani, ha dato a tutti una flebile speranza di poter assistere ad una gara più o meno equilibrata. Per tutto il primo tempo lAustralia è riuscita nel suo intento, ovvero riempire larea il più possibile, non correre e perdere il minor numero di palloni possibili. Ecco, tutto questo è durato fino ad un minuto dalla fine del primo tempo. La tripla sulla sirena di Deron Williams poteva far presagire ad un cambio di marcia da parte di Team USA, ma quello che è accaduto ad inizio ripresa ha lasciato un po tutti di sasso, quasi delusi. LAustralia, con Bogut out per un infortunio, si è scomposta, esponendosi al contropiede avversario, e facendosi prendere dentro dal ritmo forsennato imposto da Team USA. Le triple di Bryant e la strapotenza fisica di James hanno completato lopera.
[b]Un paio di aspetti tecnici vanno però sottolineati.[/b]
Il grande utilizzo del passaggio consegnato da parte degli australiani ha impedito agli esterni americani, fino ad un certo periodo della gara, di giocare sulle linee di passaggio. Un accorgimento importante, perché così facendo si può pensare di limitare al minimo possibile il campo aperto a disposizione dei levrieri doltre oceano. Un secondo aspetto è quello della totale estraneità tecnica di David Andersen allinterno della sua squadra. Forse qualcuno non ha spiegato ai suoi compagni, che il buon David è giocatore di post basso sopraffino, specialmente quando si può svitare e tirare in testa al proprio avversario. Semplicemente, Andersen (che ha comunque le sue colpe), è stato ignorato dai suoi esterni, e non ha potuto quasi mai giocare nelle posizioni a lui più congeniali.
[b]Ultima menzione non per un americano[/b]; Team USA ad occhio e croce dovrebbe arrivare in finale, e per parlare dei suoi giocatori ci sarà tempo. Vogliamo spostare lattenzione su Mills, classe 1988, doti tecniche e caratteriali importanti. Il giovane australiani di scuola americana, ha disputato un torneo olimpico in crescendo, diventando subito uno dei trascinatori della sua squadra. Queste sue prestazioni avranno fatto brillare gli occhi a molti, soprattutto alle squadre europee, anche perché il giocatore potrebbe essere tesserato come comunitario.
[b]GRECIA-ARGENTINA[/b]
[b]Il quarto di finale più atteso non ha deluso le aspettative.[/b] Partita tirata, giocata con grande intensità e decisa nellultimo minuto. I campioni olimpici, lhanno spuntata grazie alle triple del duo Ginobili-Delfino, il primo grande protagonista del primo tempo, ha lasciato il proscenio al secondo negli ultimi 20 minuti di gioco, ma al momento opportuno è tornato ad essere languilla di Bahia Blanca, mettendo a segno il canestro più importante della gara.
[b]LArgentina ha tirato ben 32 volte da 3 punti, una in più delle conclusioni da due.[/b] Una scelta dettata si dalle alte percentuali di realizzazione, ma anche dallincapacità, in contumacia Ginobili, di giocatori in grado di inventare e creare superiorità numerica nelluno contro uno. Delfino è più un giocatore di rottura, Prigioni è bravo a gestire i ritmi, e Nocioni da il meglio di se in campo aperto o nel piazzato da 3. Se Ginobili è stanco, o se, come successo con la Grecia, gli avversari sono bravi ad intasare larea, per gli esterni argentini è quasi obbligatorio rifugiarsi nella conclusione dalla distanza.
[b]La Grecia esce dal torneo a testa alta, ma non senza rammarico.[/b] Contro questa Argentina non scintillante, sarebbe bastato che uno tra Papaloukas, Diamantidis e Spanoulis avesse dato il suo solito contributo. Ma gli esterni di Yannakis hanno pesantemente toppato quasi tutto il torneo, specialmente Diamantidis, sterile in attacco, con le idee confuse e poca personalità. Ha messo la tripla più importante per la sua squadra, ma fondamentalmente è stato più danno che altro. Gli ellenici sono stati in partita grazie ai lunghi. Il talento di Fotsis, e la solidità del duo Bouroussis Tsartsaris, hanno messo in crisi i lunghi argentini, che fondamentalmente si riducono a Oberto e Scola, con Nocioni che viene impiegatola 4 solo in casi particolari.
[b]Per gli argentini è arrivato il momento di subire londa durto della marcia di Team USA verso loro.[/b] Fino ad ora sia Grecia che Spagna sono state spazzate via. LArgentina ha in quintetto giocatori che lNBA la conoscono da protagonisti, addirittura da star se pensiamo a Ginobili, ma dietro cè il deserto, al contrario degli USA, che sono profondi e possono permettersi di usare Redd e Boozer per il garbage time. Con ogni probabilità non basterà la garra per superare lostacolo americano, ma se Delfino è quello visto contro la Grecia, e se Scola torna a segnare, niente è impossibile per quelli che, fino a domani, sono ancora i campioni in carica.
[b]Stefano Manuto[/b]