Tutto è pronto ai blocchi di partenza. Con una magia degna del miglior Harry Potter, la Virtus Roma compie la già starordinaria impresa di ultimare il roster durante l’estate, evitando l’elemosina e gli scarti del mercato invernale. E, come se non fosse sufficiente, il GM Bodiroga cala sul parquet una serie di nomi di tutto rispetto, specialmente in un mercato monopolistico (inteso come termine ludico, sia chiaro, non economico) in cui Delfino e Garbajosa mettono in tasca qualcosa come 4 milioni di dollari. Applausi, dunque, alla dirigenza romana che, dopo la finale storica conquistata l’anno passata, si lancia alla rincorsa della pur sempre temibile Montepaschi e dei playoff europei. Partito Lorbek con biglietto di sola andata per la capitale moscovita, in seguito alle inique richieste presentate in sede dal procuratore (rinnovo di Erazem, solo in caso di firma a cifre spropositate del fratellino Domen), la Virtus Roma riparte da Primoz Brezec sotto le plance, insieme al quale sono arrivati la star del Liceo statunitense Brandon”Young Money” Jennings (primo studente a giocare in Europa l’anno precedente al draft, rinunciando al college), l’ex fortitudino Sani Becirovic, Andrè Hutson ed Angelo Gigli.
[b]IL QUINTETTO[/b]
[b]Brandon Jennings[/b]
Passato già alla storia come capostipite di una possibile, lunga, schiera di imitatori, decisi a tastare i parquèt europei invece delle palestre collegiali americane, Brandon Jennings è la scommessa più grande di Bodiroga e dell’intera dirigenza romana: talento indiscutibile, ma mai verificato ad alti livelli. Capacità sopraffina di passare il pallone, almeno agli inizi il ruolo di point guard sarà affidato a Becirovic, con Jaaber o Ray nel ruolo di guardia; ma la domanda, affascinante ed ambiziosa, resta una sola: quanto tempo impiegherà Bj a prendere in mano le chiavi della squadra, guadagnandosi la fiducia di Coach Repesa?
[b]Sani Becirovic[/b]
Stanco di scaldare la panchina di Oaka, Sani Boy è tornato in Italia per essere di nuovo protagonista ed idolo indiscusso delle folle; Bologna non lo ha mai dimenticato, Roma lo accoglie a braccia aperte, chiedendogli una missione impossibile: ripetere l’impresa del mai dimenticato Banco Roma…
[b]Rodrigo De la Fuente[/b]
Una delle ultime firme della squadra, chiamato a sostituire Hawkins nello spot di ala piccola non certo per garantire i punti del falco, ma il “balance” della squadra tanto caro a Gelsomino: giocatore solido e di esperienza, puntuale come un orologio svizzero nella migliore scelta per la propria squadra, Don Rodrigo è chiamato a dare equilibrio alla Virtus Roma 2008/2009. E se arrivasse Datome…
[b]Andrè Hutson[/b]
Giocatore costante come pochi, nei ricordi dei tifosi napoletani per la stagione disputata con la maglia della Di Nola nel 2002, Hutson viene da una discreta stagione nell’Efes Pilsen di Blatt, conclusasi anzitempo dopo l’inopinata trasferta di Belgrado, in cui gli americani decisero di non viaggiare per paura degli attacchi; se Roma ha compiuto un salto di qualità, il ruolo di ala forte si propone come uno dei maggiori indiziati.
[b]Primoz Brezec[/b]
Una carriera Nba da 13 e 7 tra Indiana, Charlotte e Toronto può essere un discreto biglietto da visita per lo sloveno designato a sostituire un gigante come Erazem Lorbek: centro di 216 cm, dotato di un ottimo tiro da fuori, si sobbarcherà insieme ad Hutson lo sporco lavoro del pitturato.
[b]LA PANCHINA[/b]
Giachetti, Ray, Jaaber, Gabini, Gigli, Tonolli: basterebbe, forse, ragionare sul fatto che “El tanke” era l’ala forte titolare nello schieramento dell’anno passato, per capire come e quanto sia migliorata la formazione capitolina. Allan Ray, guardia titolare prima dell’infortunio, è un’enigma sul quale Bodiroga ha nuovamente deciso di puntare forte, scommettendo sulla voglia di riscatto dell’ex Vilanova; Ibby Jaaber, munito di un preziosissimo passaporto bulgaro e il play di gestione Jacopo Giachetti vanno a completare un reparto esterni tra i più talentuosi e completi della Lega 1. Tra i lunghi, Angelo Gigli dopo la delusione trevigiana, garantirà respiro e rimbalzi a Brezec e Hutson, mentre la grinta di Gabini potrà essere gestita al meglio.
[b]GIOCATORE CHIAVE[/b]
C’è l’imbarazzo della scelta ma per talento, carisma ed esperienza puntiamo su Sani Becirovic: lo sloveno di passaporto italiano a cui, almeno inizialmente, Jasmin Repesa consegnerà non solo il playmaking della squadra, in attesa dell’ambientamento di Brandon Jennings, ma anche la leadership di un gruppo che punta decisamente al gradino più alto del podio.
[b]COACH[/b]
Jasmin Repesa ha un chiodo fisso nella sua mente: ripetere le gesta vissute durante l’era Fortitudo dove, in 4 stagioni, ha conquistato 4 finali conquistando il titolo del 2005, anno in cui conquistò anche la supercoppa sconfiggendo la Benetton. Allenatore decisamente ad hoc per i giovani cestisti (chiedere a Belinelli, Mancinelli, Lorbek, Ukic o Giricek), è riuscito nell’impresa di riportare la nazionale croata alle Olimpiadi dopo 12 anni; ripeterà anche la miracolosa stagione del Banco Roma?
[b]PROSPETTIVE DELLA STAGIONE[/b]
C’è poco da nascondersi: questa è la stagione della verità, quella dove Roma deve riuscire nella terribile difficoltà di ripetersi, migliorandosi. Siena è un passo avanti, specialmente per non aver dovuto sostituire nemmeno quest’anno le colonne portanti della squadra, affiancando loro, peraltro, un cecchino come Domercant in sostituzione dell’usurato Thornton; ma la Virtus sa benissimo di potersi giocare, in Italia come l’Europa, le carte per arrivare al ballo di fine anno ed essere eletta reginetta. La sfida più grande, quella europea, partirà da Berlino, passando poi per Vitoria, Lubiana, Istanbul e Badalona: il sogno più grande, come è ovvio, sarebbe tornare nuovamente a Berlino per disputare le Final Four. Ma la strada che conduce alla gloria è lunga e impervia, e va percorsa passo dopo passo, giorno dopo giorno.