Dopo una buona stagione come quella che ci siamo lasciati alle spalle pochi mesi fa, non erano necessari cambiamenti radicali nella città di Topolino, bensì occorreva ricercare gli elementi che potessero contribuire a completare il mosaico di squadra, secondo il progetto di coach Van Gundy.
Il GM Otis Smith ha quindi cercato di assicurare all’ex allenatore degli Heat i giocatori giusti per il suo sistema di gioco.
[b]Movimenti di mercato in entrata ed uscita[/b]
Il colpo principale dei Magic è stato l’arrivo del francese [b]Mickael Pietrus[/b], guardia-ala che ha firmato grazie alla [i]Mid-Level Exception [/i]un contratto da circa 22 milioni di dollari in quattro anni.
Con Pietrus in squadra i Magic hanno a disposizione un giocatore solido, estremamente atletico e dotato di buone caratteristiche difensive: fin dalla presentazione, Van Gundy ha sottolineato come il francese sarà lo [i]stopper[/i] designato del team, l’uomo incaricato di marcare l’esterno avversario più pericoloso. Tuttavia l’ex Warriors unisce ad atletismo e difesa anche buone capacità offensive, come un buon tiro piazzato da tre punti (caratteristica necessaria per sposare il sistema di gioco bianco-blu) e la possibilità di attaccare con forza il canestro (notevole [i]upgrade[/i] in questo senso rispetto a Keith Bogans).
Come vice-Nelson, evidente lacuna emersa nella passata stagione, Smith è riuscito a firmare il veterano [b]Anthony Johnson[/b], giocatore dal talento non eccelso, ma sicuramente acquisto molto solido. L’arrivo di AJ è infatti una garanzia in termini d’impegno, leadership e controllo del ritmo, parti del gioco nelle quali non sempre il titolare Nelson eccelle.
Inoltre, come già accennato nel review di fine stagione, con la 22° scelta al draft è arrivato [b]Courtney Lee[/b], guardia da Western Kentucky dal buon fisico e dal tiro pungente. Nei primi allenamenti del team Van Gundy ha provato il rookie come [i]ball-handlers[/i], cercando di capire se il giovane possa essere non solo un buon cambio della guardia, ma anche un’opzione aggiuntiva in cabina di regia.
Rappresentano firme di secondo piano quelle di Jeremy Richardson, Mike Wilks e Dwayne Jones, girovaghi Nba che dovranno riuscire a superare il [i]Training camp[/i].
In uscita da Orlando la bandiera Pat Garrity (ritiratosi dopo 10 anni di professionismo) ed i tre Free-agent Arroyo (ancora svincolato), Evans (Atlanta) e Dooling (New Jersey).
[b]Quintetto[/b]
Il coach dovrà decidere se affidarsi ad uno [i]starting five[/i] sulla falsariga dell’anno passato, oppure optare per una strutturazione con due big man, più tradizionale. Secondo chi scrive la prima soluzione è la più probabile, potendo disporre di giocatori versatili in grado di aprire il campo per le soluzioni in area di Howard.
[b]PG – Jameer Nelson[/b]: l’ex giocatore di coach Martelli è chiamato al definitivo salto di qualità , inteso soprattutto come continuità nelle prestazioni. Sarà molto importante trovare finalmente il giusto bilanciamento fra tiri presi ed assistenze servite ai compagni di squadra, storico problema del play uscito da Saint Joseph’s . In ogni caso come dimostrato negli scorsi playoffs, Nelson è un giocatore con limiti conosciuti, ma di grande carattere, ed è definitivamente uno dei maggiori leader nello spogliatoio dei Magic.
[b]SG – Mickael Pietrus[/b]: di lui si parla precedentemente, dovrà essere il “Kobe-stopper” del team, senza dimenticarsi di dare una mano a rimbalzo ed in attacco, facendosi trovare pronto sugli scarichi e volando in contropiede.
[b]SF – Hedo Turkoglu[/b]: giocatore molto atteso sul palcoscenico della nuova stagione. L’anno passato ha giocato su livelli da vero All-Star, risultando decisivo nei momenti cruciali degli incontri. Van Gundy pare innamorato delle capacità del turco di passaggio e trattamento di palla, per cui potrebbe lanciarlo definitivamente nei ruolo di [i]point-forward[/i], un ala in grado di dirigere il gioco, consentendo a Nelson di guardare maggiormente alla conclusione personale. Molto importante sarà il tema del contratto, che in quando in scadenza potrebbe rappresentare un problema per i Magic. Non del tutto impossibile un suo utilizzo da sesto uomo, nel caso in cui il coach adotti un quintetto con due lunghi “veri”.
[b]PF – Rashard Lewis[/b]: dopo i dubbi sorti la scorsa estate sul suo contratto, il giocatore ha risposto molto bene sul campo, fino a risultare il migliore dei suoi nei Playoffs. Lewis con il suo tiro e la sua pericolosità offensiva è stato un elemento imprescindibile per il gioco dei Magic, risultando spesso letale con le sue giocate. Col ritorno all’attività sportiva di Tony Battie, è probabile che Rashard giocherà molti più minuti nel suo ruolo naturale di ala-piccola, non dovendo più marcare avversari più¹ alti e pesanti. Ciò potrebbe portare Lewis a giocare più vicino a canestro, sfruttando la sua altezza per ottenere tiri ad alta percentuale contro avversari più bassi.
[b]C – Dwight Howard[/b]: il nuovo [i]superman[/i] dell’Nba è chiamato alla consacrazione definitiva, deve riuscire nel passaggio da All-Star a campione assoluto, uno di quei giocatori speciali, che riescono a trascinarti verso l’anello di campione. Leader primario e stella della squadra, grazie a fisico, atletismo ed una buona tecnica, Howard può continuare a dominare il pitturato a piacimento, ma solo se mostrerà ulteriori progressi, sia in attacco che in difesa, i Magic potranno ambire legittimamente ad un ruolo di elite. Sarà inoltre molto importante un suo miglioramento nelle percentuali ai tiri liberi, vero tallone d’Achille di Dwight.
[b]Panchina[/b]
Per sostituire i titolare, Van Gundy ha a disposizione giocatori giocatori dal talento non eccelso, ma solidi, che possono rappresentare una buona rotazione.
[b]Keith Bogans[/b], alla sua terza stagione con i Magic, sarà il primo cambio fra gli esterni, potendo rilevare Pietrus, Turkoglu e Lewis. Giocatore compatto e versatile, può garantire difesa, energia e qualche serata in grande spolvero dal punto di vista realizzativo.
JJ Redick dovrà dimostrare finalmente di poter giocare con continuità , grazie al suo tiro ed alle sue qualità offensive. Dopo le prime due stagioni da professionista passate prevalentemente in panchina, quest’anno sarà decisivo per lui: o riesce a convincere il coach a dargli minuti e responsabilità , o sarà inevitabilmente messo sul mercato.
Johnson e Lee lotteranno per minuti in campo da back-up di Nelson, con la possibilità da parte del rookie di rosicchiare minuti a Bogans nel corso della stagione.
Fra i lunghi è molto importante il recupero di [b]Tony Battie[/b], solido veterano in grado di portare rimbalzi, stoppate e tante buone giocate d’intelligenza cestistica.
[b]Brian Cook[/b], Adonald Foyle e Marcin Gortat completano il reparto big man, non d’altissimo livello per quanto riguarda la panchina, ma costruito con giocatori adatti ad essere impiegati in diverse situazioni di gioco.
[b]Il Coach[/b]
Stan Vun Gundy ha dimostrato nella passata stagione di essere l’uomo giusto al posto giusto: i suoi Magic con il loro gioco d’attacco basato su regole semplici (contropiede, tiro da tre e palla sotto canestro ad Howard) hanno vinto molto, chiudendo al terzo posto della Eastern Conference. Questo anno il coach potrà ampliare le soluzioni tattiche a sua disposizione, confidando nell’efficacia di avere giocatori versatili e multidimensionali in grado di rendere più imprevedibile la manovra del team.
[b]Obbiettivi per la stagione[/b]
Orlando riparte con la consapevolezza di avere un organico importante, ma pure con la necessità di far integrare immediatamente i nuovi giocatori. Nonostante il rafforzamento di Philadelphia e Toronto, l’obbiettivo dei Magic non può non essere quello di confermarsi al [i]top[/i] della Conference: obbiettivo possibilissimo se la squadra riuscirà a replicare il gioco frizzante della stagione passata, integrandolo con una difesa più forte ed incisiva.