Jermaine ONeal rappresenta un pezzo di storia recente dei Pacers. Una storia in chiaroscuro, perché la maglia che ne ha segnato lesplosione a inizio millennio è la stessa che negli ultimi anni non ha portato alcuna soddisfazione, personale come di squadra. [b]Indiana non fa i playoffs da due stagioni[/b], a sintomo di una mediocrità tecnica che negli ultimi anni ha accompagnato il declino fisico di JO. Ora luomo da Eau Claire High School non cè più e Bird ha dichiarato aperto un nuovo ciclo. Il roster pare discreto e sufficientemente futuribile. La corsa per lottava moneta ad est, ancorché più competitivo rispetto al recente passato, è tutto fuorché impossibile.
[b]Movimenti di mercato in entrata ed uscita[/b]
I Pacers sono stati tra le franchigie più attive durante lestate appena trascorsa, e non è detto che il mercato sia chiuso. [b]Nella notte del draft ONeal e il suo contratto hanno salutato Indianapolis, destinazione Toronto[/b], insieme alla scelta Nathan Jawai. DallOntario sono arrivati TJ Ford, Nesterovic, Maceo Baston e il rookie Roy Hibbert, centrone dalle mani discrete che ha davanti a sé dieci anni da solido giocatore di ruolo NBA.
[b]Bird ha poi scelto Jerryd Bayless alla undici, girandolo ai Blazers in cambio della guardia Brandon Rush[/b], fratello di quel Kareem che ha da poco firmato per i Sixers, Josh McRoberts e Jarret Jack, playmaker ordinato e di sostanza che ben si accoppia con Ford. Ai Blazers anche Ike Diogu.
Tra i free agents, Flip Murray ha firmato per Atlanta mentre dovrebbe tornare Croshere. In sospeso cè ancora la grana Tinsley. Il pointman newyorkese non rientra nei piani della dirigenza, non è andato al training camp, ma ha un contratto che è praticamente impossibile da scambiare. Lidea di un buyout, discussa a lungo durante la off-season, spaventa i Pacers per lentità della liquidazione. [b]Al momento si parla con i Nuggets per una trade che porterebbe a Indianapolis Chucky Atkins e Steven Hunter[/b], giocatori marginali in un’ottica di lungo periodo, e passibili di taglio o ulteriori trades.
[b]Quintetto[/b]
Lallenatore Jim OBrien ha chiarito che [b]il posto di playmaker titolare è al momento vacante, mettendo un po di pressione su Ford[/b] che in pre-season dovrà dimostrare di meritarselo più di Jack. Il resto del backcourt è affare di Dunleavy Jr. e Granger, mentre le rotazioni dei lunghi sono al momento più fluide. Nesterovic dovrebbe essere il centro titolare almeno ad inizio stagione, mentre Murphy parte favorito per lo spot di ala grande. [b]Attenzione a Shawne Williams, che dal collo in giù ha materia per essere uno che sposta[/b] anche a questo livello e ha la duttilità per giocare entrambi i ruoli di ala.
[b]TJ Ford[/b] – PG: Viene da una brutta stagione: linfortunio alla schiena, il periodo da backup di Calderon e la sensazione di non avere mai il controllo sulla propria squadra. Il sistema di OBrien, che prevede tanti tiri nei primi secondi dellazione e giochi piuttosto destrutturati, sembra costruito per lui, ma non è detto che questo sia un bene per un ragazzo che tende a perdere il controllo quando non gli è imposto dallalto. Ha concorrenza nel ruolo, perché Jack è difensore solido e complessivamente in crescita. Se ritrova lamore per il passaggio (non tanto per lassist dal pick & roll o dopo la penetrazione, quanto per entrare nei giochi o addirittura lasciarne la costruzione ad altre mani), allora può fare una grande stagione.
[b]Mike Dunleavy Jr.[/b] – SG: Sono pochi quelli che avrebbero scommesso su questo figlio darte allinizio della passata stagione. [b]Invece ha giocato unannata superlativa, che gli è valsa unobbligatoria candidatura al premio di Most Improved Player of the Year[/b]. Tiratore eccellente, capace di giocare point forward e pescare il compagno sul taglio, va anche a rimbalzo in maniera insospettabile considerato latletismo solo discreto. Lascesa di Granger gli permette di essere una seconda punta di lusso. Chiamato a confermarsi sui livelli deccellenza mostrati lanno passato.
[b]Danny Granger[/b] – SF: Avevano iniziato a dircelo il giorno in cui venne scelto: steal of the draft. A distanza di qualche anno questo ragazzo da New Mexico sta tenendo fede alle buone parole spese per lui da molti addetti ai lavori. [b]E già luomo franchigia di questi Pacers e non smette di migliorarsi[/b]. Si è costruito un tiro da fuori eccellente, sa penetrare e non è egoista. Gli manca un po di in between game, ma si tratta di lacuna diffusa nel basket contemporaneo. In difesa è già in grado di fare la differenza, anche se non ha la continuità mentale per essere effettivo sui 48 minuti. Rimane il cruccio: è un primo violino NBA?
[b]Troy Murphy[/b] – PF: Si è trasformato col tempo in uno specialista che gioca spesso dietro la linea dei tre punti (ma tira con percentuali non entusiasmanti). Non va a rimbalzo come qualche anno fa e [b]non è giocatore ideale per correre i 28 metri continuativamente[/b] come può accadere nel sistema di OBrien. La sensazione è che rimanga il quattro titolare perché al momento non ci sono alternative credibili. Se Shawne Williams riesce a far collaborare i pochi neuroni che ha a disposizione, può rubargli anche diversi minuti.
[b]Rasho Nesterovic[/b] – C: Veterano NBA, è un legittimo centro titolare, specie ad Est dove le frontline rimangono non insormontabili. In lizza per il ruolo di partente sono alla pari lui e Foster, che comunque ha sempre dimostrato di poter garantire eguale impatto anche venendo dalla panchina. Col passare dei mesi [b]bisognerà valutare la crescita di Hibbert, che sta ben impressionando lo staff tecnico per impegno e dedizione[/b] in allenamento. Sul lungo periodo è lui il centro titolare, ma la stagione appena cominciata dovrebbe rappresentare una fase di apprendistato di fianco agli altri due pivot d’esperienza.
[b]Panchina[/b]
I Pacers dispongono di una panchina lunghissima e di buon livello, anche se molti nomi vanno verificati. [b]C’è grande affollamento nel ruolo di pointguard[/b], dove oltre ai già citati Ford, Jack e Tinsley, ci sarebbe Travis Diener che l’anno scorso è stato anche il play titolare per diverso tempo. Difficile che trovi minuti a meno che O’Brien non decida di schierare Jack con continuità da due, ruolo che l’ex-Blazer non ha però nelle sue corde. Il backcourt può contare sul rookie Rush, solido tiratore appena uscito dal college, Marquis Daniels e Stephen Graham. Shawne Williams può giocare anche in ala piccola come cambio di Granger ma la sensazione è che spesso si andrà con quintetti piccoli in cui Rush (o Daniels) potranno giocare con Dunleavy e Granger, o appunto con Williams.
Anche il reparto lunghi è piuttosto intasato. Detto della triade in centro, e considerata la propensione di O’Brien per la small ball, Murphy resterà presumibilmente sotto i 30 minuti di utilizzo a sera. Il resto dovrebbe prenderselo Williams. Baston, McRoberts e Croshere sono verosimilmente destinati a guardare per gran parte della stagione, a meno di grossi problemi d’infermeria.
[b]La stella & il giocatore chiave[/b]
L’investitura è arrivata presto per Danny Granger, quando probabilmente non aveva ancora completato la sua maturazione cestistica. Ma senza Jermaine O’Neal a roster, [b]è difficile individuare qualcun altro come stella di questi Pacers[/b]. Granger non è un go-to-guy in senso stretto, ma sa fare tante cose su un campo da basket. Potenzialmente sarebbe meglio come seconda punta di una contender.
Di giocatori barometro all’interno di questo gruppo ce ne sono troppi, ma nessuno in grado di spostare consistentemente l’andamento della stagione dei Pacers. [b]Ford è chiamato a una stagione solida dopo un paio d’anni sotto gli standard richiesti in Canada[/b]. Dunleavy deve confermarsi. Williams forse è quello con più upside, ma rimane un punto interrogativo.
[b]Il coach[/b]
O’Brien è piaciuto l’anno scorso al debutto sulla panchina di Indiana. Ha avuto a disposizione un roster spesso monco per via degli infortuni, e sicuramente non di facile gestione, sfiorando comunque l’accesso ai playoffs. Ora può lavorare con materiale quasi esclusivamente di suo gradimento e far partire un ciclo. Offensivamente il suo sistema e godibile ed moderatamente efficiente. [b]C’è, però, estremo bisogno di lavorare sulla difesa di squadra, perché l’anno scorso quella dei Pacers era decisamente tra le peggiori della lega[/b].
[b]Gli obiettivi della stagione[/b]
La post-season non è un miraggio. Boston, Detroit, Cleveland, Philadelphia, Orlando e Washington saranno presumibilmente le prime sei ad Est, ma da lì in poi [b]rimane tutto molto aperto, perché anche chi si è rinforzato avrà bisogno di un po’ di tempo[/b] per mettere insieme i pezzi. Se Indiana ingrana già a inizio stagione, l’ottava piazza a est rimane un obiettivo perseguibile.