Il professionismo della NBA è davvero cambiato. Non si tratta più di creare squadre di campioni con, al più, un rookie dalle belle speranze. Adesso, come tradizione della vecchia Europa, si punta sul vivaio.
La linea verde seguita dai Blazers da un paio di anni a questa parte, è giunta oggi al suo naturale compimento. Raccogliere i primi risultati, lanciare giovani stelle ormai mature per il firmamento della lega, proporne di nuove da svezzare sui nobili parquet americani.
Progetto riproposto anche da altre squadre con fortune piuttosto alterne. Tuttavia se abbiamo locchio abbastanza lungo, possiamo tranquillamente dire che quella di Portland è una scommessa che sta dando i suoi frutti. Vediamo nel dettaglio quali primizie offre la terra dellOregon
[b]Quintetto[/b]
[u]Steve Blake:[/u] con la dipartita di Jarret Jack, questanno il posto da titolare non glielo toglie nessuno. A meno di repentina evoluzione del giovane Bayless. Dallalto dei suoi 28 anni, Steve è senza dubbio il veterano del gruppo. Non è certo una stella, ma il suo gioco rapido, il tiro discreto e lottima visione di gioco, accompagnati da tanta caparbietà e intraprendenza e attaccamento, lo fanno oltre che un idolo locale, anche un prezioso elemento per il gioco architettato da coach McMillan.
[u]Brandon Roy:[/u] attualmente è lui il go-to-guy. Luomo dellultimo tiro e il giocatore in cui riconoscersi. Lanno scorso, nella sua stagione da sophomore ha confermato tutte le sue doti da Rookie of the Year, nonostante qualche guaio fisico di troppo. Da lui ci si aspetta sempre molto. Per questanno, che guidi la squadra.
[u]Martell Webster:[/u] è già al quarto anno da professionista, ma ha solo 22 anni. La sua crescita non è stata facile. Troppe volte ha peccato di inconsistenza, troppo spesso il suo ottimo tiro dalla lunga ha reso meno di quanto fosse lecito aspettarsi. E una guardia tiratrice intrappolata nel corpo di una ala piccola esplosiva. Ha fatto certamente progressi e la fiducia concessagli non è casuale. In teoria si gioca lo starting five con Outlaw, ma un infortunio lo terrà fuori per un paio di mesi.
[u]LaMarcus Aldrige:[/u] la seconda stella del team. Ala forte di buona tecnica e movimenti morbidi che sa però fare a sportellate quando serve sotto canestro. Anche dal prodotto di Texas University ci si attende molto, ma da un altro punto di vista. Dovrà favorire linserimento di [b]Greg Oden.[/b]
[u]Greg Oden:[/u] e qui veniamo al bello. Lattesissima prima scelta del draft 2007, il centro che deve spaccare il mondo a soli 20 anni, è arrivato con un anno di ritardo causa brutto infortunio. Lumore dei tifosi di questi tempi un anno fa era sotto i tacchi. Poi la discreta stagione della squadra, linnesto di altri giovani promesse, il rientro di Greg e le prime uscite di preaseason stanno facendo salire la febbre della blazer-mania e del debutto ufficiale di Oden. Il quale dovrà comunque dimostrare di meritare lepiteto di [i]Great Odin[/i] coniato da alcuni fans. E che linfortunio non ha intaccato la sua pur breve carriera.
[b]Panchina[/b]
E stata senza dubbio larma in più della scorsa stagione. E lo sarà ancora di più con linnesto di [b]Bayless[/b], combo guard già stellina della Summer League, [b]Diogu[/b] (unico acquisto dellanno) e larretramento di [b]Przybilla[/b] che darà sotto canestro una profondità che poche squadre attualmente possono permettersi.
E poi cè la ciliegina sulla torta: [b]Rudy Fernandez.[/b] Lo spagnolo, talento assoluto con fisico e tecnica plasmati dal basket continentale di alto livello, ha già fatto paura agli [i]yankee[/i] durante la finale olimpica di Pechino. Nelle prime uscite prestagionali non è stato da meno. Inoltre sembra aver ridato il sorriso al connazionale [b]Rodriguez[/b], cui le ultime stagioni avevan regalato più dolori che gioie. Il playmaker è il ruolo che insieme a quello di ala piccola, sarà il più intercambiabile.
Il sesto uomo della squadra resta in ogni caso [b]Travis Outlaw[/b]. Ala piccola, che può giocare sia da ala grande grazie al fisico ed alla esplosività, sia qualche minuto da guardia, essendo in possesso di un buon tiro dalla media e discreto palleggio. Un po sulla falsariga di Tayshaun Prince, ha braccia molto lunghe che gli consentono di essere un ottimo stoppatore. Dalla panchina, segnaliamo anche il rookie [b]Tatum[/b], anchegli prima scelta questanno e il [i]vegliardo[/i] [b]LaFrentz.[/b]
[b]Il coach[/b]
I Blazers non sarebbero dove sono senza le istruzioni del loro allenatore: il sergente [b]Nate McMillan[/b].
Ha saputo dare alla squadra un gioco, far crescere molto bene alcuni giovani molto grezzi (Outlaw su tutti) e far esplodere future stelle come Roy e Aldrige. Ora lo si attende alla prova più dura. Gestire un certo cambio di equilibrio con il ritorno di Oden, e nello stesso tempo raccogliere qualche frutto dal campionato.
[b]Il giocatore chiave[/b]
C’è bisogno di dirlo? Greg Oden. E’ attraverso le sue mani e sulle sue spalle che si appoggia il futuro della franchigia rossonera. Sperando che le ginocchia reggano stavolta…
[b]Prospettive della stagione.[/b]
Certamente migliorare il record di lanno scorso. Questo vuol dire andare oltre il 50% di vittorie. Se arrivassero i playoff, potremmo dire che I Blazers hanno centrato in pieno il loro target.