Quella che va ad iniziare per i [b]New Jersey Nets[/b] è sostanzialmente una stagione di transizione. In primis societaria, visto che tra tre anni, anche se ormai se ne parla troppo a fronte di mille intoppi, la franchigia [i]farà armi e bagagli[/i] e si trasferirà a [b]Brooklyn[/b], alla ricerca di un pubblico più attaccato al basket di quanto non lo sia quello di [b]East Rutherford[/b], nel New Jersey. In secondo luogo i Nets sono reduci da un anno di profondi cambiamenti anche dal punto di vista tecnico: partito durante la scorsa stagione [b]Jason Kidd[/b], artefice in campo della rinascita dei Nets, visto che arrivò [i]nella palude[/i] nel 2002 quando la franchigia era reduce da 26 vittorie ed era credibile come una moneta da 3 euro e la trascinò alle 52 vittorie dellanno successivo finale NBA, persa con i Lakers, compresa. Da Dallas i Nets hanno ricevuto [b]Devin Harris[/b] giovane point guard dagli istinti cestistici antitetici rispetto a quelli di Kidd, e poco altro visto che Desegana Diop è tornato a Dallas accettando la mid level exception che i Nets non erano intenzionati ad offrirgli, che Ager ed Hassell sono due comprimari e che Keith Van Horn era stato inserito solo per motivi salariali.
In estate è poi partito anche [b]Richard Jefferson[/b], il secondo polo dei big three che i Nets avevano costruito per dare lassalto alla corona NBA. In cambio di RJ, partito in direzione Milwaukee, è arrivato nel New Jersey il [i]cinesino[/i] (il [i]cinesone[/i] è quello di Houston) [b] Yi Jianlian[/b] assieme al carneade [b]Bobby Simmons[/b]. Alle due partenze eccellenti vanno poi aggiunte gli addii a [b]Nenad Krstic[/b] ed a [b] Bostjan Nachbar[/b], entrambi di ritorno in Europa. Su Krstic i Nets avevano investito parecchio ma era reduce da un brutto infortunio al ginocchio ed ha preferito monetizzare andando a giocare in Russia, visto anche che i ritmi europei sono molto meno frenetici rispetto a quelli americani. Anche Nachbar giocherà in Russia, per un compenso che nessuno gli avrebbe mai elargino in territorio americano: 9 milioni di euro netti in 3 anni. Ma la sua perdita è molto meno pesante rispetto a quella di Krstic che era, alla fine, il miglior lungo di quei Nets. Inoltre è partito, senza rimpianti, anche Marcous Williams, che dopo un buonissimo inizio come cambio di Kidd era stato retrocesso in panchina, un po per le lacune enormi mostrate in difesa ma soprattutto per lincapacità di gestire il proprio peso. Giocherà ai Warriors, dove la difesa non è mai stata un gran prolema, vedremo il peso.
In arrivo dal mercato dei free agent ci sono Keyon Dooling dai Magic, stanco di giocar poco e che evidentemente ai Nets sarà il primo cambio del play e della guardia, Eduardo Najera guerriero messicano che andrà ad allungare le rotazioni sotto canestro e Jarvis Hayes, specialista del tiro dalla lunga distanza reduce da una stagione avara di soddisfazioni, sia personali che di squadra, ai Detroit Pistons.
Infine dal draft i Nets hanno pescato [b]Brook Lopez[/b], centrone proveniente da Stanford che è dichiaratamente progettato come centro titolare per questanno e per gli anni a venire, scelto alla numero 10 dellultimo draft dove era considerato il miglior lungo vero disponibile. Dovrà lavorare molto sia sulle capacità fisiche che su quelle tecniche (in entrambi i casi le basi di partenza sono buonissime) e di certo non potrà fare incetta di tiri come accadeva al college, ma con quel mix tra mani, fisico ed altezza potrà diventare un ottimo titolare per gli anni a venire.
Assieme a lui sono arrivati [b]Ryan Anderson[/b], ala da California, giocatore che praticamente tutti gli addetti ai lavori paragonano ad [b]Austin Croshere[/b], ossia unalona bianca con un discreto tiro dalla lunga distanza, poco atletismo ma grande spirito battagliero, e [b]Chris Douglas-Roberts[/b], guardia titolare della sciagurata Memphis che ha buttato via il titolo NCAA lo scorso anno. Su di lui [i]la giuria è ancora in riunione[/i]: cè chi sostiente che pescare unesterno di due metri con quel talento offensivo, ossia mani delicatissime in grado di scagliare precise conclusioni dalla media distanza o appoggi di grande tecnica e grande capacità di prendere la linea di fondo, al secondo giro sia lo [b]steal of the draft[/b] e cè chi invece sostiene che siamo di fronte allennesimo esterno proveniente dallNCAA bravino in tutto ma bravissimo in niente, ma soprattutto leggerissimo e molto poco fisicato e senza nemmeno un buonissimo tiro dalla lunga. Avendo visto cosha combinato nel suo primo anno [b] Corey Brewer[/b] giocatore con ben altro background tecnico e carriera NCAA alle spalle, cè poco da essere ottimisti, almeno allinizio.
[b]Il quintetto[/b]:
[u] Devin Harris [/u]: chiamato ad essere lerede di Kidd, ossia di uno dei migliori [b]playmakers[/b] della storia di questo gioco, raccoglie la pesante eredità con la solita faccia tosta. Realizzatore, di quelli in grado di segnare in penetrazione, grazie al fisico (siamo ben oltre i 190cm) ed allatletismo, dalla media o dalla lunga distanza (anche se del tiro da 3 tende ad abusare per troppa convinzione nei propri mezzi), non è mai parso un grandissimo passatore, anche se ai Mavericks non era richiesta grossa creatività quanto piuttosto la pedissequa esecuzione degli schemi offensivi ai Nets ha lopportunità di avere maggiori spazi per creare rispetto a Dallas. Buonissimo difensore sarà uno dei cardini della ricostruzione dei Nets.
[u] Vince Carter [/u]: uno dei favoriti per la classifica dei realizzatori del prossimo anno. Tecnicamente si sa tutto: ritornato esplosivo ai Nets è realizzatore completo, capace di volare a canetro e di bombardare dalla lunga distanza, senza disdegnare il gioco in post basso dove altezza, velocità e tonnellaggio lo rendono un brutto cliente per qualsiasi avversario. Le sue scelte di tiro restano spesso poco comprensibili ai più ma è difficile credere che cambierà modo di giocare ora che è un veterano. Non è impossibile peraltro che venga ceduto, nellottica di rinnovamento dei Nets che vorrebbero star più leggeri possibile con il cap in vista dellestate 2010.
[u] Bobby Simmons [/u]: prendi un buon giocatore, mettilo in una delle tante versioni sgangherate dei Clippers di questi anni, fagli fare la stagione della vita e fagli firmare un contratto che va ben aldilà del valore tecnico (pur sempre buono) del giocatore, elargitogli da unaltra franchigia barzelletta di questi ultimi anni, ossia i Bucks, dai una shakerata ed ottieni Bobby Simmons. Aldilà delle battute Simmons è, quando non è tormentato da infortuni di varia natura, un buonissimo giocatore di basket: ala piccola vecchio stampo quindi non un bombardiere dalla lunga ma più un giocatore in grado di colpire in vari modi, sia fronte che spalle a canestro, si è un po seduto dopo il contrattone elargitogli dai Bucks, 47 milioni di dollari per 5 anni, in scadenza nellestate del 2010, casualmente.
[u] Yi Jianlian [/u]: Il cinesimo è la scommessa di questi Nets. Reduce da una stagione di luci e di ombre ai Bucks, dove peraltro si chiedono ancora che ruolo possa avere questo fuscello altissimo (ufficialmente si parla di un 2.13, in realtà è qualcosina in meno) che oltre ad una discreta agilità, un buonissimo senso del passaggio e ad un buon jumper dalla media non ha mostrato molto altro ed anzi si è rivelato piuttosto allergico al post basso. Il suo stile di gioco però, [i]molto poco power[/i], si incastra bene con quello dei Nets, che tenderanno a tenere sgombra larea per favorire le incursioni degli esterni. I problemi potrebbero essere in difesa, dove Yi si è dimostrato pessimo rimbalzista e mediocre difensore, anche per ragioni fisiche.
[u] Brook Lopez [/u]: Al college si era dimostrato buon difensore, più come stoppatore in aiuto che sul proprio uomo, e discreto attaccante, dove i movimenti di post basso, piuttosto meccanici e poco fluidi, producevano risultati anche in virtù di un fisico che per altezza e peso pochi altri lunghi NCAA potevano vantare. Nellultimo anno al college ha inoltre mostrato un discreto tocco dalla media, che nel sistema Nets potrebbe tornargli molto utile. I problemi erano (saranno?) a rimbalzo, dove pur essendo alto e forte fisicamente non ha mai svettato. Un problema doppio, visto che già Jianliang è un pessimo rimbalzista. Una mano la daranno gli esterni, tutti con buona propensione al rimbalzo, ma è cruciale per i Nets che Lopez diventi un centro in grado di produrre una cifra consistente di rimbalzi ogni sera. Qualora Lopez dovesse scontrarsi contro il [i]rookie wall[/i] tornerà utile Josh Boone, uno che dovrebbe erigere in casa propria una statua in oro massiccio a Jason Kidd, che però negli ultimi giorni del training camp è stato fermato per sospetti problemi al cuore, e Stromille Swift, bluff ormai scoperto ma pur sempre utile carne da cannone da utilizzare alla bisogna.
[b]La panchina[/b]
Corta e non eccessivamente talentuosa, vedrà come nomi di spicco i tre neoacquisti: [b]Keyon Dooling[/b], che cambierà play e guardia, [b]Eduardo Najera[/b], lungo messicano proveniente dai Nuggets che porterà difesa, intelligenza e qualche punto dalla spazzatura e [b]Jarvis Hayes[/b] che sarà chiamato a produrre qualche punto sugli scarichi. Il resto della truppa è composto da qualche mestierante come [b] Trenton Hassell[/b], da qualche ex promessa come [b] Stromile Swift[/b], dai rookies [b] Ryan Anderson[/b] e [b] Douglas-Roberts[/b] e da giocatori ai margini delle rotazioni come [b]Ager[/b] e [b] Sean Williams[/b]
[b]Il giocatore chiave[/b]
Difficile trovare un giocatore chiave in questi Nets. Carter lo sarebbe per caratura tecnica, ma non è detto che resti, Harris lo sarebbe per il ruolo, ma non sembra giocatore in grado di cambiare le sorti di una franchigia. Andiamo così su [b] Yi Jianlian[/b] giocatore su cui fino a 2 anni fa moltissimi addetti ai lavori erano pronti a giocarcisi la reputazione, parlandone quasi come di un Kevin Garnett in salsa di soia. Se almeno è possibile cavar fuori da Yi, che come Yao ed i suoi connazionali non ha una faccia particolarmente espressiva in partita, nel bene e nel male, la metà del talento che gli osservatori gli attribuivano è su di lui che i Nets devono fare affidamento per tornare in alto.
[b]Il coach[/b]
Lawrence Frank è stato recentemente battuto da Erik Spoelstra come più giovane coach nellNBA. In sella dal 2004, quando prese il posto di Byron Scott, di cui era assistente, Frank ha una formazione prettamente collegiale, ha lavorato prima ad Indiana come manager per la squadra di basket, poi sotto coach [b]Kevin ONeill[/b] prima a [b]Marquette[/b] e poi per tre anni all[b]University of Tennessee[/b] come assistente. Lesperienza collegiale è stata poi arricchita da tre anni di assistentato agli allora Vancouver Grizzlies, sotto Brian Hill. Frank è uno dei giovani coach più stimati nellambiente NBA, anche se le ultime annate non esattamente positivissime ne hanno messo in discussione la permanenza ai Nets. Anche per lui questanno è un po un nuovo inizio, senza più Jason Kidd a cui dare carta bianca in attacco e senza più la verve di Jefferson vedremo cosa saprà costruire.
[b]Prospettive per la stagione[/b]
Einnegabile che arrivare ai playoffs sia il massimo traguardo che i Nets possono porsi questanno. Inattaccabili i Celtics i Nets dovranno piuttosto guardarsi dallagguerrita concorrenza nellAtlantic Division che sarà rappresentata dai rinnovati Raptors e dallambiziosa Philadelphia, tenendo per il momento nel limbo gli ingiudicabili Knicks di Mike DAntoni. Sarà così battaglia vera in una Eastern Conference che non può ancora paragonarsi, in termini di qualità, alla Western ma che sarà parimenti combattuta. I Nets, nel pieno di un processo di [i] refoundation [/i] dovranno, come si dice in Italia [i]provare a tenere botta[/i] e non sarà cosa semplice.