L’opening night nell’NBA ha sempre un sapore di imprevedibilità, se a questo aggiungiamo due squadre che hanno fatto scelte importanti per rinnovarsi, abbiamo l’antipasto di una partita imprevedibile sì, ma dalla scarsa spettacolarità: benvenuti a Sixers-Raptors.
I 76ers hanno aggiunto ciò che mancava al loro scacchiere tattico, ovvero Elton Brand e quella presenza in post up che tanto li aveva condizionati lo scorso anno contro i Pistons.
Nella prima dell’anno l’appoggio di [b]Brand[/b] è stato usato relativamente, infatti l’ex Clipper, dovendo subire la marcatura o di Jermaine O’Neal o di Chris Bosh, ha fatto fatica a generare attacco. Fisicamente sembra ancora lontano parente del Brand da 20 e 10 di media in carriera e la sua relativa altezza non lo aiuta sicuramente sotto le plance. La poca produttività in termini di situazioni dal post ha rimesso i Sixers nella spinosa situazione di dover correre in campo aperto, visto che l’attacco a metà campo è risultato quantomai stagnante. L’unico a salvarsi in questa particolare specialità è [b]Lou Williams[/b] che con un paio di triple (solo 5-20 di squadra) e qualche iniziativa in penetrazione, ha messo qualche punto a tabellone.
Miller è risultato piuttosto involuto nella conduzione dell’attacco, anche se non si è tirato indietro davanti alle responsabilità; Iguodala invece è andato molto a folate, inziando discretamente per poi perdersi con l’andare del match.
Ciò che più preoccupa è la totale assenza di difesa, fisicità e aiuti che avevano caratterizzato lo scorso finale di stagione. Il pick and roll di Calderon ha mietuto troppe vittime, le rotazioni sono state inspiegabili concedendo ben sei tiri aperti a Kapono che ha capitalizzato da par suo.
Infine l’accoppiamento Bosh Vs [i]”qualsiasi difensore”[/i] è stato irrisolvibile, infatti il ragazzo ha fatturato ben 27 punti sia vicino che lontano da canestro.
C’è molto lavoro per Cheeks a quanto pare. Indubbiamente era la prima di campionato, c’erano i Phillies che di li a poche ore avrebbero vinto le World Series, ma già venerdì’ contro i Knicks ci sarà aria di prova del nove.
Anche i Raptors hanno modificato tanto nel loro assetto e ciò che ha prodotto più risultati dal punto di vista tecnico è la guida sapiente e precisa di [b]Jose Calderon[/b]. Lo spagnolo ha innescato tutti i terminali, ha dato palla coi tempi giusti in post sia ad O’Neal (16 punti) che a Bosh, regalando anche qualche caramella a Kapono dietro la linea del tiro da 3.
Bosh ha giocato la solita grande partita da regular season dopo aver iniziato con 0-3 dal campo, mentre abbiamo visto un Jermaine O’Neal usato con giudizio, ma assai motivato e convinto del proprio ruolo in squadra.
Per far coesistere due presenze così ingombranti nel pitturato come Bosh e JO sono necessari giocatori dalla spiccata intelligenza cestistica per non intasare spaziature e fluidità dell’attacco, ma se parliamo dei vari Parker, Calderon e Kapono, capiamo che il mix potrebbe essere decisamente interessante.
Ruolo importante è stato ricoperto anche da Joey Graham che nei pochi minuti di utilizzo ha dato molta energia e voglia nel difficoltoso inizio dei suoi. Rimandati decisamente agli esami di riparazione Roko Ukic che ha fatto discreti danni in assenza di Calderon, soprattutto nel finale di partita, ed il nostro [b]Bargnani[/b] che nonostante la disciplinata condotta più vicino a canestro (come espressamente chiesto da tutte le latitudini della franchigia), ha collezionato quattro padelle, non convincendo appieno per quanto riguarda l’approccio.
Gli spalti nel finale si sono incredibilmente svuotati, non tanto e non solo per il controllo dei Raptors sulla gara, quanto per andare a vedere i Phillies. Molti spettatori erano già giunti al Wachovia center bardati di felpe e maglie da baseball, snobbando un pò la partita dei Sixers, ma lo sappiamo…questa è Philadelphia: prendere o lasciare.