Prima settimana di regular season che sta per terminare. Tanti spunti, uno su tutti la trade che ha portato nella Mo Town Allen Iverson, e riportato a Denver Chauncey Billups. Nel pacchetto cè finito pure Totò McDyess altro cavallo di ritorno che però, difficilmente vestirà la casacca dei Nuggets, ma di questo parleremo in modo più approfondito più avanti. Come detto, tante novità per questo inizio di regular season.
Una covata di rookie interessanti, con il duello a distanza tra le due prime scelte di questanno, Derrick Rose e Michael Beasley, finiti rispettivamente a Chicago e Miami, ma anche una ventata di Spagna (lennesima), che si è abbattuta sulla NBA. Di Rudy Fernandez si conoscevano già talento tecnico, fisico e faccia tosta, ma quello fatto dalla guardia iberica nel suo esordio nella Lega ha stupito anche i suoi sostenitori più accaniti: nelle tre gare fin qui disputate (ne mancano 79), Rudy sta viaggiando a 14 di media (22 punti il suo massimo), quasi 4 rimbalzi a sera, ma soprattutto sta dando ai giovani Blazers una sferzata denergia pazzesca.
Continuiamo a parlare spagnolo anche occupandoci di Marc Gasol, si proprio lui, il fratello più ciccio e meno talentuoso (forse), di Pau, arrivato a Memphis proprio nello scambio che ha portato ai Lakers suo fratello. Marc (13 punti, 10.30 rimbalzi, quasi due stoppate di media nelle prime quattro gare), ha stazza, mani dolcissime e una solidità allinterno dellarea che farebbe molto comodo a Pau (e ai Lakers). Certo, i Grizzlies non sono propriamente una squadra di vertice, ma i numeri e limpatto sono lì da vedere.
Passiamo da un lungo a un altro, tornando ai Blazers. Come diceva quella frase? La fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo. Nel caso di Greg Oden la sfiga deve essere fornita di una lente dingrandimento, perché il Big Man da Ohio State, dopo una stagione intera ai box per linfortunio al ginocchio, si è fatto male nella sua gara desordio. Un placcaggio di Bynum (i due si daranno battaglia almeno per una intera decade), ha fatto si che Oden appoggiasse male il piede dappoggio, con la conseguenza di uno stiramento ai muscoli del piede. Niente di grave, ma speriamo si possa cominciare a parlare di Oden per altro che non gli infortuni.
Beasley Rose, o meglio, attenendoci allordine del draft, Rose Beasley. Il primo sbarcato a Chicago (sua città natale), sta mettendo in mostra il suo talento offensivo, fatto di penetrazioni, forza fisica e esplosività, poco tiro da fuori (un tiro tentato in 4 partite), e limpressione che il passo per diventare un play che riesca a coinvolgere i compagni sia molto lungo. Il talento è indubbio, la sua utilità in una squadra come i Bulls, bisognosi sempre di punti dai lunghi, meno.
I punti interni erano lì, disponibili a patto di fare il nome di Basley, scivolato alla 2 e accasatosi alla corte di Wade. The Beast, di un anno più piccolo di Rose (89 contro 88), ha un arsenale offensivo devastante (già messi a referto 25 punti in una partita), unito ad una faccia tosta con pochi eguali anche in una Lega di prime donne. Il problema è che, pur avendo soluzioni sotto canestro (ma anche fronte, tirando da 3, in palleggio), Beasley non sembra il prototipo dellanimale darea, il che non è proprio il massimo se i tuoi compagni di reparto sono Marion e uno a scelta tra Haslem e Blount.
Una cosa è certa: questo sa far canestro, in tutti modi possibili.
Prima di passare alle squadre continuiamo a parlare di singoli. Andri Biedrins è pronto per esplodere. Il lettone, arrivato al quarto anno nella Lega (è nato nel 1986, quindi è giovanissimo), sta mettendo assieme cifre importanti in questo inizio di stagione: 17.5 punti, 14.5 rimbalzi il tutto col 63% abbondante dal campo. Numeri che sono destinati a scendere? Non necessariamente. Già lo scorso anno, quando giocava 27 minuti per gara, Andri sfiorava la doppia cifra nei rimbalzi (9.8), e convertiva gli scarichi dei compagni con 62%, numeri in linea con lo straordinario inizio di stagione. Ok, lattuale Golden State è la squadra giusta per un lungo che ha voglia di andare a rimbalzo e fare il lavoro sporco, ma se cè una sicurezza in questi Warriors oltre a Jackson, questa è Briendis.
Tante novità anche per quanto riguarda diverse franchigie. La più stuzzicante, è certamente quella dellarrivo a Houston di Artest. I Rockets ora hanno quasi limbarazzo della scelta, e quando rientrerà Battier, coach Adelman potrà sbizzarrirsi. Che sia lanno buono? Come sempre tutto dipende dalla salute di Yao e T-Mac. Se i piedi del cinese tengono e la schiena di Tracy smette di scricchiolare, Houston diventa pericolosissima, per tutte, Lakers e Celtics compresi.
Lakers e Celtics se si dovesse rigiocare ora la finale, chi sarebbe il favorito? Non stiamo entrando nella terra dei se e dei ma, questa frase serve solo per sottolineare i cambiamenti effettuati in estate dalle due squadra. Pochi movimenti ma significativi. L.A. ha riabbracciato il suo bimbone Andre Bynum, unaggiunta importante, a patto che gli equilibri trovati con larrivo a metà stagione di Gasol rimangano tali, e che la questione Odom (in scadenze e tuttaltro felice del ruolo di sesto uomo), venga conclusa nel minor tempo possibile.
Boston al contrario, ha visto partire un paio di pezzi importantissimi nella conquista del titolo.
James Posey ha preferito guadagnare di più con New Orleans, mantenendo comunque intatte le sue possibilità di infilarsi un altro dito allanello, mentre PJ Brown deve ancora decidere sulla sua intenzione di ritirarsi. Sam Cassell bè Sam I Am è scalato al ruolo (non ufficiale), di assistente.
Due perdite che pesano per i Celtics, che comunque contano nellulteriore crescita di Rondo e in una maggior maturità cestistica di Perkins, oltre che sul pieno recupero di Tony Allen.
Come non parlare di Detroit e Denver. Limpressione è che dallo scambio ci abbiano guadagnato tutte e due le squadre. Diciamo che Joe Dumars fa sempre la figura del più furbo e un motivo ci sarà. Lex stella di Detroit laveva annunciato subito dopo la fine dei play-off: escluso Stuckey, gli altri sono tutti potenzialmente scambiabili.
Ma cosa comporta larrivo di Iverson? Detroit, pur essendo ancora competitiva, non era però una seria candidata al titolo, specialmente considerando che lEst si è rafforzata, ma soprattutto che alcuni uomini chiave erano in netto declino, primo su tutti Billups. Dumars in un colpo solo ha scaricato il contratto di Chauncey (ancora 50 milioni per i prossimi quattro anni), quello di Dice (13 milioni per due anni), e si è preso in casa un Iverson che a fine anno libererà altri 20 milioni, che uniti ai 13 di Wallace daranno a Dumars la possibilità di essere ultra aggressivo sul mercato dei free agent la prossima estate. Ma la mossa ha anche una valenza tecnica. Intanto Iverson non è diventato scarso tutto ad un tratto. AI dovrà adattarsi al sistema dei Pistons, ma non è detto che non possa farlo e comunque è ancora una super star che può risolvere da solo le partite (forse anche una serie di playoff). Altro aspetto, sempre per quanto riguarda i Pistons, è la promozione di Stuckey, che ora avrà tutti i minuti che vuole per esplodere. Anche per i lunghi vale la stessa cosa: la partenza di un veterano come McDyess libera spazio per Maxiell (rifirmato a cifre ridicole, altro capolavoro di Dumars), ma soprattutto da la possibilità di vedere quanto vale realmente Amir Jhonson.
Per quanto riguarda Denver, sulle montagne rocciose si è voluto dare una sterzata decisa dal punto di vista tecnico. Larrivo di Billups, in calo ma non finito anzi, garantisce ai Nuggets esperienza e talento nel ruolo di play, ma soprattutto, la presenza di un giocatore come Chauncey, può essere il trampolino di lancio per la totale esplosione di Anthony, giocatore fantastico, ma ancora un gradino sotto, almeno per impatto, a Wade e LBJ suoi illustri compagni di draft. Il rifiuto di McDyess non è necessariamente una brutta notizia per Denver, che ha interesse a non intasare il cap ulteriormente, anche se avrebbe fatto comodo per elevare di livello la panchina. Altro aspetto dello scambio, sarà la promozione in quintetto di JR Smith. Come reagirà JR ai tanti minuti a disposizione? Offensivamente non ci dovrebbero essere problemi, ma il problema cronico di Smith è da sempre la scarsa attitudine a mantenere alta la concentrazione per più minuti consecutivamente. Vedremo se il ragazzo saprà maturare sotto questaspetto, in caso di risposta affermativa anche Denver avrà il suo trio delle meraviglie.
Chi invece questo trio delle meravigli non l’ha (per il momento), è San Antonio, e si vede. Gli Spurs sono partiti 0-3, perdendo si contro squadre importanti, e sempre sul filo di lana (a parte quella con Dallas), ma hanno evidenziato di non poter in alcun modo limitare i danni che la mancanza di Ginobili provoca. Gli unici due giocatori in grado di costruirsi un tiro sono Parker e Duncan, episodicamente anche il nuovo arrivato Roger Mason, ma per il resto è buio assoluto. Bowen è invecchiato di un anno e la sua parobola discendnete sembra ormai una caduta verticale, se a questo aggiungiamo anche l’assenza di un uomo solido di Oberto, il gioco è fatto. L’impressione è che gli Spurs si riprenderanno, sono squadra dura, con una precisa identità e terranno botta fino al rientro di Ginobili, ma è indubbio che se vuole tornare ad essere protagonista per il titolo, Buford e Popovic dovranno intervenire sul mercato.
Non si può non parlare di Chris Paul, con ogni probabilità il miglior play della Lega, specialmente in contumacia Deron Williams. Paul sta mettendo insieme i soliti fantastici numeri, ma quello che salta agli occhi è l’assoluta padronanza che il giocatore da Wake Forrest ha sulla partita. L’aggiunta di un giocatore come Posey nel roster ha reso NO una squadra ancora più attrezzata per puntare a migliorare la semifinale dello scorso anno, e Paul sarà ancora un serio candidato al ruolo di MVP.
Ci sarebbe ancora tanto da dire, ma è solo la prima settimana, c’è tempo gente, c’è tempo… Enjoy the NBA…
Stefano Manuto