[b][u]Real Madrid – Armani Jeans Milano 70-69 (21-20, 16-18, 19-15, 14-16)[/b][/u]
[b]Statistiche:[/b]
[u]Armani Jeans:[/u] Bulleri 3 (1-1 da 3 pts.), Hall 21 (3-4, 3-6), Mordente 5 (1-2 da 3 pts), Vitali 6 (2-4 da 3 pts.), Thomas 9 (3-5, 1-5), Rocca 4 (1-3), Katelynas 4 (2-4), Beard 2 (1-2), Sangarè 2 (1-3, 0-2), Hawkins 13 (5-7, 1-4).
[u]Real Madrid:[/u] Sanchez 0 (0-1), Hosley 0 (0-2, 0-1), Reyes 15 (3-6, 0-1), Papadopoulos 0, Mumbru 8 (2-3, 0-4), Hervelle 10 (1-3, 2-4), Massey 15 (6-6, 1-1), Bullock 8 (1-4, 2-5), Llull 11 (3-4, 1-2), Tomas 3 (1-1, 0-1).
Troppi indizi ormai cominciano a dare segno di prove certe. Milano non sa vincere e, se prima c’era la sicura attenuante degli infortuni e delle corte rotazioni, ora non ci sono scuse. Sopra di 5 lunghezze con poco meno di un minuto da giocare è impossibile perdere, se non per volere proprio.
Inconcepibile come la squadra non sia riuscita a rimettere in campo la palla sul +3 e come abbia potuto lasciare indisturbato Bullock per l’entrata decisiva.
Sempre assente Pape Sow nelle file milanesi, dall’altra parte le “camisete blanche” sono privi di Raul Lopez per un problema al menisco conseguito in campionato.
Milano parte piuttosto letargica in difesa, Pepe Sanchez illumina il Palacio Vistalegre con assists che sono delle vere e proprie perle, che trovano soprattutto in Jeremiah Massey il degno convertitore. Per l’ex stella dell’Aris la partita si chiude alla fine del primo quarto (15 punti), infatti dopo essere risultato dominante, sparirà completamente dalla scena.
Milano rimane li con la testa e dopo l’entrata di Vitali e un’ottima serie di canestri di Mike Hall (21 punti alla fine e MVP di giornata), mette la testa avanti con un buonissimo parziale fatto di difesa e buona circolazione di palla.
Il Real gioca in maniera farragginosa, non segna dal campo per almeno cinque minuti, fa indispettire il suo pubblico e dà l’impressione che Plaza non abbia il completo controllo sul gruppo: Hosley è dannoso, Papadopoulos ha giocato pochi minuti, favorendo più gli avversari dei compagni e Bullock (canestro vittoria a parte) è apparso in decisa involuzione.
Rocca è l’unico che riesce a instaurare uno scontro fisico con Reyes senza essere dominato, ma i falli nel terzo quarto lo limitano ampiamente ed allora l’ala madrilena, assieme a Sanchez, confeziona un quantitativo di ottimi giochi a due, da far impallidire Williams e Boozer.
Reyes è “unstoppable”, ci prova Beard con un paio di contatti oltre il lecito, ci prova Katelynas, ma per trovare contromisure deve rientrare sempre Rocca.
Hawkins prende finalmente in mano la squadra e dopo diversi attacchi che definire asfittici è perlomeno generoso, infila una magistrale tripla del pareggio in faccia a Mumbru.
In seguito Reyes commette l’unica dabbenaggine della sua partita facendosi fischiare un fallo antisportivo su Hall che converte dalla lunetta. Sull’azione successiva Vitali (dopo un paio di perse davvero sanguinose) mette la tripla del +5 a 51″ dal termine.
Sembra finita, ma così non è.
Un super canestro di LLull riapre i giochi, Milano prova a perdere la palla sulla prima rimessa, ma Tomas nel recupero mette un piede sulla linea di fondo. Al secondo tentativo è servita la frittata con l’infrazione di 5″.
Reyes infila due liberi per il -1, dall’altra parte la patata bollente va in mano come al solito ad Hawkins, che deve inventare una bomba (sinistramente simile a quella precedente contro Mumbru) che va corta.
A 3.3″ dalla sirena Bullock realizza il lay-up della vittoria per i madrileni, bruciando Thomas in penetrazione e non trovando corpi in area a ostacolargli il tiro.
L’ “Ave Maria” di Katelynas arriva ampiamente a tempo scaduto e per Milano è l’ennesima sconfitta in volata della stagione.
Bucchi può vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, perchè tutto sommato la prestazione della squadra è stata buona nonostante la quasi totale mancanza di Bulleri (9 minuti da guastatore) e quella di Sow, ma una squadra che arriva a condurre di cinque punti a meno di un minuto dalla fine e non riesce a portarla a casa, denota una mancanza di carattere e concretezza perlomeno preoccupanti. Se a questo aggiungiamo che è la quarta partita stagionale che perde con due o meno punti di scarto nel finale subendo rimonte, capiamo che il fantasma è diventato di proporzioni enormi e l’intervento dei Ghostbuster è quantomai gradito.
Domenica contro Cantù ci sarà un solo imperativo.