LNBA è ripartita (finalmente!).
Alcune cose ce le aspettavamo (le buone partenze di Celtics, Lakers, Hornets e Jazz, le pessime di Clippers e Wizards Gilbertoless), altre sono sinceramente del tutto inattese (gli Hawks imbattuti dopo sei partite il loro GM non si permetteva nemmeno di sognarlo, degli Spurs da 1-6 appaiono un tantino sottomedia). Il procedere della stagione dovrebbe riportare un po dordine, intanto concentriamoci su alcuni spunti interessanti di questo avvio.
Cominciamo con un avviso ai naviganti: per gli amanti del thriller e della suspance nel finale, questanno butta male.
Il titolo resta bianco verde, e lautofioccinata dei Pistons che si sono aggiudicati i servizi della Risposta non fa che rafforzare lassunto. E un po come i telefilm di Colombo, sai da subito chi è lassassino, e lintero svolgimento del film serve solo a vedere come si arriva a prenderlo.
Del resto ad est lunica imitazione decorosa di una contender è Cleveland, che però al di là un LBJ in formato MVP ha da offrirci più domande che risposte. Probabile uno scambio entro febbraio, che allontani gli appetibilissimi contratti in scadenza di Snow e Wallyworld in cambio di merce da playoffs. Bisogna vedere chi arriva, e come si inserisce nelle dinamiche di squadra in soli 2 mesi. Per il momento lesperimento Mo Will sta convincendo a tratti (ovvero, abbiamo chi tira in contumacia James, ma onestamente poco altro).
A ovest invece le contendenti sono diverse, a mio parere le più credibili sono Utah e New Orleans, entrambe molto forti e promettenti, ma decisamente prive di esperienza ad alti livelli, rispetto ai vecchietti di Beantown.
Appena dietro vedo i Lakers che, nonostante lavvio immacolato, non mi convincono. Credo di avervi già parlato della possibile sindrome da Cavs, ovvero una squadra promettente arrivata però in finale troppo presto, generando attese e atteggiamenti di supponenza che probabilmente vanno oltre gli effettivi meriti.
Prima di shakerare bene, aggiungete alla miscela il ritorno del Bambinone, che qualche equilibrio dovrebbe alterarlo. Ad oggi Bynum fa il figurante, parte in quintetto ma non arriva ai 30 di utilizzo, con Gasol che si sposta appena possibile nel suo ruolo naturale di centro, e Odom che piuttosto che tornare a fare lala piccola, fa il sesto uomo.
Anche per loro comunque loroscopo di una finale con i bianco verdi difficilmente sarebbe incoraggiante.
[b]Dallas[/b]
From hero to zero in 2 anni. É quello che è successo anche ai loro compagni di finale 2006, con la differenza che gli Heat almeno lanello lhanno vinto, e oggi si presentano comunque più futuribili. Ma ne parliamo dopo.
Dallas è una squadra in crisi, senza identità, senza punti fermi. Il tedesco si conferma meraviglioso giocatore da primi 3 quarti, ma sempre meno efficace nellultimo. Howard è chiaramente un separato in casa. Già prima aveva fatto sorgere dubbi (praticamente Micheal Jordan nel primo tempo, Brian Scalabrine nel secondo), con larrivo di Kidd le cose sono addirittura peggiorate. Giocatore fantastico di uno contro uno, capacità di finire in traffico notevoli, buon tiro dalla media. QI cestistico? Quello di un babbuino della Birmania. Traduzione: nella versione di due anni fa dei Mavs, basata essenzialmente su isolamenti, gli davano la palla e lui faceva il suo con buoni risultati (giovandosi anche del fatto che i raddoppi erano difficili, essendoci in campo Nowitzki e Terry). Oggi invece, con un play (o supposto tale) che vorrebbe costruire dei giochi, la sua totale incapacità di muoversi senza palla o di costruire gioco emerge prepotente.
I Mavs se ne liberebbero moooolto volentieri, peccato che i limiti sopra esposti e limponente contratto non lo rendano proprio richiestissimo. Il buon Josh comunque ci ha messo del suo, flirtando ripetutamente con la signora Maria, e regalandoci la gemma di questestate, quando in diretta TV, durante lesecuzione dellinno nazionale prepartita, si è fatto beccare a dire frasi edificanti sul tenore di io questa roba da bianchi non la canto. Notizia urgente Josh: hai scelto la nazione sbagliata da insultare sui valori nazionali. Peggio di loro cè giusto la Francia, se vuoi puoi venire da noi. Qui durante linno puoi anche mugugnare O surdato nnamurato, che tanto non si offende nessuno.
Poi cè limbarazzante caso Kidd. Come ho già avuto modo di dire, un ex giocatore. Ancora oggi flirta frequentemente con la tripla doppia, ma anche con la definizione di più ininfluente triplodoppista della storia. Non guarderebbe il canestro nemmeno se ci fosse seduta sopra Charlize Theron, e cerca con insistenza di trovare con passaggi smarcanti dei compagni immobili come sarcofagi. Lunico con cui ha un minimo di affinità elettive è Nowitzki, forse affascinato anche dallidea di non doversi per forza creare un tiro da solo ad ogni possesso. In ogni caso il suo contratto è in scadenza, il rimpianto per Harris comincia a farsi sentire, e si inizia a guardare al futuro in ottica di ricostruzione. Oddio, Cuban potrebbe anche fare il colpaccio e portare in Texas Shaq, ma questa è solo una mia idea
[b]Miami[/b]
I campionissimi 2006, passabili (visti gli infortuni occorsi) 2007, innominabili 2008, iniziano questa stagione con 3 note positive.
La prima è che Wade è tornato Flash: corre, salta, schiaccia, fa giocare i compagni. Possibile terzo incomodo nella corsa allMVP, che probabilmente però andrà (dati gli attesi risultati di squadra) a Lebron o Chris Paul.
La seconda è Beasley, già oggi seconda bocca di fuoco degli Heat, realizzatore continuo e affidabile, sia in post che dalla media. E un atipico, ovvero un 3 per altezza e reattività, che gioca meglio da 4.
La terza è Marione Chalmers, 34^ scelta del draft, un non playmaker che oggi parte titolare, e che sembra essere un buon complemento a Wade: mastino in difesa, sia sugli 1 che sui 2, così può lasciare lesterno meno pericoloso a Wade, in attacco sta facendo unimitazione passabile di un play, cerca di portare un po di ordine, tanto quando bisogna segnare a tutti i costi Spoelstra alza il pollice (chiamata che corrisponde a Dwyane, aiutaci tu) e Mario si apposta sullarco, da cui sta realizzando decorosamente.
Laltra buona notizia in lavorazione è Marion o meglio, il suo contrattone (17k) in scadenza a fine anno.
Ad oggi lo swing man fuggito da Phoenix che non lo valorizzava tiene sempre in tasca una foto della palla, così, giusto per ricordarsi come è fatta. Ignorato senza problemi dai compagni, racimola qualche punto convertendo rimbalzi in attacco. Non cè una chiamata per lui che sia una. Del resto, opinione personale, non saprei che tipo di chiamata si potrebbe fare per lui: dal palleggio credo che non andrebbe via nemmeno a me, arresto e tiro in traffico non pervenuto, movimenti in post del tutto assenti, smarcamento senza palla non proprio la specialità della casa, tiro da tre passabile, ma solo se il suo marcatore si trova almeno nellaltra metà campo. Era davvero così male la vita con zio Steve?
Se siamo fortunati (si legga, se si trova il fesso che se lo piglia), fa le valigie entro febbraio, se no comunque questestate si va a fare la spesa con il portafoglio bello gonfio.
I veri problemi di Miami sono lassenza di un play di ruolo, almeno per contrastare il pressing avversario (mancanza a cui però non dovrebbe essere difficile rimediare, se non si vuole prendere per forza una stella), i caratteri estrosi dei due rookie, che già tante gioie ci hanno regalato, e soprattutto la spinosissima questione Wade, che ricorda (pur con qualche attenuante) quella di Lebron: nel 2010 scade il contratto, e le due franchigie e città (con Miami un attimo più avvantaggiata ) devono entro quella data convincere le loro star della bontà del progetto in corso. Possibilità prossime allo zero per i Cavs, buone per gli Heat, anche se la tensione si avverte, e il riservato e nice guy Wade sta cominciando a far sentire le sue preferenze
Per il resto:
Hawks da paura, ma secondo me calano e non di poco.
Spurs sfortunatissimi: fuori anche Parker per un mese, oltre allargentino, e Duncan costretto a fare gli straordinari (cosa che odia): sono trenta ogni sera, e tiri buoni disponibili per tutti; se vanno dentro, si prova almeno a giocare, altrimenti il fantasma di Fort Alamo riecheggia prepotente.
Brown (inteso come Larry) disperato con i suoi Bobcats, che cominciano ad assumere una fisionomia browniana, vincono grazie alla buona gestione e organizzazione qualche partita che non dovrebbero, ma nel complesso sono un orrore da vedere e non dispongono del talento necessario ad andare da nessuna parte. Il sempre simpatico Larry intanto cerca in ogni modo di convincere il suo GM (ovvero MJ, proprio quel Jordan irresistibile in calzoncini e salvato dallonta di essere il peggior GM di sempre solo dallesistenza di Isiah Thomas; del resto, per scegliere Kwame Brown alla uno, scambiare alla pari Hamilton con Stackhouse, prendere mezzi giocatori come Okafor, May, Felton, Morrison, Richardson e spesso pagarli pure tanto la devi sapere lunga) a scambiare la (supposta) stella della squadra, Gerald Wallace con chiunque, pur di toglierselo di torno.
Denver-Detroit: ci ha guadagnato Denver, che oggi ha una squadra più equilibrata, ma visto da dove si partiva, lupgrade non garantirà nessun significativo salto di qualità: con questo gruppo non si vince. Detroit invece getta la maschera, e prende il contratto in scadenza di Iverson che, sommato a quello di Wallace (che termina questestate) equivalgono alla parola rifondazione. Si riparte da Stuckey, Maxiell e Johnson, i ragazzi meraviglia, con Prince uomo spogliatoio e garanzia di ordine, e Hamilton, il veterano che farà da chioccia. Nella speranza che con lo spazio salariale liberato si possa puntare a uno dei nomi in scadenza nel 2010.
Nota a margine: che tristezza.
Iverson non vincerà mai niente, e questo principalmente per colpa sua, e lo abbiamo già detto. Però nessuno che ami questo sport può non ammirarlo. E vedere che il giocatore è scomparso perché viene valutato solo per i soldi che libererà il suo contratto in scadenza a me mette il magone.
A voi no?
Intanto auguri per lo splendido clima dello spogliatoio. Lidea a inizio stagione era: questo gruppo, forse non più da titolo, ma di certo non da buttare (almeno in finale di conference ogni anno dal 2003) ha un tale livello di esperienza, affiatamento e simpatici caratteri individuali che nessun allenatore riesce a dirigerli. Ce laveva fatta Brown (e scusate se è poco), poi i successivi tentativi erano naufragati a causa di evidenti sabotaggi verso il coach praticati da Sheed e compagni, che ritenevano di saperne di più dellallenatore. Lidea di Dumars, quindi, era di mettere un finto allenatore, Micheal Curry, ex giocatore (mediocre) proprio di Detroit, uomo della società e decisamente player coach, alla sua prima esperienza e nessuna credibilità: in questo modo la squadra si sarebbe di fatto autogestita, per provare a vedere se almeno così questo gruppo poteva dire ancora qualcosa.
Evidentemente la pazienza è finita. La ricostruzione è partita, con in più il bonus di un Iverson in maglia rossoblu, che comunque diverte i tifosi in modo che non si lamentino troppo durante lattesa per tornare competitivi.
Intanto, si diceva, storie tese fra Sheed, Iverson, Stuckey, il tutto sotto lattenta (e inutile) supervisione di Curry.
Volevo solo farvi notare la finezza di AI, che come numero anziché il consueto 3 ha pensato di prendersi l1 che a Detroit deve aver già messo qualcuno Sarà mica lMVP dellultimo titolo vinto? No, sarebbe impossibile.
TANTI.
CARI.
AUGURI.
Vae Victis