Con l’attribuzione dell’Oscar del basket, Giuseppe Poeta suggella una stagione tutta da incorniciare, in cui ha meritato gli onori della cronaca. Tecnica, sfrontatezza, mano educata, grande capacità di apprendimento sono tutte doti presenti nel giocatore della BancaTercas Teramo, unica squadra in tutta la LegA a schierare in quintetto base un play italiano. Anzi, dobbiamo correttamente dire ad avere in cabina di regia due italiani. Merito della società e del Presidente Antonetti che ha creduto in lui fino alla fine, fino a farlo rimanere a Teramo anche per la stagione in corso. Ma buona parte del merito va anche a Massimo Bianchi, a Capobianco e anche a Luca Dalmonte, coach con il quale ha esordito in serie A. Giuseppe Poeta ha dimostrato nel corso degli ultimi tre anni di essere un grande combattente, di essere un giocatore da nazionale, di non aver paura del confornto con l’avversario chiunque esso sia. Basta chiedere a McIntyre e alle sue 8 palle perse in uno dei confronti più combattuti (e belli) della stagione 2008-2009. Non solo, ma in questa stagione sta trovando maggiore continuità nei tiri liberi ed è migliorato notevolmente anche nel play-making. Non a caso Pozzecco lo ha nominato suo erede e, con un pò più di umiltà, potrebbe arrivare a traguardi davvero prestigiosi.
Ma che Poeta fosse un giocatore che può fare la differenza in LegA lo si era capito fin dalla prima volta che gli era stato dato il compito da titolare, contro quella Virtus Bologna che fu presa letteralmente d’assalto dal play teramano che chiuse con un sontuoso 34 di valutazione, 10 falli subiti, 5 assit e 10/10 ai liberi. Teramo in quella partita si giocava la permanenza nel massimo campionato di basket mentre la Vidivici l’accesso ai play-off. La partita successiva portò la squadra alla matematica salvezza contro la Premiata dell’osannato (forse un pò troppo) Luca Vitali. Tutto ciò gli è valso la conferma da play titolare nella stagione passata con una chioccia come Massimo Bianchi, talvolta un pò troppo criticato da parte dei tifosi biancorossi ma che ha avuto il merito di trasmettere la sua esperienza da play al numero otto biancorosso.
Possibile che sia tutto rose e fiori? Certo che no, perchè in un ragazzo di 23 anni c’è da frenare l’irruenza, la voglia di strafare, l’eccesso che talvolta non gli consente scelte oculate. Una cosa è certa: se Poeta continuerà a restare con i piedi per terra potrà ambire a palcoscenici ben più importanti di un tranquillo campionato con Teramo (dove è comunque legato da altri tre anni di contratto). Ma forse già ora si è pensato, in seno alla squadra biancorossa, alla crescita del talento smisurato del giocatore da Battipaglia, affiancandogli un coach bravo, esperto e anche un pò papà spirituale come Capobianco che lo ha fatto debuttare in C1 all’età di appena 15 anni. Sia chiaro: Capobianco non è arrivato solo per quello. E’ un ottimo coach, è esperto, è in grado con un time-out di cambiare volto alla partita, ogni giocatore del roster è andato quasi sempre a timbrare il cartellino. E anche la grinta e la passione che mette in campo non sono inferiori da quelle dei giocatori in canotta e pantaloncini.
Dunque un ottimo Poeta che conquista, dopo Gallinari, l’Oscar del Basket italiano tra gli elogi del presidente Antonetti che non sono tardati ad arrivare: [i]”E’ un bell’orgoglio questo premio a Peppe…E’ partito dal basso ed è arrivato a questi vertici con umiltà…oggi è, insieme ad altri, il condottiero della nostra squadra. Agli italiani ci ho sempre creduto e sempre ci crederò.”[/i] Questo, in estrema sintesi il pensiero del presidente del sodalizio aprutino, a cui va dato merito di aver creduto negli italiani e di aver loro permesso di potersi esprimere senza paura in caso di qualche partita non ben disputata. L’ultima nota è su qualche squadra che, piuttosto che pagare l’elevato buy-out richiesto da Teramo ha preferito firmare giocatori che non stanno, in fin dei conti, facendo la differenza. E un Poeta con questo stato di grazia vale ben più di un comunitario, di un passaportato, di un europeo se non di un americano. Qualora anche questa stagione dovesse rivelarsi positiva (e a Via de Albentiis lo sperano un pò tutti), inutile dire che per averlo ci sarà da pagare molto di più di quello richiesto quest’estate. Chissà che un giorno Poeta non riesca a prendere il posto, nei cuori teramani, di un beniamino come SuperMario Boni…