[b]CB4[/b]. Una sigla che ormai conoscono tutti gli appassionati NBA. Nonostante la partenza balbettante dei Raptors di questanno, con un [b]record[/b] di 8 vittorie e 9 sconfitte, ottavo assoluto ad Est e terzo nellAtlantic Division dietro Celtics e Nets, che ha portato al [b]licenziamento di coach Sam Mitchell[/b], reo non tanto di un record in linea con quello degli anni passati, ottenuto peraltro dovendo fare a meno per molte partite di [b]Jermaine ONeal[/b], il centro ex Pacers arrivato in estate proprio per dare più consistenza in mezzo allarea e per permettere a Bosh di svariare faccia a canestro, come è ormai chiaro che gradisce fare, quanto per i miglioramenti prossimi allo zero nel gioco, nellorganizzazione difensiva ed offensiva e per la gestione piuttosto questionabile dei finali di partita.
Bosh nel frattempo sta giocando la [b]migliore pallacanestro offensiva[/b] della sua carriera, come confermano le cifre: terzo realizzatore assoluto della lega, a quota 26.6 punti di media, tirando dal campo con un fantastico 53% ed aggiungendoci oltre 10 rimbalzi (quinto assoluto nella speciale graduatoria), 2.5 assist, 1 stoppata a partita e 10 doppie doppie dallinizio del campionato, lex lungo di [b]Georgia Tech[/b] è ormai una realtà nel panorama dei migliori lunghi NBA. Offensivamente la sua progressione è stata costante quanto inarrestabile: partito dagli 11 punti del primo anno, frutto di giocate di pura energia ed atletismo, Bosh ha continuativamente migliorato il proprio bagaglio offensivo, sfruttando una velocità di piedi ed unagilità inusuale per un giocatore di 208 centimetri, pur con un fisico longilineo e poco pesante come il suo. Al quinto anno NBA è ormai diventato un giocatore completo: ai movimenti di potenza nei pressi dellanello, presi preferibilmente partendo faccia a canetro e cercando la linea di fondo per una conclusione carpiata o una bimane quando lascia sul posto, non poche volte, un avversario più lento e pesante di lui, ha aggiunto un tiro dalla media letale, specialmente se preso dal gomito della lunetta con [i]un attimo[/i] per caricare ed un tiro dalla lunga distanza rispettabile, di cui non abusa ma che già esegue senza modificare la meccanica di tiro. Il tutto rimanendo un rimbalzista offensivo rispettabilissimo, ed un giocatore in grado di danzare sotto canestro, grazie a piedi velocissimi, disorientando qualsiasi lungo gli si pari davanti. Bosh peraltro, prima della partitaccia contro i Lakers allo Staples Center di L.A. era reduce da una striscia di 6 gare consecutive in cui scollinava quota 30 punti.
Proprio la partita contro i gialloviola ha fatto riemergere qualche dubbio attorno al peso specifico dei suoi bottini: messo contro una batteria di lunghi non potentissima ma agile e sottoposto alla marcatura di [b]Bynum[/b], più alto, grosso, forte ma non molto più lento di lui, ma soprattutto a continui raddoppi big on big con Gasol ed Odom che a turno andavano a negargli larea Bosh ha mostrato i limiti che ancora gli impediscono di assurgere al livello di star assoluta nella lega: tiri forzati, specialmente in jump dal post basso lavorando male contro i raddoppi, poca visione di gioco, con letture dei raddoppi pessime sia per scelte, preferendo spesso di mettersi in proprio anche a fronte del raddoppio, sia come passaggi, spesso fuori misura o in ritardo: poca capacità di mettersi al servizio della squadra, insomma, almeno quando non si tratta di accentrare il gioco su di sé, sparendo anzi dalla partita e chiudendo mestamente con 12 punti 6 rimbalzi e 4 perse tirando 4/13 dal campo. Una serata orrenda che chiaramente non cancella lo splendido avvio di stagione, almeno a livello personale, con la nomina a player of the week ad inizio Novembre (dopo la partenza con 3 vittorie in fila dei Raptors) ma che porta anche a comprendere le motivazioni dellesonero di Mitchell: la potente progressione in termini di pericolosità offensiva infatti è stata accompagnata ad un calo del suo interesse per la difesa (escludendo ovviamente la stoppata in aiuto per far saltare sulla sedia il pubblico): il Bosh di inizio carriera era un difensore tecnicamente acerbo, anche ingenuo nel commettere spesso falli evitabili, ma pur sempre un giocatore con tanta energia e voglia di fare anche dietro.
In 5 anni di quel giocatore non cè più traccia, anzi, lattegiamento è di chi interpreta la difesa [i]riderianamente[/i]: un intervallo tra un attacco e laltro. Non solo, ma anche la [b]maturazione di leader[/b] di Bosh stenta ad andar di pari passo con i suoi numeri e questo Toronto non può permetterselo, anche perché si avvicina lestate 2010, la fatidica estate dei free agent, e se da un lato Bosh potrà testare il mercato, magari avvicinandosi di più allamato Texas o comunque rientrando negli Stati Uniti, Toronto deve capire se Bosh è il leader di questa franchigia o solo un lungo dominante in attacco.
Quindi via Mitchell, players coach e amicone di Bosh e fine degli alibi per CB4 (chiaramente non solo per lui, anzi, in primis anche per il nostro [b]Bargnani[/b]) vedremo che reazione avrà la squadra nel breve ma soprattutto nel lungo periodo quando il nuovo allenatore subentrerà a [b]Jay Triano[/b], coach ad interim, infondo, il campionato è appena iniziato.