Difficoltoso dare giudizi dopo appena un quarto di stagione, però l’attesa che gravava sul nuovo corso dei Milwaukee Bucks merita una riflessione intermedia.
Coach Skiles ha cambiato la mentalità della squadra? Jefferson si sta rivelando il complemento ideale per Michael Redd? Chi sta sorprendendo? Chi delude? Cerchiamo di dare risposta a questi (ed altri) interrogativi.
Di certo il bilancio vittorie / sconfitte al momento (9-14) non è dei migliori, ma è di sicuro ben più incoraggiante di quello dello scorso anno, come minimo nelle prospettive future e nella possibilità di un approdo ai Playoff, idea non così peregrina se si auspica in un miglioramento durante il resto della stagione.
Le vittorie sono tutte arrivate contro le compagini di livello inferiore a quello della franchigia del Wisconsin, segnale comunque di una certa difficoltà ad adeguarsi ad un livello più alto. Ma l’impronta di coach Skiles è già visibile: i punti subiti sono diminuiti, sono arrivati successi anche in partite dai ritmi lenti, e la pericolosità offensiva è più distribuita, anche se sempre orientata verso il reparto piccoli.
La squadra non è crollata a causa dell’assenza di Michael Redd che si è protratta per alcune settimane per la distorsione di una caviglia. Anzi, in sua assenza si sono fatti valere i giocatori dalla panchina, che ha turno hanno cercato di ovviare all’assenza della presunta stella della squadra. (Per chi vi scrive) Segnale ulteriore della convenienza nello scambiare l’ex Ohio State per un giocatore di altrettanto talento, ma più utile alla squadra.
Invece come si sta comportando il nuovo arrivato Jefferson? Di sicuro bene, 18 punti e 5 rimbalzi a partita di certo non sono niente male, però le motivazioni e l’impatto sulla squadra non sembrano quelle dei tempi trascorsi nel New Jersey. Di sicuro paga il fatto di essere la seconda punta della compagine, ma anche nel periodo di assenza di Redd non si è preso sulle spalle la squadra, condividendo con gli altri il fardello.
Chi di sicuro ha aiutato la squadra in ogni modo è stato il centro Andrew Bogut, che segna meno (le bocche da sfamare in attacco sono aumentate) ma prende oltre 10 rimbalzi a partita, fornendo una nuova solidità sotto le plance.
Al suo fianco vicino a canestro si è subito accomodato il rookie da UCLA (seconda scelta) Luc Richard Mbah a Moute. Il camerunense è subito entrato nelle grazie dell’allenatore grazie alla sua attività difensiva, unita ad un buon fiuto per il rimbalzo e alla capacità di segnare canestri, anche nei momenti cruciali delle partite come è successo. Sta vivendo un momento di calo, tipico per un primo anno, ma il posto in quintetto è suo, a discapito dell’eterna promessa Charlie Villanueva, per il quale forse è proprio più indicato un ruolo di backup. In effetti sta rispondendo bene alle nuove richieste: dopo aver deluso nelle prime partite, dalla panchina riesce ad entrare, segnare punti e catturare rimbalzi, nelle serate in cui il titolare non è in vena.
L’altro rookie, la scelta numero 8 di questo draft Joe Alexander, sta vivendo un momento di apprendistato: giocatore di probabile potenziale ma meno pronto al gioco del suo pari anzianità, ha spazio in alcune partite, mentre in altre no. Ci sarà sicuramente da lavorare su di lui, in quanto il talento c’è.
Chi amministra la squadra, ovvero il playmaker Luke Ridnour, lo sta facendo alla sua maniera: silenziosamente e distribuendo il gioco tra le varie opzioni offensive in campo. Come suo sostituto sta emergendo il secondo anno Ramon Sessions, più realizzatore che costruttore, ma di sicuro positivo per la sua energia e la capacità di segnare.
Per il resto della squadra restano le briciole, come poi ampiamente previsto. Allen, Lue, Elson, Gadzuric (anche se più utile di quanto atteso), Croshere fungono da veterani in grado di fornire esperienza e quanto serve per cercare di cambiare gli incontri.
Le cose sono sicuramente cambiate rispetto allo scorso anno, principalmente per una cosa: la fiducia nei mezzi della squadra. Con questo assetto non potranno sicuramente ambire alle vette della Lega, ma con una maggior comprensione del metodo di Skiles un posto playoff dovrebbe essere assicurato. Non sarà semplice, ma è di sicuro possibile. Staremo a vedere nel proseguio della stagione.