Lakers, Rockets e Hornets. A Ottobre non si andava più in là di questi tre nomi per definire le candidate alla vittoria dellovest nella stagione in corso. Con una panchina a cui era stato aggiunto il nome altisonante di James Posey, New Orleans sulla carta aveva un roster completo e ormai abbastanza esperto per andare fino in fondo, in grado di competere nelle serie a sette partite con tutte le migliori del lotto.
E cambiato qualcosa in questo primo mese e mezzo di regular season?
Di certo lovest pare meno competitivo rispetto al recente passato. Tolti i Lakers, che comunque hanno recentemente mostrato qualche punto debole, nessuna delle contendenti ha mostrato una continuità di rendimento (e vittorie) tale da spaventare gli avversari. [b]In questo senso gli Hornets non fanno eccezione, essendo stati protagonisti di un avvio di stagione discreto, ma non del tutto convincente.[/b]
[b]Aggiustamenti del roster[/b]
Mercoledì scorso la franchigia della Louisiana ha completato una trade a tre squadre che [b]le ha permesso di liberarsi di Mike James (destinazione Washington) in cambio del veterano Antonio Daniels[/b]. Nello scambio è arrivata anche una seconda scelta condizionata dei Grizzlies. James aveva espressamente palesato il suo desiderio di essere ceduto durante un colloquio avuto con Byron Scott nei giorni precedenti. Credo pensasse di non avere avuto unopportunità di dimostrare il suo valore mentre io ritengo che lavesse avuta, ha commentato lallenatore degli Hornets in riferimento allo scarso utilizzo del play da Duquesne University, che partito come backup di Paul a inizio stagione, era completamente uscito dalla rotazioni nelle ultime dieci gare. La mossa è sensata, perché porta a New Orleans un giocatore esperto, con attitudine difensiva e storicamente abituato a uscire dalla panchina senza grosse esigenze.
[b]Rotazione degli esterni[/b]
Se cè una cosa ancora non del tutto chiara per quano riguarda le strategie di Scott è la rotazione degli esterni. A inizio anno in guardia partiva Morris Peterson, che però ultimamente si è fermato per problemi al ginocchio, lasciando il posto in quintetto a Rasual Butler. [b]Posey rimane la prima opzione dalla panchina, ruolo in cui la sua efficienza è massimizzata (sta tirando il 48% dal campo e il 45% da dietro larco, giocando quasi mezzora a gara)[/b]. Lacquisizione di Daniels, che diventa il backup unico di Paul, consente a Devin Brown di ritornare al suo ruolo abituale di guardia (nelle ultime settimane aveva spesso giocato da play). Finché non ritorna Mo Pete, è lui il cambio di Butler, poi Scott dovrà risistemare i minutaggi.
[b]Frontline poco profonda?[/b]
Il reparto lunghi degli Hornets pareva un po scarno già ad inizio anno, e [b]il recente infortunio al collo di Tyson Chandler corrobora lopinione di chi pensa che servirebbe almeno un rinforzo sotto canestro[/b]. Peraltro Chandler stesso non ha cominciato benissimo la stagione: meno dominante a rimbalzo (soprattutto offensivo), poco coinvolto in attacco, e in generale dando la sensazione di avere un tasso di attività inferiore rispetto alle sue possibilità. Nelle ultime due partite è partito in quintetto Hilton Armstrong, che sa giocare a basket ma commette un fallo ogni cinque minuti sul parquet, ed è quindi unopzione impraticabile sul lungo periodo. Ely è un discreto giocatore di complemento e nulla più, per cui Chandler rimane un pezzo praticamente insosituibile al momento attuale. Non bastasse ciò, anche dietro West per la posizione di quattro non cè grande scelta. Julian Wright, che dopo i playoffs dello scorso anno sembrava in rampa di lancio per una grande stagione, è completamente uscito dalle rotazioni di Scott che non si fida di lui. Al suo posto ora gioca Sean Marks, ottimo per sventolare asciugamani e fare spogliatoio, ma non una scelta credibile per una contender NBA. Rimane la convinzione che tra ora e febbraio si debba tornare sul mercato per trovare quel lungo esperto che possa cambiare i due ruoli (Joe Smith?).
[b]Situazione di classifica[/b]
New Orleans ha attualmente un record largamente positivo (13-7) che garantisce la seconda piazza nella Southwest Division, ancora oggi la più competitiva della lega, dietro San Antonio. Delle ultime dieci ne ha perse solo due ed ha trovato una discreta continuità anche in trasferta. [b]Tolti i Lakers, che viaggiano con un record nettamente migliore rispetto a chiunque altro nella Western, gli Hornets sono nel grosso calderone delle otto squadre che si giocheranno verosimilmente i sette posti playoffs rimanenti[/b]. Settimana scora cè stato un test abbastanza probante al Boston Garden contro i Celtics, conclusosi con una sconfitta netta nellimpressione data più che nei numeri. La sensazione è che manchi ancora qualcosina per essere da corsa fino in fondo e competere con i top team di questa lega. Se davvero si riesce ad ottenere quel lungo durante il mercato di riparazione, parliamo decisamente di una legittima pretendente al titolo. Altrimenti, un’uscita al secondo turno, o al massimo in finale di conference, sembra la prospettiva più probabile.