LeBron 2010 odissea nello spazio, un tormentone che dovremo abituarci ad ascoltare regolarmente sino alla fine della prossima stagione.
Certamente per i Cavs più che odissea si tratta di une vera e propria persecuzione mediatica, aggressione che per il momento non scalfisce squadra e franchigia concentrati per il raggiungimento del vero obbiettivo: la finale di Conference.
Numeri alla mano la LeBron Band rappresenta certamente la migliore alternativa agli indemoniati Celtics che al momento non sembrano intenzionati a fermarsi.
Cavs che hanno inanellato una bella serie di 11 W consecutive, iniziata e finita con gli Hawks, che li ha spinti al comando della Central con assoluta autorità .
Il piglio di King James e compagni è il dato più confortante a prescindere dal record attuale: molto del fatturato dipende ovviamente dal vero MVP attuale della lega che dirige lo spettacolo da attore consumato.
La risposta però del cast dei “non protagonisti” è di assoluto rilievo come confermano l’ottimo momento di Anderson Varejao, che sta limitando il problema dell’assenza di Ilgauskas, oppure di Delonte West finalmente all’altezza delle aspettative nelle ultime uscite.
Coach Mike Brown sta provando a generare una chimica di squadra che renda i suoi ragazzi consapevoli non solo della forza di James ma anche, e soprattutto, del gruppo.
Un concetto che può apparire retorico ma nel caso dei Cavs è essenziale per affrontare i Celtics a maggio nel modo migliore.
La panchina profonda permette allo staff tecnico di Cleveland di alternare molti giocatori sul perimetro: Mo Williams, acquisto “faro” della stagione, con West, Gibson ed il veterano Wally Szczerbiak formano un quartetto talentuoso ma assai alterno.
Un quartetto per fermare Boston e per punire i raddoppi su LeBron che la difesa biancoverde sarà costretta ad operare, lo scorso anno Cleveland è arrivata ad un solo tiro dal sorpasso in più di una occasione in gara 7.
L’arrivo di Williams dovrebbe arricchire il potenziale di fuoco di coach Brown che però per fermare l’armata di Doc Rivers dovrà arginare la strapotenza fisica dei campioni in carica.
Il declinante Ben Wallace, un Ilgauskas alle prese con qualche guaio fisico di troppo, potrebbero essere problemi assai più concreti in proiezione finals.
I Celtics sanno bene che limitare James è impresa possibile, ma non semplice e concedono spesso volentieri le conclusioni da lontano.
La consapevolezza del loro dominio in vernice e la capacità di trovare importanti rimbalzi d’attacco nei momenti chiave è la ricetta che spesso rende le gare di Boston un vero rebus irrisolto per gli avversari.
Tornando ad oggi i Cavs, oltre ad essere i padroni incontrastati della Central, presentano comunque un James sempre più dominante e maturo, oltre ad un impianto collaudato che nessuno può vantare ad Est tra le pretendenti al trono.
L’omogeneità e la forza di questo gruppo ha più volte fermato il GM Danny Ferry dall’operare sul mercato per non alterare un equilibrio che al momento sembra funzionare.
I dubbi dell’ex ala del Messaggero Roma sulla capacità di arrivare sino a battere i Celtics sono gli stessi di LeBron che non è per nulla convinto che questa possa essere l’anno buono per la franchigia dell’Ohio.
E qui ritorna il famoso 2010 e le sirene della Mela che rendono il fenomeno dei Cavs un pò irrequieto e pensieroso nonostante le dichiarazioni di facciata.
La fretta è pessima consigliera in questi casi, l’amletico dubbio per il front office di Cleveland è se cercare magari un lungo di impatto da affiancare al “soffice” Ilga, che ha solo un anno di contratto, mettendo ad esempio sul piatto, per una eventuale trade, anche Szczerbiak che è in scadenza già alla fine di questa stagione.
Senza dimenticare Anderson Varejao, anche il brasiliano attende lumi sul rinnovo contrattuale e potrebbe rappresentare il classico espediente per attirare qualche altra franchigia.
Per ora i tifosi della Quicken Loans Arena si godono tutto lo straordinario talento che LeBron mette in scena, per le scelte di Ferry, e soprattutto per la sfida ai Celtics, se ne riparla la prossima primavera.