[i]Hanno vinto 19 partite consecutive, quindi era ovvio che incappassero in un paio di brutte prestazioni”[/i] parole di Kobe Bryant, capitano dei [b]Lakers[/b], nemici giurati dei Celtics.
Era chiaro che prima o poi questa serie di vittorie sarebbe finita, ma nessuno in casa Boston,sperava di incorrere in una L proprio il giorno di Natale, proprio contro i gialloviola, proprio nel finale. Più auspicabile invece, la sconfitta contro i [b]Warriors[/b] del nostro Marco Belinelli (22 punti), vista la botta morale rimediata solo 24 ore prima, senza sminuire comunque l’ottimo lavoro fatto dalla squadra di Don Nelson per arginare lo straripante attacco dei big three
I Celtics, però, dal canto loro, sono stati veloci a riprendersi, e la riposta al brutto periodo è arrivata contro [b]i poveri Kings[/b] la scorsa nottata, una gara mai veramente cominciata e vinta con uno scarto di oltre 40 punti, nonostante all’Arco Arena fosse presente un tifoso in più, Micheal Phelps, plurimedagliato alle Olimpiadi di Pechino 2008.
In 4 giorni dunque, Boston ha fatto vedere il meglio e il peggio di sè, ma, visto [b]il record (28-4)[/b], è possibile parlare solo di leggeri scricchiolamenti da Regular Season, nulla di più, anche perchè rimangono pur sempre campioni NBA in carica, pronti, se possibile, a battere il fatidico record dei Bulls di MJ, quello di 72 vittorie e sole 10 sconfitte.
[b]I Big Three hanno svolto al meglio il loro lavoro fino ad oggi[/b] e, ora, nel gruppo, vuole entrare anche [b]Rajon Rondo[/b], decisamente migliorato soprattutto in fase difensiva e pronto a diventare anche lui un Big; mancherebbe solo un “big-centro”, ma [b]Kendrick Perkins[/b], che forse non diverrà mai una star essendo limitato da evidenti problemi tecnici, [b]mette in campo sempre tanto cuore[/b] e il suo possente fisico per fare ogni giorno bene e mantenere la fiducia datagli da coach Rivers.
Rimane, però, ancora scarso il livello della panchina, ed è curioso come i nove punti di distacco finali nel match tra Lakers e Boston, siano uguali alla differenza di punti segnati dalle panchine, una coincidenza che fa riflettere molto se il lasciare andare via così facilmente Posey sia stata una buona mossa…
Ad ogni modo, Posey sì Posey no, [b]la squadra del Massachusetts rimane leader della East Conference[/b], dove a seguire, non a molta distanza, si possono trovare [b]Cavs e Magic[/b] che, per quanto forti, hanno perso entrambe gli scontri diretti contro i Celtics (90-85 vs Cleveland, 107-88 vs Orlando) e a cui toccherà inseguire la vetta ancora per un bel po’, almeno fino a quando, se mai accadrà, la truppa bianco-verde non incapperà in un periodaccio.
Eppure, se Boston voleva mandare un messaggio forte e chiaro anche ai rivali “occidentali”, doveva farlo nell’ultimo quarto della gara natalizia, di certo non a Febbraio, quando sarà re-match, anche perchè la compaggine los angelina sarà in back to back e un’eventuale vittoria sui gialloviola avrà meno sapore, di certo non battendo i relitti Kings, che,escluso il primo quarto, hanno fatto solo comparsa in campo.
E’ vero, [b]Boston si è dimostrata la più forte[/b]: senza quei canestri di Gasol, probabilmente, il solo Kobe non sarebbe bastato a vendicare la sconfitta di luglio, con l’apporto di Allen e con Rondo non limitato dai falli, forse la gara avrebbe preso una strada diversa, [b]ma con i “forse” ed i “ma” non si va da nessuna parte[/b] e questa volta sono stati i Celtics a recepire il messaggio: i Lakers sono più determinati che mai e alzare nuovamente il trofeo al cielo non sarà così facile.
[b]Buon 2009 a tutti![/b]