Con il 2008 alle spalle, e con la stagione NBA arrivata quasi a metà strada, diamo uno sguardo alla situazione attuale, facendo il punto sui protagonisti di questa stagione con uno sguardo, ovviamente, a quanto potrebbe accadere subito dopo la pausa dellall star game.
[b]Lakers, Celtics e Cleveland: tre squadre su tutte, il titolo potrebbe essere affar loro. O no?[/b]
La stagione NBA entra nel nuovo anno, portando con se dal 2008 le prime impressioni, alcune delle quali si ritroveranno a fine stagione, altre destinate a mutare, in qualche caso radicalmente.
Tre le squadre che in questa prima parte di stagione hanno più impressionato: i Boston Celtics campioni in carica, i Lakers finalisti lo scorso anno e i Cleveland Cavs del nuovo padrone assoluto della Lega, LeBron James. I Celtics per un momento, hanno accarezzato lidea di inseguire il record di 72 vittorie e 10 sconfitte compilato dai Bulls di Jordan e Pippen. Prima della gara contro i Lakers, Pierce e compagni avevano 27 vinte e 2 perse, e venivano da 19 vittorie in fila, insomma un bel ruolino di marcia, interrotto sul più bello dai Lakers, vittoriosi nella più bella partita di stagione regolare. Dolo lo stop contro L.A. Boston si è piantata perdendo il giorno dopo contro Golden State (la squadra che non vuoi incontrare in back to back), ad essere sconfitta da Portland ed anche da New York, oltre che con Charlotte e i Rockets, permettendo ai Lakers di effettuare il sorpasso e di conquistare il miglior record della Lega. Lipotesi Marbury è sempre più vicina, ma quello che sembra davvero mancare a Boston è lapporto di un giocatore come Posey, in grado di poter allungare la rotazione dei lunghi, ma anche di dare minuti di respiro a Pierce e Allen. Starbury può essere la soluzione?
Parlando di Los Angeles, la squadra di Jackson sembra maturare di giorno in giorno, seguendo levoluzione del suo leader che mai come ora è lincarnazione di MJ: Bryant si fida dei compagni, gioca per la squadra, forza quando deve e non deve spremersi per 40 minuti ogni sera. Nella gara contro Boston ha fatto il diavolo a quattro nel primo tempo, mentre nel secondo, dovera costantemente raddoppiato, ha giocato per i compagni, affidando a Gasol i tiri della vittoria. I Lakers sono ancora, se non un cantiere aperto, una squadra in evoluzione, perché il ruolo allinterno della squadra di Bynum deve essere ancora trovato, e di conseguenza anche quello di Odom, che solo nelle ultime giornate ha dato segni di risveglio dopo non aver per niente digerito il fatto di essere passato dal quintetto alla panchina. I Lakers non sono ancora una squadra difensivamente affidabile e forse non lo saranno mai, ma al contrario dello scorso anno possono contare sullapporto di Ariza fin dallinizio della stagione, come anche quello di Gasol. Nellaria cè odore di trade, che potrebbe coinvolgere Odom e qualcuno dalla panchina, forse Jordan Farmar che deve dimostrare di poter fare il salto di qualità definitivo.
Oltre a queste due nobili, cè un’altra squadra che sta dominando la Lega, i Cleveland Cavaliers. La squadra di LBJ, pur perdendo tre partite negli ultimi venti giorni (due ravvicinate), ha dovuto cedere il passo solo sei volte in stagione, contro 27 vittorie. Un ritmo impressionante per i Cavs, che in difesa sono sempre la solita squadra dura, e ben allenata dai principi chiari ma con un James più impegnato nella propria metà campo. Ma quello che è veramente cambiato, quello che è migliorato, è lattacco. Larrivo di Mo Williams ha dato a coach Brown il giocatore ideale da affiancare a James: un esterno in grado di giocare senza palla e di tirare quando cè in campo il prescelto, ma anche di diventare la prima opzione offensiva quando LeBron è in panchina a rifiatare. Ma il grande inizio dei Cavs porta anche il nome di West, che sta in parte compensando la partenza non facile di Gibson. Lutilizzo di James da numero 4 ha allungato la rotazione sotto canestro dei Cavs, una mossa che consente a Ilgauskas di giocare meno di 30 minuti per gara e che potrà pagare grandi dividendi a fine stagione, a maggior ragione se Cleveland dovesse avere il vantaggio del fattore campo.
[b]E le altre?[/b]
Ad Est la scelta è sinceramente limitata, anzi a dirla tutta lunica squadra che ai play-off potrà spaventare i Cavs e i Celtics sono i [b]Detroit Pistons (22-13)[/b]. E vero, il record e landamento nella stagione consiglierebbero di dare uno sguardo più a sud, dove [b]Orlando (30-8)[/b] sta facendo bene, ma limpressione è che la squadra della Florida non abbia la consistenza tecnica e mentale per poter ambire a qualcosa che non sia un secondo turno. Intendiamoci, nessuno pensa che i Magic siano scarsi: sono ben allenati, hanno talento offensivo tra gli esterni e una presenza interna fisicamente dominante come Dwigth Howard, che però non sembra poter ancora essere il giocatore che ti fa fare strada in post season. Al contrario i Pistons, seppur meno fluidi dopo la trade che ha portato nella Mo Town Iverson, sono una squadra dura, con esperienza, dei giovani in grande ascesa, ed ora anche uno dei migliori giocatori della Lega. Detroit è comunque in fase di ricostruzione, ma se mai dovesse avere una possibilità di tornare in finale, The Answer non se la farà scappare. Menzione donore per gli Hawks, che si sono confermati squadra indigesta per Boston e che con Bibby a roster da inizio stagione hanno ritrovato un giocatore esperto, con punti nelle mani e la possibilità di risolvere le partite nei momenti caldi, togliendo un po di pressione dalle spalle di Joe Johnson, sempre più giocatore da elitè NBA.
Ad ovest il ventaglio delle pretendenti al titolo è più ampio. Nella scia dei Lakers ci sono 5-6 squadre che potranno dire la loro ad Aprile. Ci sono gli Spurs (24-12), che hanno reagito alla grande alle sfortune iniziali (Ginobili e Parker infortunati), i nuovi Denver Nuggets che con larrivo di Billups hanno riscoperto misteriosamente la difesa. Linfortunio a Melo (frattura alla mano), potrebbe rallentare la loro marcia verso i play-off, ma la grande crescita di Nenè, un ritrovato Martin, Billups e il talento sconfinato di J.R. Smith sembrano essere una garanzia in attesa del rientro di Anthony. Ovviamente anche New Orleans (22-11) è una seria pretendente per essere protagonista a maggio inoltrato. Larrivo di Posey ha allungato la rotazione sia nel settore lunghi che in quello degli esterni, visto che lex bostoniano può giocare da numero 4 in quintetti piccoli e può anche sostituire Peja nel ruolo di ala. Nella città della Luisiana è arrivato, via Washington anche Antonio Daniels, veterano che può dare minuti di qualità a Paul e giocargli vicino, senza contrare la crescita di Butler. Queste in linea di massima le squadre che possono davvero insidiare i Lakers, ma nella lista sono state lasciate fuori squadre che nel giro di due mesi potrebbero scalzare dal ruolo di contender le altre: Portland (22-14) con la sua batteria di giovani talenti, capeggiati da un sontuoso Brandon Roy, i Dallas Mavs (22-15), altra squadra profonda ma allapparenza ancora segnata nellanima dalloccasione buttata nel 2006. E che dire dei Suns (21-13), che ai play-off potrebbero avere il miglior Shaq da 3 anni a questa parte, e che hanno scambiato due giocatori come Diaw e Bell, adattissimi al sistema di DAntoni, con Jason Richardson che è in grado di crearsi un tiro a difesa schierata, e può anche correre se invitato a farlo. Houston (24-15) e Utah (22-15) sembrano per ora le più in difficoltà. I Texani che in estate hanno inserito Ron Artest, stanno deludendo. McGrady è ai minimi storici, per numeri e impatto sulle gare, Battier fatica a ritrovarsi, Alston non è una garanzia di solidità ed in generale gli equilibri sono ancora tutti da trovare. Chi invece questi equilibri li avrebbe, sono gli Utah Jazz, che però sono stati tormentati dagli infortuni, prima quello di Williams, poi Boozer, tuttora assente. La situazione dellala ex Duke è più delicata di quello che si possa pensare. Carlos ha esplicitamente detto che se in estate dovesse arrivare qualche offerta importante da qualche grosso mercato, lui non esiterebbe ad accettare. Se a questo aggiungiamo un ginocchio che non vuole saperne di andare a posto, Utah potrebbe provare a piazzarlo prima della fine della stagione, in modo da ottenere in cambio qualcosa. Denver (25-13), ha vinto la prima partita dallinfortunio alla mano di Melo. La stella dei Nuggets, per lui una frattura alla mano, dovrebbe essere disponibile tra tre settimane, nelle quali Denver dovrà dimostrare di essere davvero una squadra nuova. I ragazzi di Karl hanno il talento per sopperire alla mancanza della loro stella, e per fare questo sarà fondamentale lapporto di J.R. Smith. Intanto si è alzato il coro di Martin e Nenè che dopo aver visto partire in estate MArcus Camby, hanno chiesto a gran voce larrivo di un big man che li faccia rifiatare e si occupi dei centri avversari.
Insomma, specialmente a ovest sarà una battaglia dura per i play-off, e certamente squadre con record abbondantemente sopra il 50% rimarranno fuori dalle prime otto, cosa che invece non accadrà ad est, dove si qualificheranno alla post season squadre dal record perdente.
Stefano Manuto