I Boston Rollercoasters procedono nel loro viaggio verso non si sa bene dove.
19 vinte consecutive, poi 7 perse su nove, ora 3 vinte di fila (con lamichevole partecipazione di Raptors e Nets). Credo ancora che siano abbondantemente favoriti per il titolo, ma se a inizio stagione ne ero certo, adesso lo ritengo solo levento più probabile; e questo più che per i problemi palesati in questo periodo, per lemergere piuttosto prepotente del Re, che sembra deciso a non lasciare Cleveland (ma poi la lascerà davvero?) senza averla omaggiato di argenteria anulare.
I Celtics sono questanno una squadra corta. Chi parla di panchina scarsa secondo me non rende giustizia alla second unit dei bianco verdi: Allen, un insospettabile House e il solido Powe sono secondo me giocatori di tutto rispetto, che complimentano perfettamente un quintetto eccezionale. Il problema infatti finchè la rotazione si è limitata ai primi 8 giocatori (come tipicamente avviene anche ai PO) non ha dato particolari problemi. Quando però Tony Allen si è fatto male, Garnett ha avuto problemi al polpaccio (continuando a giocare, ma potendo ovviamente fornire apporti di minuti minori), Rondo si è un po smarrito e ha avuto bisogno di tempo per rifiatare e schiarirsi le idee, la rotazione si è dovuta allargare a 10-11 giocatori, e allora hanno iniziato ad emergere problemi, perché evidentemente alle spalle dei primi 8 cè poca roba. E chiaro che un altro lungo di rotazione non farebbe male (anche se il pregevole PJ Brown ha già fatto sapere che per questanno proprio non viene giù), e che un play di riserva, un veterano dordine che faccia girare la squadra senza sporcare troppo il foglio, sarebbe utilissimo. Chi parla di interesse per Starbury mi sembra sinceramente dissennato: giocatore inutile, egoista, non disponibile a far parte di un sistema, difensore meno che alterno, pessimo tiratore sugli scarichi, e decisamente fuori forma. E questo per tacere della sua dote più nota, ovvero un carattere da far prudere le mani e la sinistra capacità di rovinare qualunque spogliatoio. Se sei i Thunder e hai bisogno di una stella di richiamo per vendere qualche biglietto non ostante la stagione perdente, è perfetto. In tutti gli altri casi, io sinceramente passo
Lassenza di Posey ovviamente si sente, ma come detto prima, se i Cs avranno fortuna (e non infortuni) e potranno limitare la rotazione ai primi 8 uomini, non credo avranno grossi problemi. Diversamente, è tutto da vedere
Passiamo adesso allaltra seria contender per il titolo (se Gasol fosse sempre quello visto nellultimo quarto della partita di natale con i Celtics, potremmo parlare dei Lakers, ma tutti sappiamo che se Jordan era Mister June, lo spagnolo è decisamente Mr January, e quindi gli stratosferici Lakers da RS non mi convincono così tanto in ottica PO), ovvero i Cleveland Cavs.
3 i miglioramenti (in parte inattesi) di questa stagione, che li fanno passare da squadra di alta classifica a legittima contender.
Il primo è larrivo di Mo Williams. Discreto giocatore di complemento, anche se tuttaltro che un fenomeno (per giocare a fianco al prescelto sembrava più utile un tiratore puro, alla Redd, o un lungo con punti in area), ma con una caratteristica fondamentale per i Cavs: si sa creare il tiro da solo nei 10 minuti a partita in cui Lebron è in panca, quindi Lebron può stare più tempo seduto a riposare e quando torna non deve anche colmare il gap lasciato dai compagni, che in sua assenza normalmente non la mettevano mai.
Il secondo è il tempo: lanno scorso Cleveland ha cambiato mezzo squadra a febbraio, e non era materialmente possibile generare una qualsivoglia chimica entro i playoffs. Questanno invece, dopo 11 mesi e un intero training camp, anche i nuovi sono entrata negli schemi e soprattutto nella mentalità dei Cavs. Soprattutto West e Wallace sono diventati elementi fondamentali nelle economie di squadra, mentre perfino Sczerbiak è diventato un difensore accettabile (almeno in un contesto di difesa di squadra).
Il terzo infine, un po più importante dei primi 2, è che LBJ è migliorato.
Già, sembra impossibile dirlo di uno che lanno scorso era in lizza per lMVP, ma questanno, oltre ad un doveroso premio di miglior giocatore della RS sul quale ha già virtualmente le mani, non sarebbe del tutto eretico sostenere che meriterebbe anche quello di più migliorato.
Forse ispirato dal Pierce delle scorse finali, il prescelto ha finalmente capito che limitarsi a intercettare qualche passaggio non era sufficiente per vincere un titolo, e questanno la sua dimensione difensiva ha tuttaltro spessore. Attingendo ad energie che noi umani non possiamo nemmeno immaginarci, oltre a tutto quello che fa in attacco Lebron sta diventando il faro dei suoi anche in difesa; non è diventato Artest, ma contro di lui ci si diverte molto meno, le stoppate in aiuto e in recupero sono sempre più frequenti, i furti dalle mani degli avversari una regola. In attacco si sta iniziando la transizione verso lo spot N° 4, almeno in alcuni momenti di partita. Richiesto a gran voce dal 23 (che a Cleveland ormai, a parte lo ius primae noctis, ha ogni altro diritto di vita e morte su tutto quanto avviene in città), forte anche della proficua esperienza olimpica, il suo spostamento in ala forte per lunghi tratti di partita è stato introdotto da Mike Brown. Mancano a mio parere ancora dei movimenti solidi spalle a canestro per farne larma totale, perché anche quando gioca da 4, di fatto LBJ gioca al gomito, fronte a canestro, e dirige le operazioni servendo i compagni tipo centroboa della pallanuoto. Comunque lassunto funziona, Lebron, 3 esterni sul perimetro pronti a tirare, e un lungo di movimento a rimbalzo sembrano essere una soluzione inarginabile per le altre squadre.
Se il tiro da fuori va e viene, quello che però è più impressionante sono le penetrazioni. Quando vuole (tipicamente quando conta) lui decide di andare dentro, e nessuno può fermarlo. Certo, lha già fatto Jordan, lo fanno oggi Bryant e Wade, ma James lo fa in modo un po diverso. Se infatti i 3 citati in precedenza forniscono uninterpretazione fantasiosa, ma comunque ortodossa, delle leggi della fisica, e per andare a canestro usano la loro agilità e lirreale controllo di corpo per fare lo slalom tra i 3-4 difensori che gli si parano incontro, con James la cosa si complica un attimo. Lui è palla in mano a 5m da canestro. In mezzo ci sono i soliti 3-4 omaccioni dai 120 kg in su. Lui parcheggia momentaneamente in doppia fila le leggi che regolano la fisica, e si incammina in linea retta verso il ferro. Mai vista una cosa del genere.
Poi, certo, ti può sempre fare il passo del granchio (che appare più quello del millepiedi ) nel finale di partita, e sostenere DOPO AVER VISTO IL REPLAY che non ostante i 4 passi fatti non avesse commesso infrazione. Può anche succedere che tutta una città sia costretta a supportarlo quando dichiara questa vaccata.
Ma nel complesso avere a roster questo 23 non è così male.
Ai tempi della finale persa 0 4 contro gli Spurs avevo sottolineato come, con le nuove regole che in parte permettono le zone, non ci fosse più spazio per il One Man Show, per quanto il Man potesse essere forte.
Beh, vedendo QUESTO Lebron, non ne sono più così convinto.
[b]Dalla russia con furore[/b]
A proposito di giocatori con movimenti in post sospetti: un po di tempo fa avevo parlato di Kirilenko, originando anche un acceso dibattito nei commenti sulle potenzialità offensive di questo giocatore, schierandomi sostanzialmente dalla parte di Sloan, che lo usa da tre difensivo, che vive un po ai margini dellattacco, facendo più da facilitatore che da bocca di fuoco. Contrari a questo utilizzo oltre lo stesso AK47, molti di quelli che lavevano visto giocare da 4, come stella della Russia che vinse gli Europei.
Beh, più lo vedo giocare, e più ritengo di avere ragione. Questanno Boozer si è visto molto poco.
Breve parentesi sul simpatico Carlos, che è uomo donore quasi come Totò Reina. Per intenderci, uno su cui puoi sempre contare, uno che se ti dà la sua parola che resta se ne va! Figuratevi a Utah, dove ha già detto che a fine anno se ne va
Ora, che Salt Lake City non sia un gran posto dove vivere io, essendoci stato, non lo condivido, ma lo posso almeno capire.
Cè anche da dire che se sei pieno di soldi secondo me riesci a stare bene un po dappertutto, che la stagione NBA dura 8 mesi (durante i quali per altro il giocatore è per metà del tempo in giro per lAmerica in trasferta) e negli altri 4 vai dove ti pare, e che la carriera di un giocatore dura 10 anni, al termine dei quali vai a vivere un po dove vuoi.
Parlando di soldi, può essere che altrove il buon Booz possa farne un po di più, ma comunque non credo che restando a Mormon City lui, o i suoi figli, o i figli dei figli dei figli dei figli sentiranno mai i morsi della fame.
A questo punto quindi mi chiedo perché mai lasciare il contesto tecnico dei Jazz, dove è stimato, è il perno dellattacco, ha intorno un cast di livello e piuttosto giovane, e soprattutto gioca insieme a uno dei 2 play più forti del prossimo decennio, insieme al quale peraltro ha un intesa telepatica e gioca un superbo pick & roll a cui deve almeno metà della sua produzione offensiva.
Lipotesi quindi di accettare qualche anno di vita castigata nello Utah e qualche soldo in meno per inseguire la concreta possibilità di mettersi al dito un anello e quindi entrare nella storia del gioco, la vogliamo schifare?
Ma sto divagando (come sempre ).
Vista la prolungata essenza di Boozer (e a tratti di Okur), nello Utah si sono liberati parecchi minuti nel ruolo di ala grande, che spesso sono andati a vantaggio del russo. Sembrava la condizione ideale. In effetti Kirilenko il suo apporto lha dato, ma non certo mettendo la schiena a canestro, quanto mettendosi al gomito della lunetta e smistando palloni, alla ricerca soprattutto del taglio degli esterni.
Importante per la squadra quindi, ma non certo massimo terminale offensivo: la media punti è rimasta modesta, e soprattutto si è visto pochissimo postbasso. Si potrebbe incolpare ancora Sloan, che non lo mandava a giocare là, ma vedendo luso che il russo faceva dei pochi palloni recapitatigli in quella zona di campo, si capisce anche il perché. Emblematica in una partita contro Dallas, in cui ad un certo punto, a seguito di un cambio difensivo, il nostro si è trovato a due metri dal canestro marcato da Jason Terry. Non Tim Duncan. Nemmeno Jason Kidd. Il Jet, ovvero un giocatore che non necessariamente trova posto in un roster NBA per la tecnica difensiva, o limpegno profuso nella propria metà campo, e che gli deve quasi una ventina di centimetri. Con la sagacia e lorganizzazione difensiva che contraddistingue i Mavs, non è nemmeno arrivato laiuto. Cosa ti combina il nostro re del post basso? Dopo un poco convincente tentativo di farsi strada a sportellate contro il massiccio avversario, AK47 opta per un turn around in allontanamento (un vero leone!), che le sue mani sensibili gli permettono di depositare a circa 1m dal ferro.
Diciamoci la verità: il Kiri probabilmente non è un grandissimo giocatore di post basso, e sicuramente non lo è a livello NBA. In un area Fiba può ancora cavarsela sotto canestro, grazie al superiore atletismo. In un area NBA invece anche un modesto lungo in difesa se lo mangia, e se viene marcato in post basso da un esterno, comunque non ha i chili né la tecnica per poter sfruttare la superiorità di altezza.
Quindi, ribadisco nuovamente, giocatore meraviglioso, che sinceramente vorrei sempre nella mia squadra, ma non credo che in attacco gli farei fare molto di più di quello che gli fa fare Sloan.
[b]Italiani nel mondo[/b]
Gran periodo per lNBA che parla la lingua di Dante.
Il primo ad emergere è stato Belinelli. La stagione si era aperta nel solito modo, col sempre più ineffabile Don Nelson che panchinava ripetutamente il nostro, colpevole di essere un secondo anno, di essere italiano, forse di avere un cognome che iniziava per B, o un numero di maglia pari (più probabilmente di essere stato scelto dallodiato Mullin, che lha costretto a suon di miliardate a continuare ad allenare invece di godersi la pensione). La situazione stava finendo nel paradossale, quando gli esterni dei Warriors hanno cominciato a sparire uno dopo laltro, come i piccoli indiani, ma Nelson preferiva far giocare dei figuranti trovati per strada invece del Bolognese.
Poi la svolta. Chi pensasse in un ravvedimento di Nelson non deve aver seguito bene la trama fin qui.
No, i Warriors hanno finalmente deciso di sondare il mercato e trovare un acquirente per Belinelli.
Peccato però che per vendere qualcosa devi farlo vedere, e così il sempre perfido Nelson lo sbatte a sorpresa in quintetto, gli dà minutaggi da All Star e assegnazioni difensive proibitive (tipicamente la stella avversaria tra gli esterni).
A questo punto il colpo di scena: il Beli, messo dal suo coach nelle condizioni ideali per fallire, invece gioca alla grande. Certo, i Warriors continuano a perdere, ma del resto anche la terra continua a girare intorno al Sole: non si può incolpare Belinelli di non riuscire a sovvertire le leggi della natura
Tornando al nostro, invece, serie di prestazioni notevoli, qualche ventello, difese accettabili, assist per i compagni, e in generale sta in campo con autorità e senza paura.
A chi dicesse che è facile fare dei numeroni nel contesto dei Warriors, col loro numero abnorme di possessi, bisogna ricordare che è vero, ma è anche vero che non esiste un gioco chiamato, che chi prende il rimbalzo in difesa si porta su la palla e se la tira, e che se vuoi segnare devi fare tutto da solo. Questo non ci garantisce in automatico il suo successo in un contesto più ordinato, però ci fa ben sperare. Per altro, visto il rendimento del ragazzo, anche la cessione non è più così certa.
Credo che Belinelli sia comunque un giocatore monodimensionale, bravo a smarcarsi e tirare dietro i blocchi o sugli scarichi, al massimo passabile in difesa. Insomma, difficilmente uno starter, o il primo cambio, però senzaltro un uomo da rotazione NBA, uno specialista, certo, ma in fondo lo era anche Steve Kerr, e qualche soddisfazione se lè tolta, no?
Discorso diverso per Bargnani, completamente perso a inizio stagione, ripanchinato per larrivo di JO, poi rimesso in quintetto per infortuni vari. Una partita da centro, la successiva da ala piccola; una partita a marcare Shaq, quella dopo su Lebron. Sam Mitchell, il presunto cattivo di turno (che secondo me più che un cattivo, era un cattivo allenatore) viene allontanato, sulla scorta degli imbarazzanti risultati di squadra, ma la situazione di Bargnani sembra addirittura peggiorare. Una partita accettabile, poi 5 evanescenti, poca voglia dimostrata, pochi rimbalzi. La direzione tecnica gli chiede meno tiri da fuori e più penetrazioni, e lui esegue, ma ci crede il giusto. Le voci su una sua cessione si fanno avanti insistenti, poi finalmente Andrea si sblocca. Da qui non mi è dato conoscere il motivo, sapete quanto è riservato Andrea, non ha voluto dirmelo, però il cambiamento è oggettivo.
Si viaggia sul ventello di media da due settimane, tiri pesanti nei finali, laltra sera massimo in carriera con 31+10. Tecnicamente, Bargnani viene schierato da 5, a fianco a Bosh, e riprende a tirare da tre con una certa frequenza, pur senza abbandonare i canestri da sotto.
Fosse in grado di garantire con costanza medie di 20+10, diventerebbe uno starter a vita, forse addirittura un all star. Pur augurandoglielo, ritengo però che il suo gioco, molto legato al tiro da fuori, e la sua difesa (per evidenti limiti atletici non può marcare con particolare successo né ali piccole, né lunghi, a livello NBA), ne faranno sempre un giocatore altalenante. Puoi permettertelo in difesa in quelle partite in cui in attacco la palla gli va dentro con continuità, e quindi bilancia quello che perde in difesa. Più adatto quindi da sesto uomo che da starter. Però, come ho già detto altre volte, può essere un sesto uomo dellanno, un sesto uomo alla Tony Kukoc, uno che sposta gli equilibri, per capirci.
Per concludere, non abbiamo certezze sui nostri due italiani, ma siamo probabilmente allinizio di qualcosa di bello, i cui contorni sono ancora da definire. Se non altro però abbiamo definitivamente fugato il dubbio che gli italiani non siano materiale da NBA.
Il tutto nellattesa che, pare dopo lall star game, debutti il Gallo.
Vae Victis