Allapprossimarsi dellAll Star Game, che questanno si terrà proprio a Phoenix, è tempo di bilancio per i Suns.
Alla vigilia della gara con San Antonio, che da queste parti ha sempre un sapore particolare, lo standing dice 25-18 secondi nella Pacific dietro ai Lakers, ma solo settimi ad ovest praticamente pari con Dallas (entrambe a 9,5 partite da LA) e con Utah nona, ma non lontanissima, forte del suo 25-21.
Affermare che questo sia un anno positivo per la franchigia dellArizona vorrebbe dire essere molto generosi e probabilmente lontani dalla verità: i tifosi sono poco contenti e la maggior parte del malumore è indirizzato proprio contro Porter, che avrebbe dovuto portare quella mentalità vincente e soprattutto lapplicazione in difesa che, secondo i detrattori della squadra, ha fatto si che i Suns delle scorse stagioni fossero belli e perdenti.
Per molti il nuovo coach ha a disposizione un roster di primo livello che non riuscirebbe a far rendere per le sue effettive potenzialità.
Se leggiamo i nomi dei giocatori davvero vediamo tutti elementi di primo livello: [b]Stoudemire[/b] recentemente confermato come titolare per lOvest nellAll Star Game, [b]Nash, ONeal, Hill, Barbosa[/b] e il recente acquisto [b]Richardson[/b].
Quello che lascia perplessi, oltre agli eventuali errori di gestione di coach Porter, sono le strategie del management. Si era partiti annunciando ai quattro venti che era la stagione in cui si sarebbe vista una squadra difendere con intensità e non solo dedicarsi al run and gun, proseguendo il piano che lo scorso anno aveva fatto arrivare in Arizona un certo Shaq, che oltretutto questanno sta vivendo una stagione di tutto rispetto con 18.2 punti a gara.
Come già scritto al momento della trade con Charlotte, mandar via Diaw e Bell tra i migliori difensori della squadra per prendere un altro tiratore di striscia quale Richardson, non è sembrata una mossa molto coerente con quanto sbandierato.
Dal giorno dello scambio Phoenix è 11-8 con una striscia aperta di due vittorie dopo averne perse 5 su 6 nelle precedenti partite e quello che salta agli occhi di tutti è la mancanza di consistency, di continuità nei risultati, ma soprattutto nel gioco.
Si va da partite vinte anche su campi difficili come quello di Atlanta a imbarcate pazzesche come a Boston dove già a metà gara si era a -30, ma anche a Charlotte dove gli ex Diaw e Bell hanno fatto festa contro la loro ex squadra.
Il problema rimane sempre il solito, oltre ad un enorme talento offensivo cè poco altro: gli attaccanti avversari hanno solo limbarazzo della scelta su chi attaccare per primo.
Gli ultimi rumors ipotizzano una possibile trade di Amare che vedrebbe coinvolti i Pistons che darebbero Hamilton e Johnson più una power forward per portare in Michigan Stoudemire. Al momento solo voci, ricordiamo che però recentemente lall star di Phoenix si è pubblicamente lamentato di non essere più la principale opzione in attacco.
In Arizona il cartello [i]work in progress[/i] non sembra sarà rimosso a breve.