Momento di pausa per lAll Star Game quanto mai propizio per i Rockets che devono fare i primi bilanci in vista della primavera.
La bella stagione significa playoffs e per Houston nelle ultime stagioni sono stati più dolori che gioie nella postseason con i razzi che da sempre mancano del giusto propellente per fare il definitivo salto di qualità.
Nessuno nasconde le difficoltà della terribile ed animata Western Conference ma il roster a disposizione di Adelman è, dal punto di vista del talento puro, di primissima qualità.
Diverso è il discorso della chimica di squadra che manca sensibilmente ai texani sempre alle prese con una vera mancanza di leader.
Indiscutibile la forza e la serenità di un campione come Yao Ming che però difetta di leadership, è un fuoriclasse ma non un condottiero.
Problemi di altra natura per McGrady che ancora deve dimostrare di saper guidare ad un secondo turno di playoffs una sua squadra.
Molti autorevoli commentatori avevano ricamato lo stesso profilo anche per Garnett a Minnesota incapace di portare lontano i TWolves.
La rabbia, la cattiveria agonistica e la voglia di vincere di KG hanno cambiato le sorti prima di Minnesota e poi di Boston lo scorso anno.
TMac di quel sacro furore non conosce nemmeno lindirizzo. In partita singola è capace di momenti di assoluto dominio. Ma si tratta di lampi, di fugaci chimere che spesso evaporano in una serie lunga e dura come spesso capita ad Ovest.
Anche il fisico dellex Magic non è più integro e la sua carriera sembra aver preso una chiara parabola discendente.
A questo duo mal assortito, dal punto di vista caratteriale prima ancora che tecnico, aggiungete il turbolento Ron Artest.
Un passato da autentico piantagrane, indimenticabile la rissa nella Motown, un presente ondivago e denso di perplessità. Anche in questo caso qualità tecniche indiscutibile ma molti dubbi sul suo impatto positivo nello spogliatoio e nella capacità di cambiare la stagione dei Rockets.
Ed anche qui è dobbligo tornare a parlare dellantipatico ma calzante paragone con i Celtics.
Anche coach Rivers ha a disposizione un trio fantastico ma un pino spesso sostanzialmente poco produttivo, soprattutto questanno in assenza del carisma dei vari Posey, Cassell e PJ Brown.
Ma a differenza di Houston hanno laggressività, la voglia di vincere ed una capacità di rivoltare le partite quando conta, Pierce-Allen e KG hanno dimostrato di essere autentici animali da playoffs.
Il successo promettente proprio in casa dei Celtics è eccellente auspicio per il futuro e fa capire quanto ammasso di talento cè in casa Rockets.
Ed a proposito di talento il resto del roster è davvero notevole in termini di qualità: in posizione 4 cè leleganza e la classe di Luis Scola, largentino è ormai una certezza, sul pino ci sono giocatori giovani ma già affidabili come Landry e Brooks, oppure veterani di grande spessore come Battier (che è mancato moltissimo durante linizio di stagione) ed il venerando Dikembe Mutombo.
Restano anche i quesiti aperti sulla capacità di creare questo amalgama perfetto da parte di un coach come Adelman noto per creare un basket piacevole ma un po soft nei momenti che contano.
Eppure il resto del roster è davvero notevole in termini di qualità: in posizione 4 cè leleganza e la classe di Luis Scola, largentino è ormai una certezza, sul pino ci sono giocatori giovani ma già affidabili come Landry e Brooks, oppure veterani di grande spessore come Battier (che è mancato moltissimo durante linizio di stagione) ed il venerando Dikembe Mutombo.
Sarà determinante vedere la reazione dei Rockets dopo la pausa, maggiore aggressività, più partecipazione emotiva e assunzione di responsabilità quando arriveranno le partite decisive (soprattutto da parte del triumvirato preposto) ci diranno qual è il vero volto di Houston.
Un primo turno fatale, oppure una clamorosa eliminazione dalla posteseason, potrebbero far cambiare radicalmente strategie ed obbiettivi per la prossima stagione al fronte office dei Rockets.