E’ giunto ormai il tempo di tirare le somme a Sacramento e di certo gli esiti odierni tenderebbero a far concludere che nulla è da tenere e tutto da cancellare: 16W, peggior record dell’intera lega, seconda peggiore difesa dell’intera lega (in media 109 punti concessi agli avversari) dietro solo ai Warriors, il tutto in aggiunta a vere e proprie asfalate subite un po’ da tutte le altre squadre, su tutte i 45 punti di distacco nella gara casalinga vs i Celtics lo scorso Dicembre, che dimostra la poca solidità del gruppo facilmente affondabile con veloci break
Sembrano dunque esserci tutti i punti per stillare un resconto di tutto ciò che di negativo i Kings sono stati capaci di compiere durante la regular season, ma analizzando meglio la stagione qualche buon motivo da dare ai fedelissimi tifosi californiani, anche nelle grandi difficoltà, di ritornare fiduciosi l’anno prossimo all’Arco Arena in realtà esiste.
L’acquisto di Nocioni, in primis, ha dato l’esperienza che al gruppo mancava per gestire gare punto a punto o prendersi responsabilità che erano sempre state caricate sulle spalle della indiscussa stella Kevin Martin, oltre a eliminare Brad Miller che aveva da tempo chiuso il ciclo; fondamentali per il futuro della squadra saranno poi le conferme del lavoro finora svolto da parte di Jason Thompson e Spencer Hawes, i due giovani lunghi che hanno dimostrato offensivamente di non avere molti rivali: il primo, conosciuto perchè scelto a sorpresa al Draft 2008, ha saputo rendersi utile alla causa di coach Kenny Natt sotto canestro con la messa a punto di un buon semigancio e una spiccata capacità di prendere posizione, seppur difensivamente mostri ancora ampie lacune contro i vari Gasol, Boozer e Duncan del caso diretti rivali a Ovest, mentre il secondo, Hawes, è migliorato molto rispetto alla stagione da rookie, raggiungendo più volte convincenti doppie doppie, l’ultima nel match contro i Lakers martedì sera con 21 punti e 15 rimbalzi, aumentando il fatturato di quasi 3 canestri in più e superando al meglio l’infortunio all’occhio che lo aveva relegato alla panchina nel corso di Gennaio.
A chiudere lo starting five vi sono poi l’ex Spurs Beno Udrih, a cui vengono chiesti 30 minuti di playmaking che lo sloveno sfrutta al meglio anche per mettere in mostra ottime doti di passatore (quasi 5 assists ad allacciata di scarpe) e Francisco Garcia, una delle guardie più esplosive della NBA maturato e migliorato di anno in anno in particolar modo da dietro l’arco dove il prodotto di Louisville tira con poco meno del 40%, oltre ovviamente a Kevin Martin ora infortunato alla caviglia, ma fenomenale nell’ultima apparizione al primo di Aprile contro i Warriors, chiudendo con 50 punti e aggiornando così il suo career high.
Il livello del quintetto base sembra dunque poter ambire a ben più in alto di un magro ultimo posto, ma è la panchina il fulcro del problema, panchina che necessiterebbe di ben altri nomi per poter aiutare la squadra a tornare a presenziare nella postseason o perlomeno risalire la classifica: Rashad McCants, ex Timberwolves, sembra essere l’unico che merita la fiducia della società e l’uomo su cui rifondare e ridare animo alla second unit dei Kings; i restanti backup sono infatti del tutto inconsistenti e non sono escludere tagli durante l’estate.
Sarà proprio l’esate a portare buon consiglio: si parte con la Lottery, sperando che l’ultima piazza possa consegnare la prima scelta del Draft 2009 ed infine la lunga pausa che si spera porti a Sacramento le potenzialità giuste per tornare nuovamente ai livelli di quelli che erano i Kings di Bibby e Stojakovic nei primi anni 2000.
Solo a Ottobre, però, si potranno tirare le fila e fare una previsione di quella che sarà la prossima stagione: ennesima delusione o ritorno tra le grandi? Alla società i fatti e poi si vedrà…