Siamo alla vigilia di una delle Final 4 più equilibrate di sempre con le quattro squadre favorite di inizio stagione.
Analizziamo le due semifinali cominciando dalla prima: [b]CSKA vs Barcellona.[/b]
Si incontrano la squadra campione in carica e quella che probabilmente si è espressa con maggior continuità nell arco della stagione.
[b]Mosca[/b] sembra meno solida degli anni scorsi, però nelle gare decisive ha sempre mostrato la difesa delle grandi occasioni, soprattutto nel confronto di ritorno contro il Monte Paschi e nel play off contro il Partizan, chiuso in 3 gare secche. I 4 moschettieri di Messina: Holden, Siskauskas, Smodis e Langdon sanno far salire di colpi il loro rendimento nelle gare che contano, sopperendo alle amnesie del talentuoso, ma discontinuo Planinic, mentre Erazem Lorbek, dopo un anno di cazziatoni messiniani, pare aver compreso i complessi meccanismi dei rossoblu moscoviti. Buone cose sta facendo Viktor Khryapa, arrivato la scorsa stagione e, considerando che dalla panchina possono anche uscire Zizis e Terrence Morris, si capisce che questo CSKA sarà un avversaria dura per chiunque.
Il [b]Barca[/b] è stata la squadra più continua della stagione, nonostante il grande spavento passato dopo la sconfitta casalinga nei play-off con il TAU, i blaugrana hanno ripreso in mano la serie con grande autorità, sfruttando le grandi partite del figliol prodigo Navarro e del neoacquisto David Andersen, il quale, non partendo in quintetto, è sempre stato il propiziatore dei grandi parziali catalani. Incredibile la pressione che la difesa di Xavi Pascual riesce a fare, sfruttando la grandissima mobilità dei suoi lunghi e l esplosione definitiva di Ilyasova, considerando che ci sono i due “pivottoni” Fran Vasquez e Daniel Santiago, si capisce che razza di front court abbiano gli spagnoli. E Jaka Lakovic che mena le danze, affiancato spesso da un Gianluca Basile che sembra vivere una seconda giovinezza, mentre dalla panchina si alzano l arcigno Grimau, Sada e Barton: insomma una bella corazzata.
Dalla parte moscovita pende sicuramente la bilancia per quanto riguarda l esperienza del coaching-staff, Ettore Messina è alla settima partecipazione ad una Final 4, mentre Xavier Pascual è al suo esordio in una manifestazione di questa importanza. E sempre l esperienza l atout in più per i russi, mentre la fisicità debordante dei lunghi catalani è l arma in più che il Barca può schierare in questa semifinale. Se la mira di Langdon e compagnia non farà clamorosamente cilecca, come ogni tanto è capitato in stagione, per i blau-grana sarà molto difficile far inceppare il meccanismo quasi perfetto dei moscoviti, in caso contrario, però, andare dentro l area catalana potrebbe essere un impresa ardua. Come sempre in queste situazioni sarà la difesa a fare la differenza, e questa partita potrebbe essere una delle massime espressioni di questo fondamentale che si siano mai viste in Europa.
La seconda semifinale è il fascinosissimo derby di Grecia fra [b]Olympiacos e Panathinaikos[/b].
La prima cosa che salta all occhio è la differenza di stile con cui sembrano formati i due roster: quello del PAO sembra un emblema della programmazione, mentre i pireoti paiono aver puntato tutto le loro fiches sulla somma di talento da mettere in campo.
Il[b] Panathinaikos,[/b] dopo la cocente delusione della scorsa stagione europea, ha inserito l ex Partizan Nikola Pekovic, la vecchia conoscenza italiana Drew Nicholas e il talentuoso, ma discontinuo, Antonis Fotsis ; tutti e tre i nuovi acquisti hanno fatto molta fatica ad inserirsi nel complicato meccanismo del PAO ed infatti la squadra ateniese ha avuto un inizio abbastanza stentato, soprattutto nel girone preliminare, ma col passare del tempo si sono inseriti magnificamente nella squadra, facendo diventare la squadra di Obradovic ciò che più somiglia ad un rullo compressore in ambito cestistico. Pekovic è probabilmente oggi il miglior centro puro d Europa, Nicholas è tornato quello di Treviso e Fotsis sa essere determinante anche partendo dalla panchina, come ha dimostrato nel play-off contro il MontePaschi, risultando l autore delle giocate più importanti della serie. Se a questi aggiungiamo il miglior difensore d Europa, nonché vera anima dei verdi, Diamantidis, il solidissimo Mike Batiste e la coppia di regia Spanoulis e Jasikevicius si capisce che anche la mitica corazzata americana Forrestal rischia di scomparire al confronto. A questa schiera di campioni si aggiungono l enfant du pais Perperoglou, giocatore in crescita, il solido Tsartsaris e il pretoriano di Obradovic Hatzivrettas, uomo di fiducia e giocatore per le partite infuocate, che non si tira indietro.
L [b]Olympiakos[/b] è un insieme di talenti che si pensava facessero fatica a diventare squadra, però a fine stagione paiono aver compiuto il salto di qualità, andando a vincere a Vitoria la partita probabilmente più importante della loro stagione, aggiudicandosi il fattore campo per i play-off e, vincere in terra basca, è impresa per squadre vere.
La campagna acquisti estiva è stata impressionante: l NBA Childress, il ritorno di Papaloukas, Nikola Vujcic e Jannero Pargo. Tutto questo ben di Dio lasciava a tutti delle perplessità, infatti Childress è probabilmente super pagato per l apporto che sta dando, però la sua fisicità e duttilità non sono cose che si trovano al supermercato, Papaloukas lo si pensava avviato sul viale del tramonto, ma le ultime prestazioni fanno forse ricredere gli scettici della prima ora, Vujcic è vero che fisicamente non è più quello del Maccabi, ma la sua classe gli permette ancora di completarsi perfettamente con Bourousis e di formare con Printezis un front-court di tutto rispetto. Pargo va ad affiancare Papaloukas e Green in una bella sfilata di point guard da fare invidia ad un album Panini, e ancora possiamo citare il solido Pelekanos ed il cavallo pazzo Teodosic.
Per definizioni i derby sono impronosticabili ed oltretutto la squadra vincente di una semifinale fratricida in Eurolega ha poi perso la partita finale. Si affrontano un sistema, come quello di Obradovic, collaudato nel tempo, che ha nell esecuzione il suo punto forte, esecuzioni che paiono quelle dei Berliner Filarmoniker, vista la qualità dei giocatori, mentre Yannakis si affida ad un gioco più controllato, che poggia spesso la palla dentro, facendo di Vujcic il vero playmaker occulto della squadra, in contumacia di Papaloukas. Lo scontro Pekovic-Bourussis potrebbe fare veramente scintille, sperando invece che le migliaia di tifosi provenienti dall Ellade tengano un comportamento consono ad un evento del genere. La pressione sulle due squadre sarà enorme, soprattutto per un Olympiakos che da quasi due lustri prende solamente la targa dei bianco verdi ateniesi.