L’inizio di gara 5 illude i tifosi dei Celtics: tutto sembra ricominciare da dove era finito 2 notti fa, con Davis a segnare il primo canestro dell’incontro, guarda caso, con un jumper dall’angolo.
Un’illusione, come detto. Il vantaggio dei Celtics dura solo fino a metà primo quarto, poi Orlando entra finalmente in partita e il suo vantaggio durerà a lungo.
Rivers mischia le carte capendo che Allen è in un’altra serata no al tiro, non la prima per lui in questi playoffs 2009 fatti decisamente di alti, altissimi, e bassi. Ma Boston fatica. Rondo non è più quello della serie contro Chicago e Alston comanda a piacimento l’attacco dei Magic. Lewis sembra implacabile: un’ottima serie fino ad ora per l’ex-Seattle che alla fine sarà il miglior marcatore dei suoi con 19 punti. Il solito Turkoglu aggiunge 18 punti ad una regia occulta (7 assist) e Orlando tiene sempre a distanza dei Celtics spenti e con troppe palle perse.
Come sempre Scalabrine e House provano a dare una scossa ai padroni di casa, venendo dalla panchina, ma in area Howard fa il vuoto (17 rimbalzi) e qualche fischio punitivo per Perkins e Davis riduce all’osso la rotazione di Rivers, già di per se non lunghissima, anzi.
Quando Pietrus schiaccia dopo pochi minuti dall’inizio dell’ultimo periodo i Magic si ritrovano avanti di 14 punti, il massimo vantaggio dell’incontro.Tutto sembra finire qui, ma ancora una volta, è solo un’illusione, anche se a sto giro purtroppo, è per i fans dei Magic.
A Febbraio Ainge acquisì Stephon Marbury con l’idea di dare a Doc Rivers un back-up per Rondo e soprattutto, come con Cassell lo scorso anno, una point-guard con esperienza, talento e punti nelle mani in vista dei minuti decisivi delle gare di playoffs. Ancora una volta Ainge aveva ragione…
Steph segna 12 punti, ovvero tutti quelli della sua partita, nell’ultimo quarto, soprattutto una tripla e un gioco da 3 punti fondamentali per il recupero dei Celtics, che con un parziale di 13-0 si riportano a contatto. Con meno di 5 minuti da giocare Rivers rimette Pierce, Rondo e Perkins che ritrovano il campo nel momento migliore dei biancoverdi. Orlando sembra essersi paralizzata. Redick fatica a uscire dai blocchi e Howard diventa evanescente (12 punti in 37 minuti), così ne approfittano i Celtics con un redivivo Allen che – quando conta – sa ancora essere decisivo, anche in una serata storta. Il suo canestro da 3 punti con 1 minuto e 20 secondi sul cronometro sigla l’incontro e il sorpasso decisivo, per la prima volta da metà primo quarto. Qualche perplessità su un successivo tiro di Rondo allo scadere dei 24″ che sembra sfiorare solo la retìna e non l’anello, ma dopo le proteste dei Celtics viene ridata palla e nuovi 24″ a Boston. I Celtics congelano la palla e dopo l’errore volontario dalla lunetta di Howard, Davis controlla il rimbalzo difensivo, subisce il fallo e mette i liberi della vittoria.
3-2 per Boston che giovedì avrà il primo match-point sulla racchetta. Orlando con le spalle al muro dovrà giocarsi alla morte questo “close-out game” per tornare al TD Banknorth Garden per gara 7, o dare l’addio alla propria post-season. Intanto King James attende, paziente e divertito, dal divano di casa…
[b]Quotes[/b]
D.Rivers:”Stephon Marbury si sta dimostrando come il miglior compagno di squadra possibile, non è stato facile per lui che è sempre stato una stella da quintetto partire dalla panchina e giocare pochi minuti, ma ha lavorato sodo per nottate come questa. Sono felice per lui”.
S.Van Gundy:”Stiamo giocando contro Boston, i campioni in carica, come in un match di boxe, siamo al 12° round e non puoi pensare di metterti nelle mani dei giudici, devi cercare di metterli al tappeto!”.